Nicola Locorotondo - 66 anni, l’hobby del canto, un ottimismo contagioso e una fede nel futuro da lasciare stupiti - è un biologo siciliano di successo, titolare di un rinomato laboratorio d’analisi a Palermo. Prevede, senza dubbi di sorta, che la “salute” compierà il sorpasso sulla medicina. Proprio così, un sorpasso. Ma che vuol dire?
“Vuol dire che bisogna curarsi quando non si è malati”, sostiene sicuro di sé.
Non la seguo, dottore. Perché dovrei curarmi se non sto male?
“Le patologie arrivano quando non ci si cura per tempo, Ma quando parlo di cura non penso alla medicina, ai farmaci, ma allo stile di vita, all’alimentazione, a tutto ciò che promette lunga vita e buona salute”.
Senza pillole, iniezioni e tutto il resto?
“Proprio così, accanto agli ospedali bisogna realizzare case della salute, luoghi in cui ci si può informare su come vivere a lungo e bene”.
Una rivoluzione…
“Certo, una rivoluzione culturale. Deve entrarci in testa che oggi è possibile avere informazioni sui nostri punti deboli e sui nostri punti di forza”.
Genetica, genoma, biologia molecolare. È di questo che sta parlando, dottore?
“Proprio così, ho investito su questa branca della salute. È questo il futuro, non le pillole da ingurgitare tre volte al giorno…”
Mi sta dicendo che dovrei informarmi sugli anni che mi restano, sulla malattia che mi porterà all’altro mondo?
“Nemmeno per idea”.
Ogni volta che leggo del genoma e dei successi degli scienziati, la questione è proprio questa. Personalmente non ho alcuna voglia di sapere.
“La capisco, ma rifletta sull’utilità di sapere ciò che può accorciare i suoi giorni e sulla possibilità, grazie a questa predizione, di scegliere lo stile di vita più adatto, evitando ciò che può favorire l’insorgenza di una patologia. Non si tratta di essere informati su quanto ci resta da vivere – peraltro assai difficile da scoprire – ma di venire a conoscenza di ciò che rema contro di noi. È ben diverso no?”
Mi sta dicendo che la mappatura del genoma con tutto quello che è venuto dopo, ha goduto di una cattiva immagine? Per via delle assicurazioni, suppongo, che hanno preso la palla in balzo per utilizzare le informazioni.
“Sì, anche per questa ragione, ma oggi occorre prendere coscienza che la prevenzione è andata avanti in modo prodigioso. Non si tratta di fare il solito check-up, magari quando è troppo tardi, ma di avere le notizie utili per campare a lungo e con una buona qualità della vita. Abbiamo tutto da guadagnare con la conoscenza”.
Come si fanno questi esami della salute?
“Un semplice tampone boccale. La chiamiamo medicina predittiva, un metodo personalizzato che indica se un individuo ha o meno la predisposizione a sviluppare determinate patologie, dando la possibilità di definire la strategia terapeutica ottimale e personalizzata. Si ottengono informazioni e strumenti necessari per gestire in prima persona il processo di invecchiamento, aumentando la qualità della vita. Scopriamo così i pliformismi predittivi di patologie. Niente miracoli, né oracoli funesti. Occorre sapere per tempo. Fare un pap test a 50 anni serve a ben poco, tanto per fare un esempio. Guardo alla biologia molecolare e alla genetica come alla medicina del futuro, abbiamo davanti a noi scenari impensabili. Ho investito nella realizzazione di strutture avanzate”.
Che cosa è, dunque, la casa della salute?
“Il luogo in cui si può essere informati sulla maniera migliore per vivere bene e a lungo. Se ciò avviene, avremo ottenuto risparmi notevoli di risorse pubbliche, efficienza e migliore produttività nei posti di lavoro. Occorre cambiare mentalità, curando la salute”.
Lei, dottor Locorotondo, opera a Palermo, in Sicilia. È un pesce fuor d’acqua?
“In Sicilia ci sono aree di alta professionalità in uno stagno”.
La sanità è diventata il fiore all’occhiello del governo.
“L’assessore sta lavorando, ma prevedo tempi lunghi. Ci sono abitudini radicate, difficili da estirpare”.
Può fare una diagnosi più precisa?
“Razionalizzare il settore, eliminando gli sprechi. Esuberi del personali. Mi rendo conto, ci sono padri di famiglia che non possono essere mandati a casa. Il problema andava affrontato a monte. È prevalso il clientelismo, ora sono dolori anche per chi deve affrontare il problema con la voglia di cambiare le cose. Un’impresa titanica”.
Semplificando, qual è la patologia della sanità siciliana?
“Eccessiva politicizzazione. Piuttosto che carriere professionali, sono state incoraggiate carriere politiche. E chi ha investito, e continua a farlo, sull’eccellenza, viene trattato allo stesso modo di chi fa cassa giorno dopo giorno. I “prodotti” ed i “servizi” non sono uguali. È stato sequenziato il genoma, la scienza è andata avanti, le tecnologie aiutano a vivere di più e meglio, ma le risorse vengono investite come se nulla fosse successo”.
Dottore, non mi dica che il suo ottimismo sta venendo meno?
“Ho fiducia nella scienza, nel mio lavoro, nelle nuove tecnologie. Sono ottimista perché consapevole dei grandi risultati ottenuti. Vorrei che la Sicilia entrasse nella nuova era. Per quanto mi riguarda ho, come si dice, la coscienza a posto: investo nel futuro e so di fare bene”.