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09/04/2021 06:00:00

Covid. Sicilia, “più vaccini per salvare il turismo”. Marsala verso la zona rossa

La Sicilia covid free con i vaccini come le isole greche. La richiesta di Musumeci al Governo Draghi per far ripartire l’economia dell’isola legata al turismo.

La campagna vaccinale, però, continua ad andare a rilento anche se da Roma assicurano comunque di riuscire ad arrivare entro fine mese a 500 mila vaccini al giorno. In Sicilia aperte le prenotazioni per gli over 65, ed è stato firmato un accordo per i vaccini da somministrare direttamente in azienda. Dopo un lieve rallentamento, in coincidenza con le festività pasquali, è tornato a pieno ritmo il processo di somministrazione dei vaccini: sono circa 19mila i siciliani che giovedì hanno ricevuto una dose. Sul fronte dei numeri tornano a superare la soglia psicologica dei mille i nuovi contagi in Sicilia, mentre in provincia di Trapani Marsala rischia la zona rossa. 

Marsala a rischio zona rossa
Marsala rischia di diventare zona rossa. Lo annuncia il Sindaco Massimo Grillo che domani si confronterà con l'Asp e Prefettura dopo i dati, a suo dire allarmanti, di oggi.

Marsala ha 261 casi accertati, ma, annuncia il Sindaco, ci sono altri 60 casi che oggi verranno contabilizzati. Da qui la decisione dell'Asp di chiedere la chiusura della città, per evitare ulteriori ripercussioni.

La città non ha i numeri per essere dichiarata automaticamente zona rossa, ma l'Asp di Trapani chiederà al presidente Musumeci il provvedimento proprio per evitare ulteriori conseguenze, soprattutto perché ancora si aspettano i numeri di Pasqua e Pasquetta, con molti marsalesi che si sono lasciati andare a mangiate in famiglia e ritrovi con amici, come hanno accertato le diverse operazioni dei Carabinieri.

Marsala diventerebbe così il primo Comune zona rossa della provincia di Trapani dopo la prima ondata (allora fu Salemi). La provincia di Trapani, attualmente, è quella che è risparmiata dai contagi in continua ascesa in Sicilia e anche nel valore di incidenza di casi, che è l'unico dato serio e certo per monitorare la pandemia, la provincia è agli ultimi posti in Italia, sebbene con un trend in aumento. Qui le regole se Marsala dovesse diventare zona rossa.

 


I dati siciliani
Tornano sopra quota mille i casi giornalieri di Coronavirus in Sicilia: sono 1.287 quelli registrati nelle ultime 24 ore su 27.170 tamponi (tra molecolari e test rapidi), il tasso di positività aumenta rispetto a mercoledì e passa dal 4% al 4,7%. La buona notizia è che il numero delle vittime torna a calare (11 i decessi ieri) e una frenata nei ricoveri ospedalieri: 1.119 i pazienti nei reparti Covid, 6 in meno rispetto a mercolesì. In aumento invece i degenti in terapia intensiva: sono 164 (+7), con 19 ingressi nelle ultime 24 ore.


Domani la cabina di regia deciderà i nuovi colori delle regioni, la Sicilia dovrebbe restare in zona arancione anche se i Comuni in rosso continuano a "macchiare" sempre di più la mappa dell'Isola. Questa la suddivisione per province dei nuovi casi: Palermo 438, Catania 280, Caltanissetta 133, Siracusa 131, Agrigento 128, Messina 69, Enna 50, Ragusa 34 e Trapani 24. Da inizio epidemia sono stati registrati 182.633 contagi, 4.757 morti, 151.349 guariti (95 oggi). Gli attuali positivi sono 26.527, di cui 25.244 in isolamento domiciliare. L'andamento preoccupante della pandemia in Sicilia è confermato anche dal report settimanale della Fondazione Gimbe. Nella settimana 31 marzo-6 aprile, l'indicatore relativo agli "attualmente positivi per 100.000 abitanti" sale a 502 casi, il 52% in più. La percentuale di popolazione che ha completato il ciclo vaccinale è invece ancora bassa, il 5,4% (rispetto a una media nazionale del 6%).

 



I dati trapanesi
Sono 710 gli attuali positivi in provincia di Trapani (3 in più). Il totale dei guariti arriva a 10.772 e quello dei morti sale a 289 (+2)
Ci sono 4 (stabile) persone ricoverate in terapia intensiva, 40 (-1) nei reparti Covid.

