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07/06/2011 13:14:11

D'Alì: "Sui lavori al molo Ronciglio la Regione faccia la sua parte". Interviene anche Fazio

Dopo il decreto interministeriale di compatibilità ambientale è la direzione regionale Territorio ed Ambiente che, se lo ritiene, deve intervenire. Ne dà conferma anche il senatore Antonio d’Alì che fin dall’inizio segue la complessa vicenda, sulla quale è intervenuto recentemente anche il sindaco di Trapani con nota la Prefetto.
«Oggi l’intervento presso la prefettura può accompagnarsi utilmente al lavoro fin qui svolto. La responsabilità, a questo punto, – sottolinea il presidente della Commissione Ambiente, d’Alì – è della Regione Siciliana che non si comprende perché sia tornata a chiedere al Ministero per l’Ambiente, che si è già espresso congiuntamente a quello dei Beni Culturali con un Decreto di compatibilità ambientale, indicazioni per lo sversamento dei materiali di risulta dei lavori al Ronciglio adombrando la necessità di una ennesima valutazione di incidenza ambientale. Il Ministero, come sempre rapidamente, lo scorso 20 maggio, ha già risposto che eventuali nuove procedure (VIA e valutazione di incidenza), se ritenute necessarie, debbano essere espletate dalla direzione regionale».
«Ci fa piacere – dice d’Alì – che, sulla scorta di nostre informazioni puntualmente riferite nella costante attività di promozione delle autorizzazioni necessarie allo sblocco dei lavori di completamento della Banchina Ronciglio, l’autorità locale oggi produca nota informativa alla Prefettura. Per quel che ci riguarda, non abbiamo sospeso un solo momento l’azione di promozione dell’iter burocratico che, se è arrivato al punto in cui si trova, è stato anche per merito delle nostre iniziative. Di tutti questi passaggi la stampa aveva già avuto notizia lo scorso 14 maggio».
«Entrando nel merito del problema: se il punto di frizione è costituto dal luogo di sistemazione dei materiali ancora giacenti sulla banchina di ronciglio - terre e rocce da scavo - e di quelli che dovranno poi essere prelevati per il dragaggio, allora – conclude d’Alì – sicuramente il Comune può utilmente intervenire integrando altre zone, sulla base della aggiornata pianificazione urbanistica, rispetto a quelle previste in progetto, che possano efficacemente ricevere tali materiali. Non vorrei che, infine, il fermo fosse dovuto ad una mancanza di comunicazione tra Genio Civile Opere Marittime, Consorzio ASI - nelle cui aree il progetto prevede siano sistemati questi materiali - e lo stesso Comune. Ribadendo che il livello centrale, in tempo sicuramente più rapido della prassi, ha esaurito le sue competenze autorizzative con il decreto interministeriale, c’è certamente un groviglio di incomprensione tra i livelli istituzionali, locali e regionali».

FAZIO. “Apprendo solo adesso che al Comune verrebbe richiesta un’area per la collocazione del materiale derivante dai lavori al porto. Non mi pare tuttavia che le comunicazioni tra Istituzioni avvengano tramite comunicati stampa. Per quanto mi risulta, nessuna Istituzione ad oggi ha avanzato alcuna richiesta di aree al Comune, ma se vi fosse realmente un’esigenza di questo tipo, l’incontro chiesto al Prefetto si presenta come opportuno per affrontare la questione e conferma la bontà dell’iniziativa”. La precisazione è del Sindaco Girolamo Fazio in relazione ad una presunta mancanza di comunicazione tra Genio Civile Opere Marittime, Consorzio Asi e Comune di Trapani, paventata dal Sen. Antonio D’Alì. “Auspico – prosegue il Sindaco - che l’incontro richiesto al Prefetto possa essere utile per consentire il rispetto di quei tempi annunciati dal sen. D’Alì a metà maggio e che tutti speriamo, per l’interesse della città, possano essere confermati”.
“A scanso di equivoci – conclude il Sindaco – l’unico obiettivo che come Sindaco mi prefiggo è quello che i lavori vengano ripresi e completati al più presto. Non intendo accaparrarmi meriti, ma ritengo sia un dovere nei confronti della collettività che amministro essermi interessato e continuare ad interessarmi della questione, atteso che agli occhi di tutti non può non apparire inaccettabile una situazione che si trascina da ben sei anni, senza vedere soluzioni”.