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28/02/2021 09:25:00

Nuovo piano per i vaccini. Ecco qual è l'obiettivo 

 L'Italia cambia piano ancora una volta per i vaccini. 

Arrivare a moltiplicare per cinque o per sei l'attuale media di vaccinazione, con l'obiettivo a regime di riuscire a somministrare oltre 600mila dosi al giorno, circa 19 milioni di dosi al mese. Questo il piano vaccini della Protezione Civile.

Si tratta di coinvolgere una buona parte dei 300 mila volontari della Protezione civile nazionale nell'accelerazione del nuovo piano di vaccinazione che potrebbe scattare da fine marzo. Lo scrive il Corriere della Sera presentando il piano vaccinale della Protezione Civile. Diverse migliaia sarebbero i medici e i sanitari aggiuntivi che potrebbero affiancare quelli delle Regioni. Per arrivare a moltiplicare per cinque o per sei l'attuale media di vaccinazione, con l'obiettivo a regime di riuscire a somministrare oltre 600mila dosi al giorno, circa 19 milioni di dosi al mese.

Ad oggi in Italia sono state somministrate 4,2 milioni di dosi, sono stati vaccinati (con due dosi) quasi 1,4 milioni di italiani, la media nazionale di somministrazione della dosi disponibili è del 72 per cento, con alcune Regioni che vanno più spedite e altre che procedono in modo più lento. L’ingresso in campo della Protezione civile dovrebbe servire anche a rendere omogenea su tutto il territorio nazionale la velocità del piani di prevenzione.

Aifa è favorevole alla strategia della prima dose con richiamo ritardato, sulla stessa stregua della Gran Bretagna? "E' una strategia possibile quella di favorire una vaccinazione più rapida, anche se non ottimale, del doppio di persone. La scelta finale spetterà al ministro e al governo". Lo dice Nicola Magrini, direttore dell'Agenzia italiana del farmaco, Aifa, in un'intervista al Corriere della sera. La sua idea? "Meglio indossare due scarpe buone che una sola malandata". E ancora "Sputnik ha dati interessanti, ma andrà approvato prima dall'Ema, come Unione Europea. Se l'Italia volesse fare una decretazione d'urgenza per saltare questo passaggio, e' una scelta politica, non tecnica".