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29/12/2025 10:30:00

“Forzati a partire”, due giorni di formazione a Erice promossi da Badia Grande

Due giornate intense di studio e confronto sul tema delle migrazioni forzate si sono svolte a Erice, nei locali della Biblioteca Civica “Vito Carvini”. L’iniziativa, dal titolo “Forzati a partire: diritti, politiche e futuri possibili”, è stata promossa dalla Cooperativa Sociale Badia Grande ed è stata rivolta agli operatori dei Centri di Accoglienza per migranti impegnati nei progetti SAI e FAMI.

 

Il corso di formazione, strutturato come un full immersion, ha coinvolto assistenti sociali, psicologi, educatori, operatori legali e professionisti dell’immigrazione, con l’obiettivo di rafforzare competenze e strumenti operativi su temi complessi e di grande attualità: migrazioni forzate, tratta degli esseri umani, vulnerabilità e accoglienza. Per l’iniziativa è stato richiesto anche il riconoscimento dei crediti formativi da parte dell’Ordine degli Assistenti Sociali, a conferma dell’alto profilo professionale del percorso.

 

L’evento, patrocinato dall’Università degli Studi di Palermo e dal Comune di Erice, nasce dalla consapevolezza che un’accoglienza competente e consapevole rappresenti un elemento chiave per favorire reali percorsi di integrazione e costruire una società più inclusiva. All’apertura dei lavori erano presenti le dirigenti della Cooperativa Badia Grande, Greta Margagliotti, Anna Maria Ruggirello e Francesca Strippoli. A portare i saluti istituzionali è stato il sindaco di Erice, che ha sottolineato il valore della formazione continua su temi sociali delicati e il ruolo fondamentale delle reti territoriali.

 

Cuore dell’iniziativa è stato il contributo di Ignazia Bartholini, professoressa ordinaria di Sociologia e Sociologia di Genere all’Università di Palermo, che nelle sue relazioni ha analizzato le migrazioni forzate come conseguenza di diritti negati, soffermandosi sulle diverse vulnerabilità che colpiscono donne, uomini e minori. Guerre, povertà, persecuzioni e politiche restrittive – è emerso – alimentano circuiti di sfruttamento e tratta spesso invisibili, che richiedono agli operatori una costante capacità di lettura del contesto e un aggiornamento continuo.

 

Particolarmente toccante la testimonianza di Buba Bah, autore del libro “La strada del coraggio”, che ha dato voce alle esperienze vissute lungo le rotte migratorie: dalla detenzione alla traversata del mare, fino al difficile percorso di ricostruzione personale. Un racconto che ha restituito umanità e concretezza ai numeri delle migrazioni.

Ampio spazio è stato dedicato anche alle attività pratiche, con esercitazioni di role playing e simulazioni guidate dalla sociologa Rafaela Pascoal, pensate per rafforzare le competenze operative degli operatori impegnati quotidianamente nell’accoglienza. Al termine delle due giornate sono stati rilasciati gli attestati di partecipazione.

 

L’evento di Erice ha rappresentato un momento di confronto concreto e qualificato sui temi della tratta e dell’accoglienza, ribadendo la responsabilità condivisa di chi opera in prima linea a contatto con le persone migranti. È emersa con forza la consapevolezza che solo competenze solide, reti attive e uno sguardo umano e sensibile possono trasformare l’accoglienza da gestione dell’emergenza a costruzione di futuri possibili, contribuendo a una società più giusta e inclusiva