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24/05/2016 13:45:00

Alcamo, truffa e corruzione: sei arresti. C'è anche l'ex vice sindaco Perricone (Psi)

16,45 - Pasquale Perricone, 61 anni, da quasi trenta è protagonista della vita politica di Alcamo Socialista, ha fondato il movimento Area democratica. Al Comune di Alcamo ha ricoperto varie cariche amministrative: da quella di consigliere comunale a quella più recente, del 2013, quando venne nominato vice sindaco.  Carica che lasciò dopo una trentina di giorni per candidarsi alle regionali nel Megafono di Crocetta. "Nell’ indagine - fa sapere l'emittente Alpa Uno - , che vede coinvolte altri sei alcamesi tutti vicini a Perricone, tra ex consiglieri, ex revisore dei conti al Comune, un ruolo determinante ha avuto la Guardia di finanza di Alcamo che ha passato al setaccio la Promosud, società cooperativa consortile, che si occupa di corsi di formazione e aggiornamenti professionali nella via Goldoni di Alcamo".

15,15 -  La segretaria provinciale del Partito Socialista Italiano, Vita Barbera ha convocato per venerdì sera la segreteria del partito per analizzare la posizione di Pasquale Perricone. Probabile la sospensione dello stesso dagli incarichi di partito, in attesa che chiarisca la sua posizione. Il Psi aveva votato Perricone alle ultime elezioni regionali, prima che lo stesso entrasse dentro il Psi con il suo "movimento", chiamato Area Democratica. 

14,45 - L'inchiesta che ha portato all'arresto di Perricone sconquassa la campagna elettorale di Alcamo, dove lo stesso era impegnato in prima linea a sostegno del candidato Sindaco Benenati, che è anche il suo difensore. Tra l'altro Perricone nel 2012 è stato candidato alle Regionali con la lista del Megafono, quella in cui era candidato anche il futuro Sindaco di Marsala, Alberto Di Girolamo. In quella occasione Perricone arrivò primo e non fu eletto solo per una questione di ripartizione dei seggi. Ecco i voti di quella tornata:

12,00 - Sono stati emessi ad Alcamo 6 ordini di carcerazione e un divieto di esercizio professionale dalla procura di Trapani, su indagini della Guardia di Finanza. Uno ha raggiunto l’ex vice-sindaco di Alcamo, Pasquale Perricone, fondatore del movimento Area Democratica e rientrato, da alcuni mesi, nel PSI.

Perricone è finito in carcere assieme a Marianna Cottone, 33 anni, Emanuele Asta 55enne funzionario dell’ufficio di collocamento e Girolama Maria Perricone, 50 anni, cugina di Pasquale.

Arresti domiciliari per la 58enne Francesca Cruciata, commercialista ed ex revisore dei conti del Comune di Alcamo, e per Mario Giardina del 1964. Infine divieto di esercizio di attività professionale a Domenico Parisi, ex consigliere comunale.

L’inchiesta ruota attorno al fallimento di una società, la “Nettuno Soc. consortile arl” che gestiva i lavori di riqualificazione del porto di Castellammare del Golfo. L’impresa, secondo l’accusa, sarebbe fallita fraudolentemente ed ingenti somme di denaro pubblico sarebbero confluite nella “CEA Soc. Coop”.

Pasquale Perricone, che nel marzo scorso aveva ricevuto un sequestro di conti riferibili alla società cooperativa Promosud, che ha sede ad Alcamo e che si occupa di formazione professionale, sarebbe stato a capo di tali operazioni finanziare seppur il suo nome non figurasse in alcun consiglio direttivo.

Sempre secondo l’accusa lo stesso Perricone sarebbe riuscito a corrompere, promettendo incarichi professionali e posti di lavoro, Emanuele Asta, funzionario dell’ufficio di collocamento e, negli anni ’80, consigliere comunale assieme a Perricone,

Il rapporto Perricone -Asta riguarda il filone dell’inchiesta relativo alla formazione professionale. L’ex vice-sindaco avrebbe lucrato sui relativi fondi mediante la creazione di una fitta rete di società, intestate a prestanomi, mentre Asta avrebbe attestato falsamente la regolarità di corsi fantasma.

Si tratta di una maxi-inchiesta in cui, in tutto, sono coinvolte 32 persone per diversi reati: associazione per delinquere, corruzione aggravata, bancarotta fraudolenta, abuso d’ufficio, intestazione fittizia di beni, truffa aggravata per il conseguimento di finanziamenti pubblici.

Tra i reati contestati a Pasquale Perricone anche quello “di aver lucrato sui fondi stanziati per la “formazione professionale” mediante la creazione di una fitta rete di società (tutte intestate a prestanomi ma di fatto a lui riconducibili) responsabili di aver simulato l’organizzazione di numerosi corsi professionali “fantasma” al duplice fine di ottenere illecitamente ingenti finanziamenti pubblici e allo stesso tempo assegnare posti di lavoro in cambio di favori o altre utilità”.