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10/03/2012 15:00:52

"Bullismo". Denunciati due minorenni a Mazara

In particolare si tratta di due distinte indagini scaturite da altrettante denunce presentate da due minorenni accompagnati dai genitori, che hanno riferito dei fatti apparentemente riconducibili a cosidetti casi di “bullismo”, ma che, a seguito degli approfonditi accertamenti coordinati dal Comandante di Stazione Luogotenente Biagio Cicatiello, hanno anche rivelato vere e proprie fattispecie di reato, per altro gravi.

La prima indagine è partita dalla denuncia di uno studente mazarese di 16 anni che aveva riferito ai militari che un giovane gli aveva sottratto il telefono cellulare. Gli accertamenti svolti hanno consentito di identificare l’autore del gesto in un tunisino di 17 anni regolare e incensurato, e di scoprire che lo stesso aveva già da tempo preso di mira la vittima, commettendo ai suoi danni almeno sette rapine. Infatti, negli ultimi mesi, ogniqualvolta aveva incontrato il 16enne nei luoghi di ritrovo degli adolescenti di Mazara del Vallo, mediante minacce si era fatto consegnare piccole somme di denaro (da 2 a 5 euro) e infine anche il telefono cellulare.
Il tunisino ha di volta in volta agito attorniato e supporto da altri ragazzi italiani e stranieri, che con la loro semplice presenza avevano dato un concreto potere di intimidazione alle minacce dell’amico. Sono tuttora in corso degli accertamenti tesi all’identificazione di tutti i componenti di questo “branco”.

L’altra indagine è invece partita da una denuncia per lesioni personali presentata da un 16enne mazarese, contro un giovane di cui non conosceva il nome e che solo poche  volte aveva incontrato per caso.
Il ragazzo è stato accompagnato da Carabinieri dalla madre che lo aveva visto ritornare a casa con delle ecchimosi al volto, poi giudicate guaribili in 6 giorni di prognosi dai medici del pronto soccorso dell’Ospedale Abele Ajello.
Anche in questo caso le indagini hanno consentito di individuare l’autore dell’aggressione – identificato in un mazarese di 17 anni incensurato – ed al contempo hanno permesso di accertare che il pestaggio non era stato un gesto di prepotenza fine a se stesso, ma un vero e proprio tentativo di estorsione finalizzato ad ottenere dalla vittima la somma di 2 euro.