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06/04/2020 07:22:00

Altri giovani vogliono tornare in Sicilia per Pasqua. Certificati falsi contro i divieti

 La settimana di Pasqua è iniziata, e molti giovani che studiano o lavorano nel Nord Italia e che non sono ancora rientrati in Sicilia nelle prime due ondate di "esodo da coronavirus", vogliono approfittare delle vacanze per scendere. Da un lato è legittimo volersi ricongiungere con i propri cari, e fuggire dall'isolamento in una città "straniera". Dall'altro lato, però, le regole sono stringenti per tutti. E' vietato allontanarsi dal proprio domicilio se non per motivi di assoluta necessità. Anche perché in Sicilia, dove i dati si tengono miracolosamente bassi, tutti i contagi sono avvenuti a causa di gente venuta dal nord che ha contagiato parenti e amici. Il pranzo di Pasqua in famiglia non vale il rischio di contagiare tutti. Dobbiamo tutti sacrificarci. 

Per avere una pezza d'appoggio e tornare, grazie ai pochissimi collegamenti rimasti, c'è addirittura chi prepara, con qualche medico compiacente, un certificato medico (ovviamente non per coronavirus...) con l'obbligo di un periodo di riposo in Siciilia, o per una visita specialistica che solo in Sicilia si può fare... 

I rientri sono già iniziati. Un giovane agrigentino ad sempio ha provato a rientrare in città ma è stato  denunciato alla polizia dalla nonna. Decisione che ha scatenato una violenta lite familiare. Venuta a conoscenza del ritorno dal Veneto del nipote, la donna ha chiesto spiegazioni al padre del ragazzo che ha protestato.

Attirati dal trambusto, i vicini hanno contattato la polizia e agli agenti la donna ha spiegato le motivazioni del litigio aggiungendo anche che "il ragazzo non deve scendere perché potrebbe avere il coronavirus. Questo il motivo per cui mi sono arrabbiata". Brava nonnina...



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