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03/03/2023 07:27:00

La rete di Messina Denaro: in carcere la sorella Rosalia. Ecco il pizzino che ha portato al suo arresto

14,00 - Sono decine i pizzini scoperti dopo l'arresto dell'ex latitante. Messaggi arrotolati, sigillati con il nastro adesivo, spesso avvolti in piccoli pacchetti, e indirizzati a destinatari indicati con nomi in codice di "Fragolone (soprannome della sorella Rosalia), Fragolina, Condor, Ciliegia, Reparto, Parmigiano, Malato, Complicato, Mela". I pizzini venivano veicolati attraverso una catena, più o meno lunga, di fedelissimi, che lo stesso boss, nei suoi scritti, definiva 'tramiti'.

Nel sistema del latitante finora ancora più impenetrabile di quello degli altri capi, però, c'era una falla. Per anni Messina Denaro ha adottato mille cautele, prima fra tutte quella di non Iasciare traccia dei biglietti che venivano rigorosamente distrutti dopo la lettura.

Stavolta però il boss è stato il primo a non osservare la regola "avendo la necessità di dialogare in termini più brevi e con minori precauzioni con i suoi familiari, - scrive il gip - e talvolta di conservare la posta, soprattutto quella in uscita, come promemoria delle innumerevoli faccende che gli venivano sottoposte". Un errore che ha commesso anche la sorella Rosalia che, si legge nella misura cautelare, "ha colpevolmente evitato di distruggere alcuni dei pizzini ricevuti dal fratello o comunque, ne ha trascritto il contenuto su appunti manoscritti e occultati nella sua abitazione a Castelvetrano e nella sua casa di campagna a Contrada Strasatti di Campobello di Mazara". Tra l'altro Contrada Strasatti è a Marsala. Forse i carabinieri si riferiscono a Contrada Strasatto, a Castelvetrano. 

Comunque sia, gli errori hanno consentito ai carabinieri di acquisire "preziosissimi elementi probatori da cui potere documentare con certezza il ruolo di tramite e di fedele esecutrice degli ordini del latitante svolto dalla donna nel corso di diversi anni".


Che i rapporti con la figlia naturale Lorenza del boss Matteo Messina Denaro non fossero buoni era noto. La riprova è in un pizzino del capomafia trovato alla sorella, Rosalia, arrestata oggi. dai carabinieri. Il capomafia racconta di aver letto il necrologio che la nipote del mafioso Leonardo Bonafede aveva fatto dopo la morte del nonno. "Ah, questa ragazza è cresciuta senza padre, lo arrestarono il padre quando lei era molto piccola", racconta Messina Denaro. "Dai conti che faccio è poco più grande di Lorenza, quindi stessa generazione, e sicuramente si conoscono arche perché andavano nello stesso liceo negli stessi anni. Quello che so di questa ragazza: è cresciuta con la madre, ha studiato, ha fatto il liceo scientifico, poi si è laureata in architettura credo, ed oggi lavora sfruttando la sua laurea. - spiega- Fu sempre fidanzata con lo stesso ragazzo un paio di anni fa si è sposata con lo stesso, e la scorsa estate ha avuto una bambina. Vi ho raccontato la storia di lei perché ha fatto il necrologio, ma vi potrei raccontare la storia di tante con il padre assente e della stessa generazione, perché sono informato di tutte quelle a cui manca il padre". "Ebbene, - sbotta - nessuno ha fatto la fine di Lorenza, sono tutte sistemate, che voglio dire? È l'ambiente in cui cresci che ti forma, e lei è cresciuta molo male". Riferendo una frase del necrologio in cui la Bonafede si dice onorata di appartenere al nonno, il boss conclude: "la mancanza del padre non è di per se' motivo di degenerazione educativa, è solo Lorenza che è degenerata nell'intimo, le altre di cui so sono tutte cresciute onestamente".

