Scrive Nicola, sulla labirintica burocrazia di una circolare regionale

nella consuetudine di una professione,
necessita spesso confrontarsi con leggi, decreti e circolari che regolano la vita quotidiana e spesso ci si confronta con norme complesse da interpretare. Ritrovarsi ad un certo punto con il comma 9 ed eleggerlo ad apologia della burocrazia inutile comporta un certo rispetto e anche il desiderio di condividerlo.
Il comma 9 è inserito
in una circolare dell'ex Assessorato Commercio Artigianato e Pesca della Regione Scicilia in data 19/01/2006 n.1 e recita testualmente "
 

9. Si specifica, infine, che l'art. 8bis della legge regionale n.
28/99, inserito dall'art. 20, comma 20, della legge regionale n. 19 del
22 dicembre 2005, è applicabile solo e in quanto non in contrasto con la lett. f) dell'art. 2 della già citata legge regionale n. 28/99 e con quanto previsto dal comma 1 dell'art. 4 del D.P.R.S. n. 165/2000 e pertanto sino quando la somma delle superfici di vendita non sia ascrivibile a quelle previste dalla lett. g) dell'art. 2 della legge regionale n. 28/99." .
 

Quale contorsionismo legale, quale viscerale tormento ha guidato la mano di chi ha scritto, valutato e promulgato questa norma. La precisazione che precede il corpo del testo inganna il lettore lo porta in un labirinto che rimanda a culture più antiche.
L'immagine del labirinto fu incisa sulla pietra, scavata nella terra, dipinta o costruita, come quello mitico di Minosse. Ma non dimentichiamo quelli che sono forse i più importanti: i labirinti interiori che invitano allo smarrimento o che suggeriscono paure ancestrali. Una vergogna inutile (evitiamo il volgare) una perdita colossale di energie e sempre la celata volontà, in fondo, di non voler mai far capire nulla o almeno creare l'alibi per non farsi capire.

Grazie Nicola Sciacca