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07/03/2012 07:02:49

La politica del non sense

A: Certamente!
C: Bene allora chi gioca in prima base?
A: Sì!
C: Intendo il suo nome!
A: Chi!
C: Il ragazzo in prima!
A: Chi!
C: Quello che gioca in prima base!
A: Chi!
C: Il ragazzo che gioca in prima!
A: Chi è in prima!
C: Adesso me lo stai chiedendo?
A: Ti sto dicendo Chi è in prima base!
C: Bene, ti sto chiedendo chi è in prima base!
A: Quello è il suo nome.
C: Quello è il nome di chi?
A: Sì.
C: Bene, andiamo avanti e dimmelo.
A: Chi.
C: Il ragazzo in prima.
A: Chi!
C: Quello che gioca in prima base.
A: Chi è in prima!
C: Hai un contratto con il primo giocatore?
A: Assolutamente.
C: Chi ha firmato il contratto?
A: Naturalmente!
C: Quando paghi quello che gioca in prima tutti i mesi, chi prende il denaro?
A: Ogni dollaro. Perchè no? E’ un diritto di quell’uomo.
C: Chi è?
A: Sì. Qualche volta viene giù sua moglie e li prende lei.
C: La moglie di chi?
A: Sì.
A=Abbott – C= Costello cioè Gianni e Pinotto.

Noi italiani non amiamo particolarmente il baseball, in compenso abbiamo un numero esagerato di Abbott e Costello (tutti concentrati nello stesso Palazzo) e certamente abbiamo una nutrita schiera di Chi. A me sembra che anche qui succeda la stessa cosa. C’è gente che parla e c’è gente che dovrebbe ascoltare. In realtà nessuno ascolta l’altro. Non è un dialogo, è un delirio. Ognuno dei due tira dritto per la propria strada. E’ il regno del non sense. Per carità! Non mi riferisco ad alcuno in particolare. Specialmente di questi tempi non è proprio il caso di punzecchiare la suscettibilità della casta. Mi piacerebbe sapere, così tanto per passare il tempo, se ci venisse in mente di identificare in “Chi” la nostra asfittica agricoltura, chi la difenderebbe da chi la vuole morta e sepolta? Tanto per portare a conoscenza dei più, ma anche dei famosi “Chi” che dovrebbero farne cosa propria, eccovi una chicca che la Corte Costituzionale ha recentemente promulgato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Sicilia. La sentenza in questione sembra che miri a dissestare ancor più le magre finanze dell’agricoltura siciliana. Il 20 gennaio 2012 la Gazzetta pubblica la sentenza con la quale la Corte Costituzionale boccia la precedente legge regionale, che in deroga alle norme nazionali e comunitarie, autorizzava il cosiddetto “Debbio” ovvero la bruciatura di paglia, sfalci e potature nonché di altro materiale agricolo e forestale nell’ambito dell’azienda in cui si producono. Con la pubblicazione della sentenza il relativo articolo 25 fa decadere la precedente normativa regionale ed introduce il divieto assoluto di effettuare la pratica del “Debbio”.
Quindi a far data dal 20-01-2011 risulta, di conseguenza, esclusa la possibilità della combustione di residui colturali senza la relativa produzione di energia, attività che si configura quindi come smaltimento di rifiuti agricoli sottoposti alla parte IV del codice dell’ambiente e pertanto sanzionabile ai sensi dell’articolo 256 dello stesso codice con la pena dell’arresto da 3 mesi ad un anno o con l’ammenda da 2.600 euro a 26.000 euro,
Agli agricoltori non resterà altro che avviare in discarica i residui agricoli con notevole aggravio di spese di gestione. Certo se potessero conferire la “Biomassa agricola vergine” in impianti di produzione di energia elettrica e termica come già si fa in molte altre nazioni d’Europa farebbero un gran bel servizio all’ambiente, alla comunità ed alle loro tasche. Già più facile a dirsi che a farsi. Hai voglia di organizzare convegni e seminari per promuovere le energie alternative. Parole al vento, e che vento c’è a Marsala.
Detto questo ci viene spontaneo domandarci: ma “Chi” dovrebbe pagare tutto ciò? Il nostro “Chi” al quale hanno anche negato di poter utilizzare il terreno agricolo non coltivato per la produzione di energia alternativa da fotovoltaico?
“L’art 65 del decreto sulle liberalizzazioni è stato approvato dalle competenti commissioni della Camera ed esclude tassativamente l’installazione di impianti fotovoltaici ed eolici su terreni agricoli. Agli impianti solari fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole non è consentito l'accesso agli incentivi statali di cui al decreto legislativo 3 marzo 2011,n. 28.” Ma insomma a “Chi” chi lo difende? Vogliamo continuare a delegare la difesa del nostro territorio ancora a chi? Chi difenderà “Chi”? Ma poi chi è questo Chi? Quanto pesa questo “Chi” sulla bilancia della prossima tornata elettorale? Poco o niente. Perché amici miei, siamo tutti dei “chi” per quei signori lì.

 

Giancarlo Montesano
Presidente Fare Ambiente Marsala