A Marsala i contagi scendono a 261 (erano 265 ieri). 153 ad Alcamo (ieri erano 142), 106 a Trapani, 62 a Castelvetrano. Ad Erice 31. A Paceco, 22. A Mazara sono 11. Poi abbiamo: Campobello di Mazara 13, 12 a Castellammare del Golfo e Valderice, 8 a Salemi, 4 a Buseto Palizzolo , 3 a Calatafimi, e Petrosino, 2 a Favignana, San Vito Lo Capo e Pantelleria. 1 a Partanna, Santa Ninfa e Poggioreale. 0 a Custonaci, Gibellina, Salaparuta, Vita.

 



La situazione negli ospedali siciliani
A livello regionale, in Sicilia, così come riportato nel monitoraggio dell'Agenas (aggiornato al 7 aprile), si registra una occupazione del 19 per cento delle terapie intensive, contro il 40 per cento del dato nazionale. Mentre, per quanto riguarda le degenze ordinarie, si rilevano ricoveri pari al 29 per cento, rispetto al 44 per cento della media italiana. La percentuale di pazienti Covid attualmente ricoverati in rianimazione, in rapporto a 100 mila abitanti, è del 3,1 per cento, rispetto al 6,1 del resto d'Italia.

In particolare, il livello di occupazione degli ospedali nel Palermitano è costantemente monitorato e, al momento, non raggiunge livelli di allerta. Risultano ancora disponibili, infatti, 46 posti in terapia intensiva e 113 di degenza ordinaria. Inoltre sono utilizzabili, all'occorrenza per i cittadini che non necessitano di cure ospedaliere, il 90 per cento dei posti nelle Rsa dedicate e l'85 per cento nel Covid hotel. Tale ricognizione è stata effettuata nel corso di un incontro tenuto dal presidente della Regione, Nello Musumeci, con i manager delle Aziende sanitarie e ospedaliere palermitane e con il commissario straordinario per l'emergenza Covid Renato della Costa.

«Ho chiesto ai direttori generali - sottolinea il governatore - un ulteriore sforzo per far fronte all'aumento della pressione sugli ospedali, dove, comunque, si stanno continuando a garantire servizi e assistenza sanitaria anche per le patologie non Covid. E di tutto questo, per l'ennesima volta, voglio ringraziare il personale medico e paramedico che da oltre un anno sta dando prova di straordinario impegno».
  


Vaccini per over 65 e in azienda in Sicilia

Dopo un lieve rallentamento coincidente con le festività pasquali, è tornato a pieno ritmo il processo di somministrazione dei vaccini: sono circa 19mila i siciliani che ieri hanno ricevuto una dose.

Intanto Musumeci, con il collega sardo, ha chiesto l’accelerazione della campagna vaccinale al governo Draghi per poter permettere alla Sicilia e alla Sardegna di diventare isole Covid Free, un po’ come le isole greche, e consentire, così, la ripresa del turismo. Nel frattempo ha preso il via, in Sicilia, la campagna di vaccinazione anti-Covid riservata ai cittadini dai 65 ai 69 anni (non ricompresi nei target per i quali sono già in corso le operazioni di prenotazione e somministrazione del vaccino), che da subito potranno avere accesso ai sistemi telematici di prenotazione per richiedere il vaccino AstraZeneca.
Le procedure sono analoghe a quelle già in atto nel territorio della Regione Siciliana per gli altri target della campagna vaccinale: si può, infatti, adoperare la piattaforma della struttura commissariale nazionale, gestita da Poste Italiane, prenotazioni.vaccinicovid.gov.it o attraverso il portale regionale www.siciliacoronavirus.it. Qui gli altri dettagli.


