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09/09/2022 06:00:00

Trapani, Marsala, Mazara.  Tornano in provincia di Trapani le Vie dei Tesori. La guida

Le Vie dei Tesori ritorna nel Trapanese, in assoluto la provincia più visitata negli ultimi anni in questa prima tranche del festival di settembre. Trapani, Marsala e Mazara del Vallo saranno visitabili con un unico coupon. Si parte sabato prossimo (10 settembre) e si va avanti per tre weekend, sempre sabato e domenica, fino al 25 settembre.

A Trapani per la prima volta non sarà al fianco delle Vie dei Tesori l'associazione Agorà Trapani. "Abbiamo aperto alla fruizione Chiese (conosciute e non), Palazzi Privati, Luoghi Pubblici in stato di abbandono, Cortili e Atrii. Ci siamo affidati a grandi professionisti e fini narratori che ci hanno fatto passeggiare col naso all’insù facendoci emozionare. Abbiamo istituito percorsi esperienziali, narrazioni teatralizzate, cantieri a cielo aperto e molto altro. E, non per ultimo, abbiamo reinvestito tutti gli introiti del Festival per il recupero di un’opera e/o di un bene che è stato immesso nel circuito dell’edizione successiva creando un sistema virtuoso di economia circolare. Il tutto creando rapporti sinergici col tessuto sociale, con le scuole, con il mondo dell’associazionismo (che non finiremo mai di ringraziare per il modo in cui si sono prodigati) e con vari enti pubblici" spiegano dall'associazione.

"Senza mai lesinare energie, sbattendo contro i muri di gomma, attraversando notti insonni, armandoci di scope e palette, abbiamo creato un palinsesto di anno in anno sempre più corposo" continua Aogrà Trapani, ringraziando i volontari che a titolo grauito hanno dato il loro contributo. "Quest’anno siamo stati costretti a passare il testimone. All’interno della nostra associazione non abbiamo più le risorse per portare avanti questo impegno con la cura e l’abnegazione che ci ha contraddistinto. Ci pesa molto dover scegliere di mollare e darla vinta ai detrattori ma dobbiamo farci da parte".

TRAPANI. Trapani si fa bella e apre ville e villini; si sente elegante e si veste di corallo; ma non dimentica le mani dei suoi lavoratori. Il nuovo viaggio dentro la città fa tesoro di molte esperienze precedenti, richieste a gran voce dal pubblico. Sedici siti, alcuni inediti, molti altri graditi ritorni, composti in un unico programma da Emanuele Barbara: come la visita speciale che attende chi sceglie la Prefettura, con le sue sale decorate e le numerose opere d’arte.

L’anno scorso è stata una new entry, quest’anno replica: la Ducale Marmi a Custonaci, da raccontare sulla scia della storia degli scalpellini che alla fine della guerra, con Trapani distrutta, dovettero attingere a nuove cave sul territorio. Ma se si vuole veramente conoscere un’arte antica, allora bisogna sedersi di fronte Platimiro Fiorenza, tesoro dell’umanità: dalle sue mani il corallo ne esce vivo e morbido, la sua bottega è un pozzo di storie, con un progetto da costruire.

