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10/11/2010 05:10:40

4 indagati in un mese, 11 inquisiti. All'Ars è emergenza per la questione morale

 

Con l'arresto del Presidente della commissione "Cultura, formazione e lavoro", Fausto Fagone, nel giro di un mese, il numero dei deputati della Regione Sicilia indagati in inchieste su mafia e politica è salito a quattro.
A fine ottobre l'avviso di garanzia, era arrivato all'ex assessore Michele Cimino, indagato per compravendita di voti ad Agrigento. Nei confronti del deputato di "Forza del Sud" Franco Mineo, stretto collaboratore di Gianfranco Miccihè, è stato disposto un sequestro dei beniperché sospettato di essere socio del figlio di un boss dell'Acquasanta. Infine il deputato ex Pdl Sicilia Giovanni Cristaudo è coinvolto nella stessa indagine che ha portato all'arresto di Fagone, benché nel suo caso la richiesta di arresto sia stata respinta dal Gip.
Ci sono altri sette deputati indagati per questioni che non riguardano mafia e politica.
Il deputato (e sindaco di Messina) Giuseppe Buzzanca (PdL) è stato condannato per peculato. E' indagato per una questione di appalti il capogruppo del Pid Rudy Maira (gli episodi contestatigli risalgono alla sua sindacatura a Caltanissetta). Per "istigazione alla corruzione" è indagato il deputato Mpa Paolo Ruggirello (per un fatto che riguarda il Comune di Erice), mentre il deputato Pdl Fabio Mancuso è indagato per fatti che risalgono alla sua sindacatura ad Adrano. Il deputato Mpa Riccardo Minardo è indagato per truffa a proposito di un presunto raggiro con fondi dello Stato e dell'Unione europea per la ristrutturazione di un palazzo a Pozzallo. Con l'ipotesi di falso in bilancio sono infine indagati Salvatore Termine e Elio Galvagno del Pd come ex amministratori dell'Ato di Enna (in quanto, per pagare i lavoratori dell’Ato Rifiuti e di Sicilia Ambiente, avevano elevato il valore della società per accedere al fondo di rotazione della Regione siciliana).

Il capogruppo del Pd, Antonello Cracolici, non usa giri di parole: "La politica, dall'Ars ai consigli comunali, è lo specchio della società ed è chiaro che occorre evidentemente spezzare gli intrecci tra mafia e politica, per farlo i partiti devono darsi regole più stringenti - dice Cracolici - Basterebbe per esempio introdurre la regole del blocco delle candidature per esponenti rinviati a giudizio in processi su mafia e corruzione".

"È necessario che la politica faccia una rigorosa selezione della classe dirigente e con riforme che smantellino quel sistema di potere perverso e collusivo", aggiunge il senatore del Pd Giuseppe Lumia. Anche il senatore Enzo Bianco chiede "codici etici rigorosi": "I partiti li adottino come hanno già fatto gli industriali siciliani - dice Bianco - Ai politici si richiedono oggi più che mai comportamenti ineccepibili. E il Pd sarà particolarmente attento, come è doveroso, di fronte a un quadro così allarmante emerso dall'indagine di Catania". "Non possiamo pensare che il dovere di salvaguardare l'etica e la legalità sia affidato solo alla magistratura ed alle forze dell'ordine - aggiunge l'eurodeputato del Pd, Rosario Crocetta - È necessario adesso che la politica dia l'esempio e trovi il coraggio di escludere dalle proprie liste personaggi indagati o condannati".

Anche nel Pdl si parla della necessità di istituire un codice etico: "Condivido pienamente l'idea dell'adozione di un codice da parte della politica, perché intrecci come quelli emersi dall'indagine di Catania impongono un'assunzione di responsabilità da parte nostra", dice il coordinatore del Pdl in Sicilia, Giuseppe Castiglione. Dello stesso parere anche i deputati nazionali Simona Vicari e Domenico Nania.
 

"La Sicilia è da tempo nel guado, così rischia la paralisi” commenta Rita Borsellino, deputato del Parlamento europeo, “Alla situazione dell’Ars – continua - si aggiungono le indagini che riguardano il presidente Lombardo. Le responsabilità personali vanno accertate dalla magistratura. Quello che preoccupa è il sistema di malaffare e clientele che emerge dalle indagini e che inevitabilmente conduce a una paralisi politica e amministrativa che la Sicilia non può permettersi. Tanto più a fronte di una situazione economica preoccupante, come confermato oggi dai dati di Bankitalia”.