Da alcuni documenti e note da parte degli uffici regionali, in particolare dell'assessorato regionale del 15 ottobre del 2013 e una nota del Genio Civile dell’8 febbraio 2024 le realtà appare ben diversa e in entrambi i documenti si attesta come non ci siano i fondi.Nel documento dell'Assessorato Infrastrutture della Regione Siciliana indirizzato al Comune di Marsala, all'allora sindaco Adamo, si afferma che non esistono al momento fondi previsti nei capitoli di bilancio regionale, né a livello nazionale né comunitario, per il finanziamento dell'intervento di messa in sicurezza del porto di Marsala. La nota evidenzia che, pur assumendo il ruolo di Stazione Appaltante per il progetto, il Comune dovrà provvedere ad attuare le procedure amministrative senza alcuna copertura finanziaria già stanziata per quest'opera. La Regione ipotizza comunque che l’intervento possa trovare potenziali fonti di finanziamento nel prossimo ciclo di Programmazione comunitaria 2014-2020 o attraverso altri strumenti di programmazione economica, come l’Accordo di Programma Quadro o il Contratto di Sviluppo Integrato (C.I.S.).
Sull’attuale situazione del porto di Marsala e su ciò che non va per la realizzazione di questa infrastruttura, abbiamo fatto delle domande e chiesto il parere del consigliere comunale Nicola Fici, ecco il sua articolato pensiero: “Il recente dibattito sul porto di Marsala non può che trovare il mio personale apprezzamento, considerato che la messa in sicurezza del bacino portuale risulta essere una necessità non soltanto per lo sviluppo economico della città ma anche, e soprattutto, per fronteggiare un’acclarata esigenza di intervenire in un’area che, di anno in anno, risulta sempre più degradata e ai limiti della navigabilità a seguito dell’insabbiamento dei fondali".
"Tuttavia, devo esprimere il mio disaccordo nei confronti di certe dichiarazioni e alcune allusioni che sono state esternate da taluni soggetti politici, in quanto ricostruiscono le tappe del passato in modo fuorviante e non veritiero - continua Fici - . Ciò genera confusione e distrazione rispetto a quella che, invece, a mio avviso, dovrebbe essere l’unica domanda da porre al governo regionale, ossia quella di chiarire quali sono le reali motivazioni per cui ancora oggi il Genio Civile non ha potuto sottoscrivere il contratto con la ditta aggiudicataria dell’incarico di progettazione di fattibilità tecnica ed economica riguardante la messa in sicurezza del porto di Marsala.
A riguardo, risulta interessante l’articolo dell’11 febbraio 2024, pubblicato su Mondoedintorni.it dove si riporta la risposta fornita dal Genio Civile (nota 17171 dell’8 febbraio 2024) circa le motivazioni della mancata stipula del contratto relativo alla progettazione del porto di Marsala, afferma: “si fa presente che, sebbene la gara per l’affidamento dell’incarico del servizio sia stata già espletata e completata con il provvedimento di aggiudicazione efficace, ad oggi non è stato possibile stipulare il relativo contratto in quanto le somme necessarie per la copertura finanziaria non sono ancora disponibili, né tantomeno è stato disposto il finanziamento necessario alla costruzione dell’opera.”
Dove sono le coperture finanziarie per la realizzazione del porto? “A mio avviso, è quindi evidente che anche il Genio Civile, così come fece qualche anno prima il dirigente del Comune di Marsala per l’utilizzazione del fondo di riserva, pone una condizione di primaria importanza rispetto alla possibilità di portare avanti l’iter progettuale, costituita per l’appunto dall’esistenza di una concreta copertura finanziaria necessaria alla costruzione dell’opera. Che Marsala si doti di un progetto risulta ovviamente essenziale, ma è necessario che, in via preventiva, il Governo Regionale chiarisca una volta per tutte da dove intende attingere le risorse necessarie per consentire a una città importante come Marsala di dotarsi di un porto degno di nota”, continua Fici.
Il consigliere Fici affronta alcuni aspetti tecnici sulla barriera di protezione del porto - Spero altresì che la stesura del nuovo progetto tenga comunque conto degli studi e dei pareri già resi in questi ultimi dieci anni, nell’ambito dei quali è emerso che, a prescindere dalla questione della compatibilità del progetto pubblico con l’attuale piano regolatore portuale, l’unica barriera di protezione del bacino portuale prevista nell’attuale piano regolatore portuale — che è la diga foranea di sottoflutto — è stata concepita in entrambi i progetti, pubblico e privato, con una tecnica (quella dei cassoni) che presenta molteplici criticità riguardo alla presenza di bassi fondali e all’impossibilità di realizzazione dei cassoni in ambito portuale. Infatti, l’avvenuto superamento della tecnica dei cassoni originariamente prevista per la realizzazione della diga foranea di sottoflutto e la necessità di riprogettare l’ampliamento e il prolungamento del molo di sottoflutto (unica barriera di protezione del bacino portuale prevista nel vigente piano regolatore portuale) con palificazioni in cemento armato sono emersi sia in modo implicito dal cambio di rotta adottato dal progettista del progetto pubblico, Ing. Viviano — che, per la realizzazione del prolungamento del molo di sopraflutto (il cosiddetto “Uncino” non più previsto nel piano regolatore portuale), ha previsto la realizzazione di pali di grande diametro al posto dei cassoni —, sia in modo esplicito dalle dichiarazioni rese dall’Ing. Migliorino, tecnico esperto in progettazione di opere marittime coinvolto dalla Myr, durante la conferenza di servizi tenutasi in sala giunta municipale in data 13 giugno 2019”.
