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30/12/2011 15:00:07

Valentina Colli: "Che significa essere donna?"

Che significato ha essere Donna? Significa forse essere un bel contenitore vuoto da esibire all'occorrenza, per soddisfare l'ego maschile di chi ci ostenta. Significa forse poter essere solo moglie o solo madre, come una geisha di Kyoto o come una sterile incubatrice. Significa parlare in termini di unità di misura, petto-fianchi-culo, o di iperboliche passerelle sul tacco 12, con stacco di autoreggente e minigonna. Significa probabilmente barattare la nostra femminilità, la nostra sessualità in modo più o meno consapevole, per un diritto: il diritto al lavoro, all'impegno sociale, alla realizzazione personale e professionale. Il Corpo delle Donne, è quello che vediamo mercificato, oltraggiato e violentato sulle pagine dei rotocalchi, moneta sonante per una carriera in tv, gingillo squallido nelle cene d'alto borgo, valuta pregiata in cambio di appalti e incarichi prestigiosi.

L'immaginario maschile, conturbato da satinate lingerie, urta violentemente e si frantuma contro il cervello di una donna: e quindi lo dribbla scaltramente. Le giovani adolescenti, sono Lolite spregiudicate che non conoscono altra alternativa per raggiungere i loro traguardi. A cosa sono serviti i collettivi femministi dagli anni '50 ai '70, le conquiste del voto alle donne, della legge sul divorzio, della 194, se oggi la nostra conquista sono le "quote rosa".

Quote rosa che "concedono" la presenza femminile nella politica del nostro Paese, che aprono i cancelli della riserva indiana, che inaugurano una nuova stagione di prostituzione sociale travestita. Quote rosa che creano l'alibi della cooptazione scientifica di belle donne per gli scranni del parlamento, per le giunte regionali e comunali. Tra una Miss Muretto ed un'igienista dentale. Quote rosa da relegare nei meandri più nascosti delle segreterie dei partiti, a discettare di asili, mense, posti auto e permessi di maternità. Che non diano troppo fastidio. Quote rosa per riempire le liste con candidati poco pericolosi. Quote rosa che servono a riempire le corti dei sultani.

E' con un ipocrita garantismo per le quote rosa che, a Salemi, si indice un concorso per sole donne per nominare il vice sindaco. Requisiti preferenziali, un'età compresa tra i 25 e i 45 anni, non avere degli "sponsor" politici. E la foto. Se a figura intera, non è dato sapere. I curricula verranno esaminati da una commissione composta da soli uomini, tra cui un consigliere comunale ed il Sindaco di altro Comune. Le idonee sosterranno poi un colloquio de visu. Forse per meglio prendere le misure.

Ed è impensabile, svilente, mortificante ed anacronistico che per diventare vice sindaco, in questo Paese, in questa Sicilia gattopardesca, si debba inviare un curriculum. Un curriculum necessariamente non politico, ma corredato da foto. Ci si chiede se si debba sacrificare il merito alle quote rosa: perchè ci sono donne meritevoli e non. Uomini capaci e non. Ci si chiede perchè la forbice anagrafica debba essere così stretta, a garanzia di quali meriti, di quale ulteriore mortificazione per una donna. L'età, come le misure, è pregiudizievole a Salsomaggiore per Miss Italia. La prima è conditio sine qua non, i 90-60-90 verranno constatati in loco.

Abolite le "case chiuse", apriamo le porte del Comune di Salemi.

E in questi nuovi anni di piombo, si continuano a falciare i fiori che potrebbero ingentilire i nostri cannoni".


Valentina Colli

Sinistra Ecologia e Libertà Trapani