La sottoscrizione è in corso attualmente presso il palazzo Comunale di Castellammare del Golfo e nei giorni 4 e 6 Febbraio 2010, dalle ore 17,30 alle 20,00, presso l’apposito gazebo, di fronte l’Ospedale S.Antonio Abate di Trapani. Il Difensore Civico inoltre, rivolge un vivissimo, pressante appello a tutte le personalità politiche di questa Provincia, affinchè prestino, una volta tanto, il massimo interessamento per un diritto fondamentale dei cittadini della Provincia di Trapani molto spesso dimenticati dai loro rappresentanti democraticamente eletti. Un altro pressante appello viene rivolto ai responsabili della politica sanitaria in Sicilia affinchè venga istituito al più presto anche presso l’Ospedale civico di Trapani il programmato servizio oncologico di Radiodiagnostica e Radioterapia, senza l’alibi della necessità di risparmio per la spesa pubblica sanitaria e di stabilizzazione della stessa, nella consapevolezza che tali motivazioni vanno sostenute non a danno della salute dei cittadini, ma nel porre un concreto argine a tutte le note speculazioni che si verificano nella Sanità Pubblica.
Così si è espresso il vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana Camillo Oddo sul riordino della rete ospedaliera in provincia di Trapani: "Sarà anche ovvio ma è necessario ribadirlo soprattutto in questa fase. Il diritto alla salute è inalienabile. E’ un principio fondamentale che regge l’architrave di qualsiasi sistema democratico. La vicenda, tormentata e contraddittoria, del polo oncologico rientra in questo contesto istituzionale. La richiesta forte che arriva dal territorio per ottenere quel che merita e che gli appartiene per i numeri, i dati e la storia che esprime non è altro che l’affermazione di quel diritto. Non è un approccio filosofico al problema. E’ invece una premessa metodologica. Le norme di questo Paese, di questa Regione dicono che in provincia di Trapani possono essere definiti due centri di radioterapia. E’ un diritto di questo territorio non soltanto rivendicarli ma ottenerli. E’ la difesa del diritto alla salute. I dati attuali ci riconducono ad un riordino della rete ospedaliera che prevede la realizzazione di un impianto di radioterapia all’ospedale “Abele Ajello” di Mazara del Vallo. Risultato importante e da sostenere. L’impianto in questione potrà tuttavia essere realmente operativo soltanto dopo la ristrutturazione complessiva del presidio ospedaliero con una spesa prevista di venti milioni di euro. Passeranno dunque anni. Conosciamo bene i tempi delle opere pubbliche, il sistema dei ricorsi e dei contro ricorsi, la lentezza della nostra macchina burocratica. Ma è comunque una novità positiva che rimanda ad un salto di qualità della sanità trapanese nel suo complesso. E’ bene che questo progetto vada avanti ed anche speditamente. Detto questo, il diritto alla salute dei cittadini della provincia di Trapani invoca e richiede che l’ospedale Sant’Antonio Abate possa avere il suo centro oncologico. C’è un percorso già avviato da tempo. E’ stata individuata l’area e in alternativa si può allocare l’impianto nell’ambito della struttura esistente. E’ stata sottoscritta una convezione tra l’ex ASL ed il Comune di Erice. E’ stato preso un impegno ufficiale dall’ex assessore regionale alla Sanità Roberto Lagalla che assicurò l’inserimento del progetto nella programmazione degli interventi da definire anche sul nostro territorio. Ci si trova di fronte ad un ospedale punto di riferimento di un’ampia parte dell’utenza provinciale. Inutile ancora andare dietro alla sterile polemica sul numero di abitanti del Comune di Erice che ospita la struttura ospedaliera. Il Sant’Antonio Abate è un ospedale di un bacino che copre oltre la metà della popolazione trapanese e di conseguenza non può essere tagliato fuori dallo stanziamento dei fondi per le nuove tecnologie e per il potenziamento dei presidi ospedalieri. Affrontare l’argomento in questi termini significa introdurre elementi di distorsione e di autentica malafede. Il Sant’Antonio ha diritto ad avere il suo centro oncologico con l’adroterapia. Gli addetti ai lavori dicono che si può realizzare in tempi ragionevoli. Ci si rende conto di questa affermazione? Pochi mesi che avrebbero il risultato sicuro e concreto di potenziare la sanità trapanese, anche in questo caso nel suo complesso. Le notizie di stampa segnalano una sorta di “apertura” dell’assessore Massimo Russo. Di una verifica tecnico-contabile che porterebbe all’utilizzo della legge nazionale 67 del 1988 che tuttavia denuncia l’assenza del piano di riparto dei fondi. Se è comunque una soluzione praticabile e concreta che ben venga e si accelerino le procedure. E’ tuttavia sempre più chiaro che la vicenda assume una valenza politica, di volontà politica. L’assessore Russo ha in mano il pallino di questa partita intricata. Ci sono le condizioni per dare alla sanità trapanese dignità, efficienza e soprattutto futuro. Perché è qui il punto che deve essere chiarito fino in fondo. Se il Sant’Antonio Abate non avrà presto il centro oncologico sarà l’intera provincia di Trapani ad essere penalizzata, compresa e non esclusa la città di Mazara del Vallo con il suo ospedale. In attesa della sua corposa ristrutturazione anche i mazaresi dovranno rivolgersi altrove. Ecco perché è irresponsabile e gratuito agitare guerre tra i poveri. Qui è in gioco un diritto, il diritto alla salute di tutto il territorio trapanese. L’assessore Russo faccia le sue riflessioni e verifichi ciò che intende verificare ma non si assuma la responsabilità di privare la sua provincia di un centro oncologico. Ad oggi è così! Mi auguro anche che per i nostri ospedali possa essere presa in considerazione la nuova tecnologia, come nel caso della adroterapia oncologica".
Appreso della decisione della Commissione Sanità dell’Ars sull’Ospedale Sant’Antonio Abate e della richiesta di un ulteriore investimento nel settore radioterapico in provincia di Trapani, il senatore d’Alì ha invece commentato: “Buona l’iniziativa della Commissione Sanità dell’ARS e apprezzamento per l’assessore Russo che sembra orientato ad un ripensamento sul polo oncologico e sul Sant'Antonio Abate. L’azione forte promossa dal territorio ha suscitato la giusta attenzione e la revisione dei piani con maggiore senso di responsabilità verso i cittadini. Auspico che la richiesta della Commissione venga concretizzata al più presto dall’assessore Russo”