Presidente Isde della Sezione di Mazara del Vallo; il Dott. Ernesto Burgio, Pediatra e Coordinatore del Comitato Scientifico Isde Italia; Dott.ssa Gabriella Filippazzo, Direttore Sanitario di Presidio A.O. Cervello (Palermo), membro di ISDE Italia.
In molti casi, la terapia dei tumori infantili consente risultati talora straordinari, con guarigioni un tempo insperate, pur al prezzo di sacrifici e di drammatiche esperienze vissute dai piccoli pazienti e dalle loro famiglie, con percorsi lunghi e difficili anche per le possibili conseguenze a medio e lungo termine. Tuttavia, a fronte di confortanti risultati terapeutici ottenuti in alcune forme tumorali dell’infanzia, stiamo assistendo ormai da decenni e specialmente nel nostro paese, ad un inesorabile aumento dei tumori infantili. Dai dati pubblicati nel 2008 dall’ Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM) riguardanti i dati di incidenza fino al 2002, risulta infatti che nel nostro paese i tassi di incidenza tra 0 e 14 anni per tutti i tumori sono mediamente aumentati del 2% all’anno. La crescita è statisticamente significativa per tutti i gruppi di età e per entrambi i sessi. In particolare tra i bambini sotto l’anno di età l’incremento è addirittura del 3.2% annuo e tra 10 e 14 anni l’incremento è del + 2.4% annuo. Il cambiamento percentuale annuo nel nostro paese risulta il più alto d’ Europa sia per tutti i tumori (+2% contro l’1.1% in Europa), che per la maggior parte delle principali tipologie di tumore; addirittura per i linfomi l’incremento è del 4.6% annuo contro un incremento in Europa dello 0.9%.
Quanto sopra pone interrogativi non rimandabili circa le cause di queste patologie e in particolare circa il ruolo che rivestono fattori di rischio ambientali quali gli innumerevoli agenti cancerogeni chimici e fisici, sempre più diffusi nel nostro habitat ed a cui sono sempre più esposti i nostri bambini fin dalla vita intrauterina. I risultati terapeutici ottenuti non sono di per sé sufficienti a farci ritenere soddisfatti, né ci si può nascondere dietro giustificazioni sicuramente non applicabili al preoccupante aumento di questi tumori (stili di vita, invecchiamento della popolazione, miglioramento delle diagnosi …), anche perché sono sempre più numerosi i dati tossicologici, pre-clinici, biologici che fanno ipotizzare legami forti fra questo fenomeno e l’inquinamento ambientale.
Carlo Cottone