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11/04/2012 04:53:46

Verso la chiusura "Trony" ad Alcamo e a Castelvetrano. Dipendenti in allarme

E invece anche i giganti del settore hanno problemi. Chi fa le spese in questo caso è il gruppo Trony, che in provincia di Trapani conta due punti vendita, ad Alcamo e a Castelvetrano, che vanno verso la chiusura.

Ad Alcamo il negozio Trony chiuderà i battenti domani.  Ufficialmente si tratta di una chiusura temporanea. L’azienda prevede cassa integrazione in deroga a rotazione fino al 31 dicembre 2012. Il punto vendita aveva aperto nel Dicembre 2010, con 700 metri quadri e 7 addetti alla vendita.

Chiusura prevista a breve anche a Castelvetrano, dove Trony  è aperto dal 2005. "Siamo molto preoccupati" si dicono i dipendenti, che hanno avuto comunicata la notizia della crisi ("Pagheremo gli stipendi fin quando potremo") durante una riunione con la proprietà e i sindacati qualche giorno fa.  Il 16 Aprile ci sarà un nuovo incontro. Il Sindaco di Castelvetrano, Gianni Pompeo, si dichiara dispiaciuto.

La crisi dei negozi Trony in provincia nasce da quella del gruppo imprenditoriale palermitano Li Vorsi, che in Sicilia Occidentale gestisce marchio e punti vendita. Il gruppo  opera nell' elettronica con quattro punti vendita, il più grande il Max Living Trony di viale Regione Siciliana e i due di Alcamo e Castelvetrano.

Nel 2011 c’era già stata la richiesta di licenziamento collettivo per 56 lavoratori, trasformato poi in Cig dopo l’accordo con i sindacati.

Per il gruppo Li Vorsi, che conta 171 dipendenti, i tagli hanno riguardato  soprattutto il punto vendita di viale Regione Siciliana, dove sono saltate 39 unità tra cassieri, commessi dei vari reparti, telefonia, hi-fi, giocattoli, elettrodomestici e casalinghi.

L' azienda motiva la decisione con «il perdurare della crisi economica nazionale". Decisiva anche la concorrenza dei colossi della distribuzione. «Per accaparrarsi spazi di mercato - sostiene il management della srl che è stata fondata dalla famiglia Li Vorsi nel 1969 ed è presieduta da Fabio Li Vorsi - promuovono vendite sottocosto con danni incalcolabili per le aziende presenti sul territorio da decenni: il nostro fatturato è calato di oltre il 40 per cento negli ultimi sei mesi».

Nel 2010 il gruppo ha avuto una perdita di esercizio di quasi 3 milioni a fronte di un fatturato di poco oltre i 55 milioni. Nel 2011 le previsioni davano un fatturato di 43 milioni e mezzo, con un decremento del 21 per cento rispetto al 2010 e a meno 45 per cento rispetto al 2007.