Quantcast
×
 
 
04/04/2016 06:20:00

Favignana, anche Legambiente contro la nuova centrale elettrica. Caso in Parlamento

 Continua a fare discutere il caso, sollevato dalla nostra redazione, della nuova centrale elettrica di Favignana. Anche Legambiente si schiera per il no, e lo ha fatto durante un convegno che si è tenuto sull'isola nel fine settimana. 
“ Favignana, come le altre piccole isole italiane, - sottolinea Edoardo Zanchini, vice presidente nazionale di Legambiente - è in qualche modo il simbolo dei problemi energetici italiani, perché l'energia elettrica è prodotta con vecchie e inquinanti centrali a olio combustibile, le bollette per i cittadini sono più alte che nel resto della Penisola. Costruire una transizione per cui queste isole riescano a valorizzare l'energia prodotta dal sole, dal vento, dalle maree, dall'acqua, dalla terra è oggi una sfida affascinante ma anche possibile. Una ricerca che deve essere attenta a integrare queste innovazioni nell'ambiente e nel paesaggio”.
Oggi la produzione e distribuzione dell’energia elettrica è affidata in concessione alla Società Elettrica di Favignana spa che utilizza una centrale termo-elettrica, di 20 MW di potenza installata, alimentati a gasolio e rifornita attraverso navi cisterna. Nell’isola sono installati appena 63 kW di solare fotovoltaico, malgrado le importanti potenzialità per l’utilizzo del solare (1236 kWth/h di radiazione solare annua) ma anche di eolico. L’unico progetto in campo energetico è, però, quello di sostituite la centrale esistente con una da 25 MW, sempre a gasolio, a poche centinaia di metri da Cala Azzurra e da Cala del Bue Marino, in una zona delicata da un punto di vista paesaggistico.
“Fermare il progetto della nuova centrale - dichiara Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia - ed elaborare un piano per rendere Favignana al 100% rinnovabile entro il 2030 è il nostro primo obiettivo. Il secondo è quello di utilizzare il Decreto, che sarà presto approvato dal Governo, per lo sviluppo delle rinnovabili nelle isole minori, per definire i passaggi per un progressivo sviluppo delle fonti rinnovabili. E ancora, rendere conveniente l’autoproduzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, e per questo chiediamo che chi produce l’energia da impianti rinnovabili sia esonerato dal pagamento degli oneri di rete e di sistema, e, infine, benefici di incentivi per l’acquisto di pannelli solari e sistemi di accumulo, proprio per il vantaggio che genera attraverso la riduzione dei prelievi dalla rete”.

Al Senato il portavoce del M5S Vincenzo Maurizio Santangelo, ha presentato una interrogazione al Ministero dello Sviluppo Economico per chiedere tra l'altro se sia a conoscenza del nuovo progetto della centrale elettrica sotto gestione SEA, ma soprattutto se sia stato predisposto il Decreto attuativo della legge 9/2014 per incentivare la produzione e la distribuzione dell'energia elettrica con l'utilizzo di "fonti rinnovabili" nelle isole minori, scollegate dalla rete elettrica della terraferma, ed eventualmente quando sia prevista la pubblicazione: "Sicuramente una nuova centrale con un impatto paesaggistico ed ambientale notevole, come lo sono le tre ciminiere alte 15 metri e tutte le opere previste per il funzionamento, non è quello che serve a Favignana, ma ancor più strano che si possa concedere un parere favorevole da parte della Soprintendenza o di altri organi competenti, vista l'incidenza sull'ambiente". 
Puntare all'incentivazione della produzione di energia elettrica da "fonti rinnovabili", per il portavoce al Senato del M5S Vincenzo Maurizio Santangelo è la strada da percorrere per la sostenibilità dell'ambiente, non dimenticando poi che dalle fonti rinnovabili possono essere garantiti anche i livelli occupazionali. Infatti già nel disegno di legge a sua prima firma  in discussione congiunta con altri disegni di legge sulle "isole minori" in commissione ambiente del Senato, si prevede il raggiungimento della produzione energetica da fonti rinnovabili fino al 100 % del fabbisogno energetico, anche per garantire la produzione di energia non inquinante nell'interesse primario della tutela del paesaggio, della salubrità dell'ambiente e della salute dei cittadini delle isole.
"Adesso si attendono delle risposte - conclude il senatore Santangelo - ma soprattutto ci si aspetta che venga ascoltata la comunità egadina, prima di andare avanti con la costruzione di un nuovo "ecomostro" e, si possa invece valutare seriamente la possibilità di produrre energia pulita. Magari, l'idea di iniziare a pensare alla collocazione di un cavo sottomarino che colleghi l'isola al territorio trapanese per l'utilizzo dell'energia in surplus dei parchi eolici già esistenti, potrebbe essere un inizio, visto che l'energia in surplus sembra che venga dispersa e non inserita nella rete elettrica nazionale".