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25/09/2017 06:00:00

Castelvetrano. Canile e depuratore, ampliamenti incompatibili

La notizia dell’ampliamento abusivo del canile di Castelvetrano , perché a meno di 50 metri dal depuratore, (ne abbiamo parlato qui) scaturisce da un’intervista con il funzionario sovraordinato, l’ingegnere Giuseppe Riccio.

Un epilogo amaro, che certo non è stato causato da una mancanza di autorizzazione da parte del relativo dipartimento della Regione Siciliana.

Il progetto, da quanto emerge dalle carte, è stato però oggetto di una variante in corso d’opera.

Inizialmente era stato infatti deliberato dalla giunta Errante, nel 2014, per 60 mila euro complessivi. Ma durante la fase di avvio dei lavori, il progettista si accorse che proprio quell’area, che avrebbe dovuto ospitare l’ampliamento del canile, era interessata da un altro ampliamento: quello del depuratore, accompagnato da finanziamenti milionari della comunità europea.

L’amministrazione comunale di allora decise quindi di “traslare l’ampliamento (del canile, ndr) in area attigua quella del progetto originario”, appunto, con una variante che portò i costi da 60 mila a 70 mila euro.

 

A maggio del 2015, il progetto “traslato” venne trasmesso al dottor Luigi Mauceri, dirigente del servizio veterinario dell’Asp che, dieci giorni dopo, rispose che non andava bene e indicava delle modifiche.

A luglio il Comune ritrasmise il progetto “traslato e modificato” all’Asp. Dopo un paio di incontro con i progettisti, il dottor Mauceri rilasciò un parere “preventivo” favorevole, impartendo “indicazioni e correttivi”.

Nel settembre successivo, si legge dalle carte, il Comune ha comunicato all’Asp “la presa d’atto solo del parere favorevole, senza considerare le indicazioni/correttivi previsti nel parere predetto, in quanto le prescrizioni, dall’esame dei riferimenti normativi, non trovavano riscontro (secondo il Comune, ndr) e comportavano a questo ente un incremento dei costi di realizzazione”.

In pratica, il fatto che l’ente avesse già subito l’incremento dei costi a causa della “traslazione”, portò a considerare come non necessari gli “aggiustamenti” prescritti dall’Asp.

Ecco, se ci fosse stata sin dall’inizio una funzionale condivisione del progetto con l’Asp, in termini di genuina partecipazione, forse non ci sarebbe stato bisogno di questo carteggio infinito.

 

Ma il punto principale non sta né nell’interlocuzione con l’Asp, né nelle autorizzazioni fornite dalla Regione Siciliana nel 2014. Secondo l’ingegnere Giuseppe Riccio, il problema sta in quella distanza non rispettata di 50 metri dal depuratore.

Ci si chiede a questo punto, ammesso che davvero un giorno venisse realizzato l’ampliamento del depuratore, che fine farebbe quella parte già esistente del canile che si troverebbe quasi a toccare con i nuovi impianti.

Verrebbe “traslato” l’ampliamento del depuratore, o smantellati i box esistenti?

 

Egidio Morici