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13/07/2021 13:05:00

Truffa e falso: condannato l'ex commissario della Casa di Riposo di Marsala, Ignazio Genna

 – Per truffa in danno della Regione e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale, il giudice monocratico di Marsala Matteo Giacalone ha condannato Ignazio Genna, ex commissario straordinario della Casa di riposo “Giovanni XXIII”, ad un anno e 10 mesi di reclusione.

Secondo l’accusa, Genna avrebbe indotto in errore la Regione inserendo nei bilanci di previsione degli anni 2013 e 2014 dell’Ipab delle voci attive ritenute false per raggiungere il pareggio di bilancio e mantenere in vita l'ente amministrato.

Le indagini sono state condotte dalla Guardia di finanza, che nel 2017, in una nota, accusava Genna di avere indicato nei bilanci di previsione annuali “voci attive per importi considerevoli assolutamente aleatorie e prive di ragionevole certezza, così da simulare la regolare operatività dell’Ipab Casa di Riposo ‘Giovanni XXIII’ anche ai fini dell’ottenimento di ingenti contributi pubblici, erogati in relazione alla mera prosecuzione dell’attività d’istituto”.

L’indagine è stata coordinata dalla Procura di Marsala, alla quale, nell’agosto 2013, proprio durante la gestione di Ignazio Genna, la direzione provinciale della Uil-fpl aveva inviato un esposto a firma di Osvaldo Angileri e Giorgio Macaddino con cui si accusava l’allora amministratore straordinario della casa di riposo marsalese di aver “approvato un bilancio di previsione palesemente falso, basato su entrate in massima parte inattendibili e prive di pezze di appoggio contabili”.

A difendere Ignazio Genna sono stati gli avvocati Carmelo Carrara e Adriana Giacalone, che dopo la sentenza hanno affermato di essere in attesa del deposito della motivazione per predisporre l'atto di appello e a tal proposito dichiarano: “Sicuramente sarà fatta giustizia in appello poiché non c'è stata nessuna induzione in errore della Regione Sicilia più volte messa a conoscenza della situazione dal Genna, il quale aveva rappresentato con dati contabili alla mano la grave situazione di crisi dell'opera pia, chiedendo l'intervento immediato della Regione e profilando, in difetto, la necessità di procedere con l'estinzione, addirittura anche nelle more dei 30 giorni per l'approvazione o meno del bilancio di previsione che si asserisce essere stato falsificato. a tal proposito si evidenzia che non può parlarsi di false attestazioni, ma di mere previsioni e quindi di giudizi in relazione ai quali non è configurabile il reato di falso”.