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06/12/2017 04:15:00

Da un Parlamento di abusivi ad un altro Parlamento di abusivi?

di Leonardo Agate - Stiamo per uscire da un Parlamento eletto in base a una legge dichiarata illegittima dalla corte costituzionale, che però non ha imposto termini per l’approvazione di una nuova legge rispettosa della Costituzione. Gli attuali parlamentari, che scadranno con il prossimo scioglimento delle Camere, hanno seduto sui comodi scranni e hanno legiferato essendo stati eletti in modo illegittimo. Lo stesso rischio potrebbe succedere con la votazione che si farà la prossima primavera con il Rosatellum – bis. Potrebbe succedere che la Corte Costituzionale lo dichiari in seguito incostituzionale, e potremmo avere per altri cinque anni parlamentari abusivi.

Senonché il M5S ha depositato un ricorso alla Corte costituzionale su un presunto conflitto di interessi tra poteri dello Stato: da una parte i gruppi parlamentari e dall’altra parte il Governo. Perché? Semplice, il Governo ha posto la fiducia sulla legge elettorale, evitando che i singoli articoli fossero esaminati e discussi. Così il Governo ha fatto approvare una legge importante, nell’ultimo scorcio della legislatura, ponendo la fiducia per l’urgenza.

Il Parlamento ha avuto a disposizione anni di tempo per approvare la nuova legge elettorale, ma se ne è ricordato in zona Cesarini, ricorrendo alla fiducia. Il presidente della Repubblica non ha battuto ciglio e ha promulgato la legge.

Se la Corte Costituzionale, che per il 6 dicembre ha fissato l’udienza preliminare sull’ammissibilità del ricorso, lo riconoscesse fondato, potrebbe fissare un’altra udienza d’urgenza per trattarlo nel merito, e prima di andare al voto si potrebbe avere la definitiva sentenza della Corte.

Non ci pronunciamo sulle probabilità che il ricorso presentato venga dichiarato ammissibile. Non ne abbiamo la competenza, ma abbiamo capito che il Rosatellum – bis è stato costruito al solo scopo di mettere fuori giuoco il M5S. Il meccanismo della legge è tale che se il M5S prendesse da solo la maggioranza dei suffragi, avrebbe in Parlamento meno parlamentari delle fittizie alleanze di partiti e partitini che preventivamente si coalizzerebbero. La conseguenza sarebbe che il presidente della Repubblica incaricherebbe, per la formazione del Governo, il capo della coalizione dei partiti che avrebbe ottenuto il maggior numero di voti, anche se ogni singolo partito della coalizione avesse ottenuto meno voti del M5S. Ciò non assicurerebbe la futura governabilità, perché le preventive provvisorie alleanze tra i partiti, dopo le elezioni si sfalderebbero, quando si tratterebbe di spartirsi i posti di Governo e di sottogoverno. Non tutti gli appetiti dei partiti della coalazione vincente potrebbero essere soddisfatti. Né i vari partiti hanno l’obbligo di presentare un programma comune. Ogni partito aderisce alla coalizione con un suo programma diverso da quello degli altri.
Bisognerebbe avere una grande fiducia nella Corte Costituzionale, e sperare che, dichiarato ammissibile il ricorso del M5S, entrasse poi nel merito e dirimesse la questione della costituzionalità della nuova legge elettorale prima di andare al voto. Ma personalmente ho nella Corte Costituzionale la stessa fiducia che ho negli altri pubblici poteri, cioè scarsa. La Corte, tra l’altro, è infarcita di componenti nominati dal precedente presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha fatto e disfatto a suo piacimento le regole della democrazia parlamentare, fino ad arrivare a nominare tre presidenti del Consiglio privi di investitura elettorale: Monti, Letta e Renzi. Seguendo questa brutta tradizione, l’attuale presidente della Repubblica, Mattarella, ha incaricato di governare Paolo Gentiloni, pure lui senza investitura elettorale.
Stando così le cose, che Dio ce la mandi buona.



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