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01/02/2021 10:35:00

Maledetti numeri

 di Katia Regina

Stiamo dando i numeri! Ora basta! Alla prossima crisi di governo propongo l'album delle figurine. Questo senatore ce l'ho, questo mi manca e via discorrendo. Tanto si è capito che si tratta di una gara a chi ce l'ha più... duraturo, intendo il governo. Una crisi chimica al testosterone. Fine della mia raffinata analisi politica. Parliamo invece di numeri, quelli che riempiono la nostra esistenza, sin dal primo vagito. La prima traccia scritta della nostra esistenza è un numero, ossia il peso, per il nome c'è tempo. Il solo modo per identificarci è attraverso il codice fiscale, numeri e consonanti, poi certo anche le impronte digitali, ma solo se sei un delinquente. Insomma, tutto gira intorno a noi attraverso i numeri. La diatriba su chi li abbia inventati è ancora aperta, egizi o greci, non possiamo pertanto lanciare invettive mirate quando i conti non tornano, dobbiamo accontentarci di un generico maledetti numeri!

Ma i numeri possono anche essere nostri amici, ci aiutano a orientarci allorquando ci troviamo in difficoltà. Ecco, in questo caso dobbiamo avventurarci alla scoperta della numerologia, una scienza molto antica e con diversi rami che indica in che modo i numeri possano essere interpretati simbolicamente. Ognuno di noi ha dei numeri personali che si ricavano dal nome e dal cognome, unitamente alla data di nascita. Esistono numerosi manuali che spiegano perfettamente come poter ricavare i propri numeri personali, ma ancor prima sarebbe saggio conoscere in che modo questa conoscenza può influenzare le nostre vite. Ebbene, in questo caso, vi consiglio di leggere l'ultimo romanzo di Simona Sparaco Dimmi che non può finire, conoscerete Amanda, la protagonista della storia, una giovane donna ossessionata dai numeri. La capacità dell'autrice di costruire un intreccio narrativo ipnotizzante convince anche quanti non si sono mai appassionati a questo genere di argomenti.

Confesso che, io per prima, non ho mai guardato i numeri attraverso questa prospettiva, ciononostante la curiosità di scoprire fino a che punto si sarebbe spinta la vicenda narrata ha avuto la meglio. La riflessione che ne ho tratto, al di là della storia, mi ha accompagnato per diversi giorni: come mi comporterei se sapessi a priori quando finirebbe la mia storia d'amore? Come affronterei la vita conoscendo anzitempo il giorno della mia morte? Non so se questo tipo di riflessione sia quella che la stessa autrice intendesse porgere al lettore e tutto sommato non mi interessa più di tanto, perché i libri, quelli buoni, non hanno queste pretese

Leggere è andare incontro a qualcosa che sta per essere e ancora nessuno sa cosa sarà



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