C’è chi ha dovuto attendere oltre tre mesi per essere vaccinato a domicilio, poiché ultranovantenne e disabile, ed è già una cosa che, di per sé, ha dello scandaloso. Se poi la stessa persona non viene considerata tale c’è qualcuno che dovrebbe essere chiamato a risponderne: ancor più se tale soggetto è un medico, che supporta l’Asp di Trapani proprio nella campagna vaccinale a domicilio.
IL FATTO – Il ‘trattamento sanitario’ in violazione di qualsiasi protocollo vaccinale – volto a monitorare possibili reazioni avverse al vaccino – si è svolto presso l’abitazione di una signora 93enne, di Mazara del Vallo in attesa, dal 24 marzo scorso, di essere vaccinata a domicilio – in quanto pure disabile, con invalidità riconosciuta al 100% – con la 1^ dose. Un dottore alle 11.45 dell’otto luglio scorso, si è presentato all'uscio della signora per effettuare l'attesissimo vaccino anti covid-19. Alla presenza di uno dei figli della signora, e della sua aiutante domestica, non appena terminata l'inoculazione, la squadra, composta dal dott. Ferrara ed un altro operatore, in violazione di qualsiasi protocollo vaccinale, è subito andata via senza aspettare i 15 minuti, previsti dal protocollo nazionale delle vaccinazioni – per monitorare il possibile manifestarsi di reazioni avverse allo stesso. Abbiamo appreso, inoltre, che infischiandosene degli accordi presi con l'Asp di riferimento, l’equipe medica in questione, non ha nemmeno rispettato l'accordo secondo cui avrebbe dovuto avvisare telefonicamente i vaccinandi, con una mezz'ora di anticipo.
L’ASP NE ERA GIA’ AL CORRENTE – Appreso il fatto, noi di Tp24.it abbiamo contattato una serie di responsabili dell’Azienda sanitaria trapanese per informarli di questa incresciosa modalità operativa. La dottoressa (di cui non faremo il nome perché così ci ha chiesto), dell'Asp di Mazara, molto gentile e disponibile, ci ha confermato i numerosi problemi avuti in questi giorni. A suo dire le squadre dell'Esercito italiano che stanno assicurando (si fa per dire, visti i disguidi innumerevoli registratisi, e confermatimi dalla stessa dottoressa) in regime di convenzione con l'Asp di Trapani, la somministrazione dei vaccini a domicilio nella Città di Mazara del Vallo – non starebbero lavorando secondo standard sufficienti. Pare che la squadra in campo sul territorio cittadino, in alcune giornate, abbia assicurato solo sei vaccini, sui venti programmati. Il servizio, così svolto, appare assolutamente insoddisfacente: da un lato, non assicurare il monitoraggio post vaccino mette in pericolo la salute del cittadino in caso di possibili reazioni avverse, nei 15 minuti successivi all’inoculazione; d’altro verso, tale organizzazione, va completamente rivista dato che ci vogliono mesi per ricevere la tanto agognata dose di vaccino anti covid-19 a domicilio.
MA QUALE ESERCITO! LA SQUADRA È DELL’ASP – Ad appena un giorno dal fatto riceviamo la telefonata del dottore Ferrara che ci tiene a precisare alcune cose: “Mi scuso – replica – se non ho rispettato il preavviso telefonico concordato con l’Asp e vorrei dire che mi dispiace se non ho atteso tutto il tempo necessario per monitorare le possibili reazioni avverse, ma solo quei sette - otto minuti che impiego, di solito, per compilare i consensi informati – quando questi non sono già pronti, come in questo caso –. Faccio questo lavoro da alcuni mesi con scrupolo – continua – da quando prestavo servizio nell’Usca di Alcamo che poi è stata chiusa”. E qui si scopre un’altra anomalia, nel caso specifico, raccontata da qualcuno dell’Asp di Trapani: l’Esercito italiano, non c’entra nulla in questo frangente poiché, questa squadra, è direttamente gestita dalla stessa Azienda sanitaria. Scaricabarile o semplice disorganizzazione e confusione? Probabilmente la seconda delle due ipotesi, visti i ritardi e le incongruenze nella gestione della campagna domiciliare a Mazara, in particolare, ma non unico e solo caso, viste le lamentele in tutto il territorio provinciale.
IL GIURAMENTO D’IPPOCRATE – Viene prestato dai medici prima di iniziare la professione e prende il nome da Ippocrate a cui è attribuito (intorno al IV secolo a. C.). Un passaggio dello stesso recita: “In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni offesa e danno volontario”. Per il sollievo dei malati: che nessuno – medico o semplice cittadino – lo scordi mai.
Alessandro Accardo Palumbo
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