Eccoci alle residenze: apre Palazzo Riccio di Morana, oggi sede della Presidenza della Provincia regionale di Trapani. Sulla sua facciata neoclassica, voluta da don Giacomo Riccio, barone di Sant’Anna ed Arcudaci, spiccano alcune statue che rappresentano le virtù morali della famiglia dei Morana. Un altro gioiello è Palazzo Montalto: progettato negli anni Venti del secolo scorso dall’architetto trapanese Francesco la Grassa per il notaio Giacomo Montalto, è un exploit di ferro battuto, decorazioni floreali e vetri, ringhiere e volute, rosette e tralci: Liberty allo stato puro, soprattutto nell’esuberante appartamento del giudice Gian Giacomo Ciaccio Montalto che morirà ucciso da Cosa Nostra. Due le ville che entrano nel circuito: nell’ultimo weekend, Villa Aula è a pochi passi dall’antica via Fardella, popolata dai sontuosi palazzi dei nobili trapanesi. È una signorile ed elegante residenza di fine Ottocento fatta costruire dall’architetto Gaspare Incagnone, amministratore delegato dei Florio, che ovviamente attinse al loro stile, a partire dalle vetrate del Bevilacqua e del Gregoretti. E il Villino Nasi, gioiello Art Nouveau che spicca sulla lingua di terra, tra Torre di Ligny e la Colombaia, di fronte allo scoglio Palumbo. La costruzione della villa, che la città di Trapani volle donare al suo concittadino, l’ex ministro Nunzio Nasi, iniziò nel 1898. L’interno è ancora arredato con mobili d’epoca e pezzi d’arte tra cui un busto di Nasi di Ettore Ximenes, ma ospita l’istituto universitario di Biologia marina. E visto che siamo in zona, non lasciatevi scappare la Torre della Colombaia che quest’anno si trasforma in esperienza di narrazione delle antiche carceri che si raggiungono solo in barca - “La Colombaia è un luogo significativo per la città - dice Anna Maria Parrinnello, neo direttore del Museo Pepoli che gestisce il sito – fa parte della sua memoria più autentica” - Ecco il ritorno di Torre di Ligny, costruita nel 1671 per difendere la costa esposta alle incursioni dei corsari barbareschi. Un secolo dopo si vedevano ancora i cannoni installati sul tetto. Durante la guerra divenne postazione antiaerea. Restaurata nel 1979, ospita il Museo civico, e una collezione di archeologia marina. Fuori dal centro storico, si raggiungerà il museo della Pesca dentro la Tonnara Bonagia. Si potrà godere della vista incomparabile dal campanile di san Domenico e a Palazzo D’Alì si perderà il conto delle finestre e si potrà assistere alla visita teatralizzata con protagonista donna Clotilde che abitò queste stanze (a cura degli Amici del Museo Pepoli). Le chiese: dalla più imponente, la cattedrale di San Lorenzo, alla sontuosamente barocca Cappella della Mortificazione, vera iconografia da “regno della morte” al Collegio dei Gesuiti con una commovente Immacolata del Marabitti alla chiesa delle Anime Sante del Purgatorio con la tomba del famoso architetto (a cui si deve gran parte dei palazzi e delle chiese di Trapani) Giovanni Biagio Amico; la chiesa di San Domenico, nella parte più alta del centro storico, edificata dai Domenicani. Sulla facciata accoglie un bellissimo rosone del Trecento. All’interno della chiesa, l’affresco di ispirazione bizantina della Madonna del Latte; un raro esempio di Crocifisso doloroso gotico considerato miracoloso che sembra arrivi dalla Palestina e la bellissima Cappella dei Crociati, orientata verso Gerusalemme.

Tre le passeggiate: la prima, condotta da Renato Lo Schiavo, seguirà le orme di uno scrittore vittoriano, Samuel Butler che rilesse l’Odissea ambientandola tra le Egadi e Pantelleria. La seconda, condotta dall’ex direttore del Museo Pepoli e del Museo Riso, oggi al parco archeologico di Segesta, Luigi Biondo, rintraccerà la simbologia di una Trapani nascosta, da scoprire “a naso in su”. Infine, sull’autobus di linea ATM, si potrà raggiungere la riserva orientata delle saline di Nubia, regno della Calendula maritima, della fascinosa Salicornia, popolato da fenicotteri rosa, spatole, aironi bianchi, garzette, falchi di palude, avocette, Cavalieri d’Italia, fraticelli, calandrelle.

MARSALA. Marsala è alla sua quarta partecipazione al Festival, sempre con il supporto logistico di Nonovento che sin dall’inizio è stata al fianco delle Vie dei Tesori. E mai come quest’anno è stato costruito un programma che affonda nella storia antica, in stretto rapporto con il parco archeologico che mette a disposizione alcuni suoi siti. Li racconta il direttore dei Musei di Baglio Anselmi e del Parco di Lilibeo, Bernardo Agrò. “Abbiamo riportato alla luce le necropoli monumentali di via del Fante – il complesso più significativo della Lilibeo ellenistico-romana con i piccoli monumenti funerari a forma di piramide gradinata -, gli spazi delle Insulae di via delle Ninfe e le aree dalla Plateia Aelia, una delle vie principali della Lilibeo romana, cuore della vita pubblica. Tutti volti di metaprogetto generale di valorizzazione che guarda al futuro”.