"Essere incriminati di mafiosità, arrivati a questo punto lo ritengo un onore. Siamo stati perseguitati come fossimo canaglie. Trattati come se non fossimo della razza umana. Siamo diventati un'etnia da cancellare. Eppure, siamo figli di questa terra di Sicilia, stanchi di essere sopraffatti da uno Stato prima piemontese e poi romano che non riconosciamo. Siamo siciliani e tali volevamo restare". Così scriveva il boss Matteo Messina Denaro in un messaggio rivolto ai suoi familiari. "Hanno costruito una grande bugia per il popolo. Noi il male, loro il bene. Hanno affossato la nostra terra con questa bugia. - proseguiva - Ogni volta che c'è un nuovo arresto si allarga l'albo degli uomini e delle donne che soffrono per questa terra. Si entra a far parte di una comunità che dimostra di non lasciare passare l'insulto, l'infamia, l'oppressione, la violenza. Questo siamo ed un giorno sono convinto che tutto ci sarà riconosciuto e la storia ci restituirà quel che ci ha tolto la vita".

 

11,10 - "Fragolone". Si faceva chiamare anche così, in codice, Rosalia Messina Denaro, nei pizzini del boss latitante, suo fratello Matteo, con i quali impartiva ordini e dava indicazioni sulla gestione degli affari della famiglia mafiosa di Castelvetrano.

E' uno dei particolari che emerge dall'operazione che ha portato oggi all'arresto della donna.  

Rosalia Messina Denaro, prima di quattro sorelle del boss Matteo catturato il 16 gennaio scorso, è stata arrestata con l’accusa di associazione mafiosa per avere fatto parte di Cosa nostra; aver aiutato l’ex latitante a rimanere uccel di bosco per trent’anni; avergli consentito di continuare a guidare l’organizzazione criminale; aver gestito la cassa della «famiglia mafiosa» e garantito le comunicazioni del fratello con gli altri associati.

Il rapporto tra Rosalia Messina Denaro e suo fratello durante la latitanza sarebbe stato strettissimo. Lo dimostrano i numerosi pizzini ritrovati nella casa della donna, arrestata oggi 3 marzo, l’unica delle quattro sorelle a vivere da sola nella storica abitazione di famiglia a Castelvetrano. E poi un quadro con il ritratto dello stragista di Cosa Nostra che lo raffigura con la corona in testa e i tipici occhiali da sole a goccia. Poco più in là un altro ritratto, quello di don Ciccio, il capostipite della dinastia Messina Denaro, presente anche con una foto in una cornice d’argento sul tavolo in salotto. Secondo quanto emerso dalle indagini della procura di Palermo, Rosalia e Matteo Messina Denaro si sono visti in diverse occasioni nel corso della latitanza del boss. La donna seguiva passo passo l’evolversi della malattia di suo fratello, come dimostra anche il pizzino in cui la donna aveva appuntato con dovizia di dettagli una sorta di diario clinico con tanto di date delle operazioni a cui il latitante era stato sottoposto.

I pm indicano nell’ordinanza che “deve evidenziarsi che Rosalia Messina Denaro vanta una serie di stretti rapporti familiari di elevatissimo lignaggio mafioso, di talché, se lasciata in libertà potrebbe – anche in via indiretta – pesantemente inquinare le prossime e complesse acquisizioni in corso che riguardano la documentazione sequestrata il 16 gennaio” in quanto “Cosa nostra, in particolare i mandamenti di Castelvetrano e Mazara del Vallo, ma soprattutto la famiglia Messina Denaro con ben due componenti (padre e figlio) rimasti latitanti uno fino alla morte l’altro per ben 30 anni dimostrano che la capacità di darsi alla fuga non solo è altamente probabile ma anche assolutamente praticata. Nessun dubbio dunque sulla sussistenza del pericolo di fuga“.

09,10 - Ecco il pezzino che ha portato all'arresto di Messina Denaro.