E sul porto abbiamo intervistato anche il consigliere comunale Rino Passalacqua - “Da 30 o 40 anni si parla della possibilità di avere un porto degno della quinta città della Sicilia", afferma Passalacqua. "Ad oggi ritengo che la situazione del porto sia disastrosa, per molteplici motivi e per mancate azioni, o bluff — non saprei come definirli. In alcuni casi ne sono stato testimone, durante il periodo in cui ero amministratore, delle vicende legate al progetto di realizzazione di un porto privato, che aveva ottenuto l’accordo di programma con la Regione tramite la legge Burlando. Tuttavia, questa realizzazione non è mai avvenuta, poiché il privato non ha rispettato le scadenze e gli step necessari per completare il progetto.”
“Il piano regolatore del porto, approvato per soddisfare le esigenze del progetto privato, ha di fatto messo in una brutta situazione chi opera nel porto di Marsala. Queste attività, sia chi si occupa della pesca sia chi si occupa di diportistica - continua Passalacqua - si trovano in una situazione di pseudo ‘abusivismo,’ e in questi anni è stata negata loro qualsiasi possibilità di accedere a finanziamenti o opportunità di sviluppo delle proprie imprese. Questo perché i luoghi che usano non sono conformi alla destinazione d’uso prevista. I danni sono inimmaginabili. Mi piacerebbe sentire chi vive di porto. Noi dobbiamo rilanciare la nostra marineria — non c’è solo quella di Mazara del Vallo. Credo che il porto abbia bisogno di essere rilanciato, rispettando le persone che vi lavorano e vi investono.”
“Tra l’altro, in questi anni, a proprio rischio e pericolo e con la precarietà a cui sono soggetti, molti operatori del charter turistico hanno investito somme importanti per l’attività di diporto, consapevoli dell’incertezza del loro futuro. Credo che sia compito del consiglio comunale decidere su ciò che deve essere il piano regolatore del porto. Alcuni miei colleghi sono un po’ in confusione in questi giorni: i lavori che devono essere fatti al porto riguardano la messa in sicurezza delle infrastrutture e non hanno nulla a che vedere con il piano regolatore o le destinazioni d’uso. Ora è compito della politica di questa città salvaguardare chi sta investendo sul porto.”
Qui la video intervista completa a Rino Passalacqua.
Vent'anni di promesse mancate, ecco alcune delle tappe salienti - Il Porto di Marsala rappresenta da decenni una promessa di sviluppo mai pienamente realizzata, segnato da lunghe attese e iter burocratici complessi. L'approvazione del piano regolatore del porto, arrivata nel 2003 tramite un decreto dell'Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, aveva dato il via a una serie di iniziative progettuali. Tra il 2003 e il 2004, sotto la guida del sindaco Eugenio Galfano, si avvia la progettazione, con una richiesta di finanziamento di 22 milioni di euro all'Assessorato Regionale al Turismo presentata il 30 dicembre 2004. Nel 2013, l’amministrazione del sindaco Giulia Adamo introduce un nuovo progetto del porto, ottenendo il parere favorevole del Genio Civile, pur mancando ancora la procedura VIA-VAS del Ministero dell’Ambiente, avviata nel novembre dello stesso anno. Il 17 ottobre 2014, l'approvazione del progetto definitivo della società MYR Marina di Marsala. Il 15 aprile 2016 viene firmato un Accordo di Programma tra il Comune (sindaco Alberto Di Girolamo) e la Regione Siciliana per il progetto della MYR. Con l’entrata in vigore, il 2 settembre 2016, del nuovo Piano Regolatore del porto, sembrava che il rilancio fosse finalmente alle porte; tuttavia, nel marzo 2020 la Regione revoca la concessione alla MYR. Un altro passo è compiuto nel marzo 2021, quando il sindaco Massimo Grillo annuncia l'assegnazione di 644 mila euro dal fondo di rotazione per la progettazione, e, più recentemente, dopo il passaggio della competenza per la progettazione alla Regione, nel maggio 2023, quest'ultima aggiudica la progettazione per la messa in sicurezza del porto e la viabilità portuale. Vent’anni di progetti rimasti in sospeso e promesse mancate, con il Porto di Marsala, gli operatori della marineria e del comparto turistico che attendono ancora un futuro all'altezza delle sue potenzialità strategiche per il rilancio economico della città.
Dopo vent'anni di promesse e tentativi incompiuti, il porto di Marsala resta un’infrastruttura fondamentale per il rilancio economico della città, ma tuttora bloccata da ostacoli burocratici e finanziari. Le testimonianze di figure come i consiglieri Nicola Fici e Rino Passalacqua esprimono il disagio di una comunità che vede nel porto un'opportunità di crescita, ma che continua a subire rinvii e incertezze sul futuro. Oggi, più che mai, è necessario che la Regione e il Comune trovino una via chiara e concreta per garantire i fondi e sbloccare l’iter necessario alla messa in sicurezza e allo sviluppo dell’area portuale. La speranza è che il tema del porto non diventi solo un argomento da campagna elettorale, visto che tra un anno i cittadini marsalesi torneranno alle urne per eleggere il sindaco e il consiglio comunale. Marsala merita un porto che rispecchi la sua importanza e non sia più oggetto di promesse mancate.
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