A Marsala in tutto i siti visitabili sono nove: dalla cripta della chiesa di San Francesco con inattesi affreschi manieristi; alla chiesa del Purgatorio con la cupola a maioliche verdi; a San Pietro e Paolo (soltanto l’anno scorso è stata riaperta al culto) che nasce come chiesa del convento delle suore Oblate Benedettine che accoglievano le fanciulle facoltose; agli stucchi barocchi della chiesa di Santo Stefano, con il suo camminamento segreto, ma da non perdere è anche il santuario della Madonna Cava nata per accogliere una Madonnina miracolosa. Infine, la vista dalla terrazza di palazzo VII aprile. Passeggiate ve ne raccomandiamo una, ma imperdibile: perché avrà un Virgilio d’eccezione come Piero Gallo, pronipote di Abele Damiani, maggiore dei Garibaldini, che in seguito divenne anche Ministro del Regno d’Italia. Con lui si riannoderanno le fila dell’epopea dei Mille, e si sottolineeranno i momenti cruciali in cui la storia di Marsala incrociò la Grande storia dell’Unità nazionale.
Ma Le Vie dei Tesori a Marsala è soprattutto legata ai cinque sensi si potrà partecipare a esperienze inattese, si accederà per esempio al famoso campanile del Carmine e vi sembrerà di oscillare mentre salirete i gradini della scala elicoidale; allo Stagnone si volerà a bordo di un Piper, o ci si potrà rivitalizzare la pelle con uno scrub al sale immergendosi nella cosiddetta acqua fatta o acqua madre della salina Genna che elimina le tossine; mentre a Mozia vi attenderanno gli archeologi della Sapienza per delle visite tematiche alla scoperta dell’isola dalle mille sfaccettature; ma si potrà anche a una visita teatralizzata, ospiti virtuali dei distinti signori Whitaker. E se volete fare un salto all’indietro nel tempo, sedetevi accanto a una delle ricamatrici di Percorsi di filo e osservatela lavorare: con il vostro minikit da ricamo potrete imitarla.

 Sono sei le cantine che apriranno le porte per visite e degustazioni: si seguirà il viaggio del Marsala dalle vigne alle botti alle navi “vinaccere”, ai vini di ultimissima generazione, spesso passati di padre in figlio. Partecipano le Cantine Pellegrino che hanno messo a disposizione i loro inesauribili archivi di famiglia; le Cantine Florio affacciate sul mare; le Cantine Bianchi nell’antico baglio Woodhouse, specializzate in liquori e distillati; alla Curatolo-Arini di parleranno di Vito e del suo sogni di produrre vini del territorio; le moderne cantine Fina dove si fa vera innovazione e le cantine Martinez, a Capo Boeo, che la famiglia possiede dal 1866.

