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05/10/2017 06:41:00

Marsala. Spese pazze Ars, nuova condanna per Giulia Adamo: deve restituire 65 mila euro

 Nuova condanna per Giulia Adamo. L'ex Sindaco di Marsala deve restituire 65.000 euro per spese illegittime fatte con i soldi pubblici quando era deputato regionale e capogruppo all'Ars. La condanna è definitiva e si aggiunge ad una precedente di altre 175.000 euro (questa ancora non è definitiva). 

 La Sezione giurisdizionale d’Appello della Corte dei conti ha confermato la sentenza di primo grado, condannando Giulia Adamo  a risarcire oltre 65 mila euro all’Ars.  Una condanna definitiva giunta per le spese compiute nella scorsa legislatura, scrive la Corte, in qualità di capogruppo del Pdl Sicilia. dove la Adamo approda nel novembre del 2009 e che si aggiunge a quella in primo grado, da 175 mila euro, dovuta alle spese compiute quando l’ex deputata marsalese era invece capogruppo dell’Udc.

A Giulia Adamo è finita anche bene. Perchè la Corte dei Conti le ha fatto lo sconto su circa 100.000 euro di spese, finite in prescrizione. Per il resto Giulia Adamo deve restituire i soldi che ha speso per  “erogazioni a singoli deputati”. Si tratta in particolare di trasferimenti di denaro pari o a oltre 53 mila euro che la Adamo, in qualità di capogruppo, ha destinato ai colleghi parlamentari. Spese non regolari, secondo la Corte dei conti che parla di “un’erogazione a pioggia” che di fatto garantiva “ai deputati un’indennità aggiuntiva e non prevista dalle regole dell’Assemblea”. 

Poi ci sono i soldi per regali e ristoranti. Ma almeno Giulia Adamo ha un consolazione: perchè è finito in prescrizione, e non dovrà quindi restituire i soldi, la cifra spesa per l'acquisto di una borsa Louis Vuitton, per 440 euro.

Poi, Giulia Adamo deve pagare: l’acquisto di tre bottiglie di vino (300 euro in tutto) andate in regalo a un collega, e l’acquisto di un boccale d'argento da 1.690 euro acquistato come regalo di nozze per il figlio di un onorevole. Oltre 7 mila euro sono invece stati spesi in maniera irregolare alla buvette dell’Ars (prescritti quasi 9 mila euro), e 694 euro (mille euro prescritti) per necrologi.

Curiosità: Giulia Adamo è stata anche fortunata. Perché per un mero errore di trascrizione, la cifra contestata è stata di 65.000 euro anzichè 75.000 e alla Corte dei Conti non se ne è accorto nessuno. . Il danno addebitabile alla Adamo, scrive la Corte dei conti, era infatti pari a 75.881 euro, ma il giudice di primo grado, “probabilmente per un errore materiale” ha contestato una somma di 65 mila euro. Una somma non più “appellata”.

“La responsabilità dell’onorevole Adamo – scrive la Corte dei conti - è quella propria di chi,  avendo comunque conseguito la materiale disponibilità del denaro, ne abbia in qualche modo fatto un uso non accorto, contravvenendo alla corretta destinazione delle risorse gestite, in violazione dei principi generali di contabilità e delle norme disciplinanti la contribuzione pubblica ai Gruppi stessi”. Un comportamento che, secondo la Procura generale non può essere giustificato secondo la teoria secondo cui "si è sempre fatto così". Quel comportamento, precisano infatti i magistrati contabili “ non può ritenersi connotato da assenza di colpa grave in quanto fondato su una prassi diffusa prima del 2012, come pure sostenuto dall’appellante. Le prassi, infatti, - si legge nella sentenza - hanno valore quando sono legittime, nel senso che servono a regolamentare comportamenti parimenti legittimi privi di riferimenti normativi procedurali, ma non possono essere prese in considerazione al fine di giustificare comportamenti illegittimi”.

Quando emerse lo scandalo Giulia Adamo fece una conferenza stampa, per difendersi. L'articolo lo potete leggere cliccando qui.