Toglierebbe al vulcanico sindaco molte scartoffie e comunicati stampa da preparare a difesa dell’”onorabilità dell’ente che amministra”. Soprattutto dopo l’ultimo mucchietto di notifiche. Gli ultimi, in ordine di tempo, a finire nella lista nera di Caravà sono gli ex sindaci di Campobello Daniele Vito Mangiaracina e Giuseppe Stallone, nonché i consiglieri comunali Bartolomeo Dilluvio, Antonella Lombardo, Giovanni Palermo, Vito Firreri e Rosetta Stallone. Tutti in un sol colpo. Tutti per delle dichiarazioni rese congiuntamente attraverso un comunicato stampa divulgato a luglio in cui attribuivano a Caravà atti poco “chiari”. Prima ancora il sindaco del comune belicino aveva querelato il suo predecessore e acerrimo nemico elettorale Daniele Mangiaracina, per le dichiarazioni rese intervistato da una emittente locale. Da un Mangiaracina ad un altro: Vito.
Ex consigliere comunale, querelato anche lui. Questa volta in circostanze un po’ più particolari. Ossia “per il contenuto oltraggioso e calunnioso delle dichiarazioni rese sul profilo del social network facebook del giornalista Giacomo Di Girolamo”. Sugli gli annunci di querela di Caravà non c’è molto da dilungarsi, sono tutti uguali. Le motivazioni sono sempre le stesse. Pertanto un ipotetico assessore non dovrebbe sforzarsi così tanto. “È mio dovere difendere la mia Amministrazione e tutta la comunità di Campobello dalle accuse gravi e destituite di fondamento profuse da chi, intenzionalmente, persegue fini strumentali e ambigui, gettando fango sull’onorabilità della mia persona e della carica che rivesto”, per fare un esempio.
Le querele sono tante e per Caravà, come per tutti i politici, costano solo il tempo per pensarci. Giacomo Di Girolamo, ad esempio, è stato querelato per aver pubblicato il casellario giudiziario di Caravà, in cui c’era scritto che il sindaco di Campobello, tra le altre cose, fu condannato per furto di energia. E prima ancora per aver pubblicato un estratto della relazione semestrale della Dia del 2007, in cui si diceva che Caravà era stato denunciato dalla polizia per voto di scambio: documenti pubblici insomma. Con Daniele Mangiaracina poi, gli scambi sono quasi decennali. Poilitici, giornalisti, consiglieri comunali, internauti e non solo. Perché, a proposito della relazione della Dia, Caravà, intervistato da noi, ha detto di aver querelato anche la polizia… “Sono un sindaco in prima linea, si sono messi tutti contro di me ” ci ha detto nel suo studio. “Guardi, anche se fosse il Presidente Napolitano, lo porterò in tribunale…”. C’è pur sempre un’onorabilità da difendere.
Francesco Appari