I vaccini somministrati direttamente nelle aziende ricadenti nelle aree industriali siciliane. Nella sede della Presidenza della Regione, a Palazzo Orleans, il presidente Nello Musumeci, l'assessore regionale delle Attività produttive, Mimmo Turano, il presidente di Confindustria Sicilia, Alessandro Albanese e il presidente di Confapi Sicilia, Dhebora Mirabelli, hanno firmato il protocollo d'intesa che dà il via alla campagna sperimentale di vaccinazione anti-Covid all'interno delle imprese siciliane insediate nelle aree industriali di Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa e Trapani.
«Oltre 1.500 aziende – afferma il presidente Musumeci – saranno coinvolte nel Piano di vaccinazione sperimentale che attueremo in base all'accordo sottoscritto con Confindustria e Confapi. E' una grande lezione di civiltà, di prevenzione, ma anche una testimonianza di attenzione verso il mondo del lavoro e della produzione».
«Con questo protocollo - aggiunge l'assessore regionale delle Attività produttive, Mimmo Turano - vogliamo far passare due concetti fondamentali: primo, la campagna vaccinale ha bisogno della collaborazione e dell’impegno di tutti; secondo, la Regione Siciliana intende tutelare i suoi siti produttivi da tutti i punti di vista, anche quello sanitario».
«Questa iniziativa - commenta il presidente di Confindustria Sicilia, Alessandro Albanese - è centrale per fare ripartire il Paese e sostenere il mondo dell'impresa e del lavoro. Sono già tante le aziende del sistema confindustriale siciliano che hanno già aderito, pronte a mettere a disposizione le proprie strutture. Le aziende più grandi potranno fungere da hub nelle maggiori zone industriali, fornendo supporto alle più piccole».
«Confapi Sicilia – dice il presidente, Dhebora Mirabelli - ringrazia il governo Musumeci per questo importante traguardo. Raccogliendo la proposta del nostro presidente nazionale Maurizio Casasco, ci siamo messi al lavoro per mappare il fabbisogno territoriale e raccogliere la disponibilità di imprenditori e lavoratori. L'entusiasmo e il senso di responsabilità manifestato da tutti rendono la nostra regione una delle più virtuose d'Italia».
Il protocollo prevede la possibilità di somministrare i vaccini direttamente nei locali aziendali o nei siti individuati delle aree industriali. Le somministrazioni dovranno essere eseguite da medici competenti, con adeguati kit medici e di pronto soccorso per eventuali reazioni allergiche. Potranno essere vaccinati, su base volontaria, i datori di lavoro e i lavoratori iscritti al Servizio sanitario regionale della Regione Siciliana, nel rispetto delle priorità indicate dal piano nazionale.
Saranno le associazioni datoriali firmatarie del protocollo a individuare le aree industriali che ospiteranno i siti vaccinali che diventeranno punti di riferimento per l'intero agglomerato. I luoghi individuati dovranno essere dotati di spazi idonei che consentano accessi scaglionati e di aree di permanenza post-vaccinazione.

 

Made with Flourish

 

Draghi e Figliuolo sul piano vaccini
"Il piano non cambia, a fine mese dobbiamo arrivare a 500mila dosi giornaliere. Da oggi l'inoculazione del vaccino AstraZeneca è aperta alla platea dei 60-79 anni, mentre gli under 60 che hanno già ricevuto la prima dose, riceveranno anche la seconda".
Così il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario per l'emergenza Covid, si è espresso a Piediripa di Macerata parlando degli ultimi sviluppi sulla somministrazione del vaccino anglo-svedese. "L'Ema - ha sottolineato il generale - ha detto che AstraZeneca è un vaccino sicuro e spero che la vicenda si concluda così".
"Tra questo trimestre e il prossimo arriveranno 30 milioni di dosi AstraZeneca, che potranno essere destinate, quindi, anche alla platea degli over 60 fino ai 79 anni che è di circa 13 milioni e 275 mila utenti", ha ricordato Figliuolo, aggiungendo che "di questi 2 milioni e 270mila ha già ricevuto la prima dose".
Intanto ieri ha parlato il premier Mario Draghi in conferenza stampa. A proposito delle riaperture ha detto che si possono studiare per quelle regioni che sono avanti con le immunizzazioni. Il tutto dipende dai vaccini: “stiamo tornando al ritmo prima di pasqua ed entro fine mese raggiungiamo i 500 mila al giorno.”. Poi ha ammonito Draghi: “"Con che coscienza la gente salta la lista sapendo che lascia esposto a rischio concreto di morte persone over 75 o persone fragili?". "Le dosi di aprile sono sufficienti a vaccinare tutta la popolazione che ha più di ottant'anni e gran parte degli over 75".
"La disponibilità di vaccini non è calata, i numeri sono come prima di Pasqua, sta risalendo secondo il trend previsto. Non ho dubbio sul fatto che gli obiettivi vengano raggiunti", ha detto il presidente del Consiglio.