MAZARA. Tra le tre città del Trapanese, Mazara del Vallo è stata l’ultima ad aderire al festival, ma lo ha fatto sin da subito con grande trasporto. Questa è la terza edizione, curata sul territorio da Liliana Ingenito: undici siti con un focus importante sul complesso di San Nicolò Regale, che mostrerà sia la sua architettura profondamente normanna, quasi una Cuba importante, che i mosaici romani che si trovano proprio sotto la chiesetta e che forse facevano parte della piscina di una domus romana; scoperti nel 1933, abbandonati per anni, sono finalmente di nuovo visibili. Ma la chiesetta è solo un punto di partenza: in quella che fu la più estesa e ricca Diocesi di Sicilia, voluta da re Ruggero, il festival porterà alla scoperta della Regale Abbazia di Santa Maria dell’Alto (o delle Giummarre) che secondo la tradizione, parrebbe risalire al 1085, anche se gli storici non sono d’accordo tra loro sulla datazione. È considerato un monumento normanno fra i più interessanti del periodo, unico esempio in Sicilia occidentale di copertura a volta a botte traversa, con estradossi a vista. Molto interessante la cappella del Seminario di fine Settecento, a forma ovoidale. All’interno, la biblioteca custodisce un Fondo antico con i tomi più preziosi, ma in tutto conta 45mila volumi, tra manoscritti, incunaboli, cinquecentine, libri pubblicati tra il 1660 e il 1850. Tra i pezzi più importanti, quattro pergamene che risalgono al XIII e al XIV secolo, e un rarissimo Diario di Gian Giacomo Adria, sulla storia e geografia mazarese. Ritornano le visite a quel luogo magico che è Sant’Ignazio dei Gesuiti, un rudere a cielo aperto, costruita tra il 1701 ed il 1714, crollata nel 1927 per un dissesto strutturale e da allora priva di copertura; nell’ultimo trentennio della sua vita fu Cattedrale, poi chiusa al culto e trasformata in deposito e vivaio comunale. C’è poi San Francesco nata in stile arabo-normanno, che divenne convento francescano, caserma dei carabinieri, poi carcere femminile, fino al 1970 quando fu abbandonata: è stata restaurata da un paio d’anni; San Michele Arcangelo, la chiesa del Monastero delle Benedettine, un tesoro barocco inaspettato, con uno stupendo pavimento di maiolica cosparso di fiori splendenti. E se il Collegio dei Gesuiti oggi si è trasformato in uno spazio espositivo (ospita una sala dedicata a Pietro Consagra), i tesori della Diocesi trovano spazio al Seminario dei Chierici che ospita il Museo Diocesano: tra i pezzi più importanti, la splendida croce processionale della chiesa madre di Salemi, datata 1386, e una collezione di reliquiari, tra cui quello di Santa Rosalia. Bellissime le sculture: il monumento funebre del vescovo Montaper to di Domenico Gagini, le statue di Sant’Ignazio e San Bartolomeo e un drammatico Christus patiens in alabastro carnicino attribuito al Marabitti.

Dall’inventiva di Emmanuele e Francesca, e della figlia Tania, è nata una “casa d’artista” che schiaccia l’occhio a Gaudì: Casa Lombardo è un cantiere aperto, casual, pop, una sorta di Biennale di Venezia in piccolo. Emmanuele crea le sue sculture en plein air, Francesca disegna e realizza mobili e suppellettili, Tania appende le sue tele. La visita si chiude al Teatro Garibaldi, vera e rivoluzionaria “sala del popolo” che costò 2355 ducati ai cittadini e fu costruito in soli tre mesi utilizzando il legno delle barche dismesse. Due le passeggiate in programma: alla scoperta della casbah by night e del quartiere più multiculturale che esiste; e un tour nei quartieri storici (San Giovanni, San Francesco, Giudecca e Xitta) dell’antica città murata.

LE ESPERIENZE. Incocciare il couscous, partecipare alla vendemmia o assistere a una visita teatralizzata al Collegio dei Gesuiti. Esperienze da non perdere a Mazara: alla cooperativa Habibi si prepara il couscous alla maniera antica e alla fine si può anche assaggiare con un brick tunisino sì, ma ingentilito dal gambero rosso di Mazara e da un calice di vino locale. Invece lo storico baglio Aimone sarà solo uno spunto per avvicinare la riserva naturale integrale di Lago Preola e Gorghi Tondi, cuore dell’oasi protetta WWF. Sarà possibile seguire la vendemmia e partecipare a una visita guidata della cantina e una degustazione. Infine il drammaturgo Giovanni Isgrò da tempo studia le vicende dei primi missionari perseguitati in terra giapponese: ci ha costruito sopra un racconto teatrale che recupa la figura di padre Giovanni Matteo Adami, gesuita mazarese martirizzato a Nagasaki nel 1633. Padre Bartoli illustrerà i principali supplizi a cui erano sottoposti i missionari cristiani.