E' stato trovato nell'intercapedine di una sedia, a casa di Rosalia Messina Denaro, la sorella del boss arrestato oggi. 

Sarebbe stato un appunto dettagliato sulle condizioni di salute del boss Matteo Messina Denaro, scritto dalla sorella Rosalia e da lei nascosto nell’intercapedine di una sedia, a dare agli investigatori l’input che ha portato, il 16 gennaio scorso, all’arresto del capomafia latitante da 30 anni. Il particolare emerge dall’inchiesta della procura di Palermo che oggi ha portato all’arresto per associazione mafiosa di Rosalia Messina Denaro. Lo scritto è stato scoperto dai carabinieri del Ros il 6 dicembre scorso mentre piazzavano delle cimici nell’abitazione della donna. L’unica, a differenza delle altre sorelle del boss, a vivere da solo.

Quel giorno, gli investigatori erano entrati di nascosto per piazzare una microspia, avevano scelto il salone, dove la donna è solita stirare: smontando la gamba di una sedia di metallo hanno trovato una sorpresa, un biglietto in cui c’era il diario clinico di una persona. "Adenocarc, 3 novembre 2020 lo so, 9 novembre ricovero, 13 operazione. Persi 11 chili". E poi ancora: "Sei luglio 2021 è ritornato (…) Ridotto fare tre cicli. Gennaio 2022 altra tac. Se si riduce ancora abbassiamo la che (chemioterapia – ndr)". Era il diario clinico di Matteo Messina Denaro, che la donna aveva trascritto sulla ricevuta di un vaglia inviato al figlio detenuto.

Quando i militari scoprono il pizzino nella sedia decidono però di non portarlo via ma lo fotografano per analizzarlo con calma, il tutto anche per non insospettire la donna. Dietro l’appunto, scritto a mano, c’è un vero e proprio diario clinico di un malato di cancro. In un passaggio si legge «è ritornato nel colon in tre punti» ma anche «fianco destro e sinistro». In basso vengono menzionate alcune cure a cui sottoporsi: «fare tre cicli» e «gennaio 2022 altra tac». Infine «se si riduce ancora abbassare la che (chemioterapia, ndr)». Partendo da queste indicazioni dettaglia sulla patologia – tra cui un’operazione – gli investigatori iniziano degli accertamenti, prima al ministero della Salute e poi sulle banche dati sanitarie nazionali. In questo modo arrivano a identificare un maschio di età compatibile con quella del latitante che si è sottoposto agli stessi interventi chirurgici indicati nell’appunto. Si tratta di Andrea Bonafede, geometra di Campobello di Mazara e nipote del boss locale.

I tabulati telefonici dimostrano, però, che il geometra non può essere il paziente oncologico di cui si parla nel pizzino, perché nei giorni in cui il malato subiva le operazioni, una a Mazara del Vallo l’altra a Palermo, Bonafede si trovava a casa sua a Campobello. Gli indizi a quel punto conducono tutti su Matteo Messina Denaro. Il 16 gennaio 2023, alle 9.15, scatta il blitz che mette fine alla trentennale latitanza del padrino di Castelvetrano.

07,00 - Ha aiutato il boss nella sua latitanza. Arrestata all'alba di oggi, 3 Marzo 2023, la sorella di Matteo Messina Denaro, Rosalia.

Per Rosalia Messina Denaro l'accusa è di associazione mafiosa. Secondo la procura antimafia ha gestito la cassa della famiglia mafiosa di Castelvetrano e curato la trasmissione dei "pizzini" con gli ordini del boss. 

Rosalia Messina Denaro, chiamata in famiglia Rosetta, è la più grande dei fratelli Messina Denaro. E' sposata con Filippo Guttadauro, condannato per associazione mafiosa a 14 anni. Ed è la madre di Lorenza Guttadauro, l'avvocato di 44 anni che Messina Denaro ha scelto come suo legale di fiducia dopo il suo arresto. 



Native | 2024-04-25 09:00:00
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