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03/10/2022 06:41:00

Il Pd nella palude, il centrodestra pensa al governo: i nomi

 Che il problema del Pd non sia solo il nome lo hanno capito tutti, della stessa opinione è anche Achille Occhetto: prima i contenuti, le linee programmatiche, poi semmai un nome nuovo.

Stiamo parlando di un Partito Democratico che ha perso la sua vera identità, che ha cercato di rifarsi la pelle con una alleanza, quella con i Cinque Stelle, che ha portato qualche percentuale in più e che gli è stata tolta appena Giuseppe Conte ha fatto marcia indietro.

Non ha saputo sposare le grandi battaglie vicino alla gente, che fa fatica ad arrivare già alla terza settimana del mese, un partito che si dice vicino alle donne ma che alle stesse non garantisce e riconosce posizioni apicali all’interno dello stesso.

Delle contraddizioni in termini che in questa competizione, come nelle altre a dire la verità, ha messo a nudo tutta la fragilità di un partito che vaga e in questo vagare l’elettorato fluido ha deciso di spostarsi da un’altra parte.

E mentre il Pd rincorreva i punti percentuali il M5S parlava di temi cari alla sinistra, come la lotta alla povertà. Giuseppe Conte lo dice chiaramente: non siamo solo il partito del reddito di cittadinanza e il partito dovrà formare una classe dirigente solida anche al nord del Paese.

L’elettore fedele, nella maggior parte dei casi, è l’elettore che ha una tessera di partito in tasca, altrimenti è un elettorato che si sposta, che prova chi ancora non ha votato, per tentare un cambiamento.

Occhetto in una intervista a Repubblica ha centrato il nocciolo della questione: “Non ha alcun senso indire un congresso per decidere se stare con Conte o con Calenda. Il Pd deve capire come stare con sé stesso e con la società italiana. Altrimenti muore”.

Intanto il centrodestra lavora al nuovo governo, ad Arcore sabato si sono incontrati i leader della coalizione, Giorgia Meloni chiede la presenza di ministri di alto profilo, il momento da attraversare sarà difficile, così per il Ministero dell’Interno si parla di un Prefetto, Giulio Terzi.

Forza Italia punta su Antonio Tajani, spendendo il suo nome sia per gli Esteri che per gli Interni. Nomi che si rincorrono ma la formazione del governo non arriverà prima di fine ottobre.

Giorgia Meloni, prima donna a diventare Presidente del consiglio dei Ministri in Italia, a cui sono giunte le congratulazioni di tutte le formazioni politiche, dovrà faticare molto per resistere e cristallizzare il consenso di cui è stata destinataria.

E’ successo già in passato con la Lega, con Renzi e con il M5S, percentuali importanti e poi è andato tutto disperso.
Il voto è liquido, si sposta da una parte all’altra, nessuna differenza ideologica ma si vota il leader più credibile e ritenuto più affidabile.