UNIONE MAESTRANZE. L’Unione Maestranze di Trapani è partner del Festival. Sei le giornate (dal 10 al 25 settembre), che il Festival, giunto alla quinta edizione quest'anno coordinata dal Comune di Trapani, dedicherà alla nostra città. Numerosi i luoghi storici che saranno aperti al pubblico, tra i quali ancora una volta la Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio. Dopo il successo della scorsa edizione, i Sacri gruppi dei Misteri, attrazione di prim'ordine per i tanti turisti presenti, saranno vestiti a festa e adornati di tutto punto così da mostrare al mondo tutto il loro fascino intriso di arte, storia, tradizione, cultura e fede. L'accordo, che per la prima volta in assoluto vede l'Unione Maestranze tra i diretti protagonisti firmatari, rappresenta un ulteriore punto di crescita e rinnovamento culturale per Trapani e per tutto il popolo dei Misteri, che avrà così la possibilità di far conoscere i suoi inestimabili tesori anche ai tanti turisti che popolano la Sicilia Occidentale in questi ultimi scampoli della stagione estiva. “Siamo lieti ed onorati – dichiara il presidente dell’Unione Maestranze di Trapani Giovanni D’Aleo – di avere aderito al circuito virtuoso de ‘Le vie dei Tesori’. Dare la possibilità di ammirare i Sacri gruppi dei Misteri e la loro Processione in un periodo diverso dalla Settimana Santa è un nostro dovere, morale prima che civico. Si tratta della storia e delle tradizioni di un intero territorio che ha tutte le carte in regola per essere conosciuto e apprezzato al pari di tutte le altre meravigliose bellezze culturali che il nostro splendido Paese conserva”. “Un grazie particolare va – conclude D’Aleo – al Rettore della Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio don Alberto Genovese che grazie alla sua dedizione e lungimiranza consentirà, anche quest'anno, la realizzazione di questa nuova, splendida avventura”. Si comincia il 10 e fino al 25 settembre, durante gli ultimi tre fine settimana di settembre, i tesori trapanesi saranno a disposizione di quanti vorranno innamorarsene.

CUSTONACI. Per il secondo anno, le cave di Custonaci ritornano protagoniste de “Le Vie dei Tesori”. Nei prossimi tre weekend di settembre, da sabato 10 a domenica 25, sarà infatti possibile visitare la Cava di Contrada Noce da cui la Ducale Marmi estrae la Petra Ducale, particolare ed elegante venatura di Perlato di Sicilia. Un modo per fare scoprire uno dei gioielli della manifattura siciliana attraverso un festival che, anno dopo anno, sta creando un circuito sempre più virtuoso tra cittadini e territorio. “Il nostro comparto – afferma il presidente della Sezione Marmo di Sicindustria Trapani, Giovanni Castiglione – rappresenta un’eccellenza nel panorama nazionale e internazionale. La provincia di Trapani ha assunto ruoli di primo piano proprio grazie al suo bacino marmifero, che è il secondo più grande in Italia, dopo quello di Carrara, e iniziative come questa servono a promuoverlo, facendo vivere la storia, la cultura e l’unicità di un territorio, ma soprattutto creando valore aggiunto al marmo stesso.

Per partecipare a Le Vie dei Tesori basta acquisire il coupon per l’ingresso con visita guidata sul www.leviedeitesori.it o negli infopoint allestiti durante il Festival in ogni città. Un coupon da 18 euro è valido per 10 visite, da 10 euro per 4 visite e da 3 euro è valido per un singolo ingresso. Per le passeggiate è previsto un coupon da 6 euro. Per le esperienze, i coupon sono di valore variabile. Consigliata la prenotazione on line su www.leviedeitesori.com. A chi prenoterà verrà inviata per mail una pagina con un codice QR con giorno/orario di prenotazione da mostrare all’ingresso dei luoghi sul proprio smartphone o stampata. In alternativa, ci si può presentare direttamente all’ingresso dei luoghi mostrando la pagina con il codice QR ricevuta via mail al momento dell’acquisto, ma si entrerà soltanto se ci sono posti disponibili. I coupon non sono personali e possono essere utilizzati da più visitatori, anche simultaneamente e in posti diversi, fino a esaurimento del loro valore. Per chi è sprovvisto del coupon “multiplo” saranno disponibili nei luoghi solo ticket da 3 euro. Le scuole o i gruppi organizzati possono scrivere a prenotazioni@leviedeitesori.it.



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