Che cos’è | La diarrea è un sintomo di disordine intestinale e consiste sostanzialmente in un’alterazione della consistenza (feci liquide-semiliquide), del volume e della frequenza della defecazione (da 3 a 6 volte al giorno). Solo quando sussistono contemporaneamente questi tre fattori si può parlare di diarrea.
La diarrea è in genere causata da un disordine dell’intestino crasso (o grosso intestino, che si compone di colon e retto), cioè quella parte dell’intestino che ha il compito di riassorbire l’acqua dalla commistione di prodotti di scarto del cibo che ha già subito la trasformazione digestiva e l’assorbimento dei principi nutritivi. Il colon è la parte maggiormente interessata, e quando si verifica un ridotto assorbimento d’acqua oppure un’eccessiva secrezione di fluidi le feci contengono una quantità eccessiva di liquido che l’organismo non è in grado di trattenere.
Le cause di diarrea possono essere molteplici, ma le più comuni sono infezioni intestinali (virali o batteriche), malattie intestinali croniche come il morbo di Crohn o la celiachia, allergie o intolleranze alimentari (come quella al lattosio) e la sindrome del colon irritabile (conosciuta anche come colite spastica o sindrome dell’intestino irritabile).
Sintomi e diagnosi | La diarrea può essere acuta, ricorrente o cronica. Si definisce diarrea acuta quella che insorge improvvisamente e si risolve entro breve tempo (dalle 12 ore sino a 1 settimana); è abbastanza frequente e in genere è la forma più lieve e benigna. Tuttavia quando la diarrea si verifica negli anziani e nei bambini è necessario rivolgersi rapidamente al medico per il rischio di disidratazione. Nei lattanti e nei bambini <3-4 anni è anche possibile dover ricorrere al ricovero ospedaliero quando, oltre alla disidratazione, subentrano febbre e stato confusionale con perdita di peso. Tra le forme acute esiste anche la diarrea del viaggiatore, cioè quella causata da un’infezione batterica nei viaggiatori che si recano in paesi esotici dal clima caldo e umido, con condizioni igieniche scadenti. Vanno considerate acute anche le forme di diarrea dovute all’assunzione di alcuni farmaci: iatrogena (biguanidi, chemioterapici, derivati del ferro, antibiotici).
La diarrea cronica persiste per >2-3 settimane; è la forma associata alla presenza di patologie diverse, come il tumore del colon-retto, il morbo di Crohn e la celiachia.
La diarrea ricorrente è una forma acuta che si ripresenta a intervalli più o meno brevi di tempo; è causata in genere da disordini alimentari, dalla sindrome del colon irritabile, da intolleranze o allergie o da situazioni psicologiche, come lo stress.
La diarrea si può manifestare come sintomo isolato, oppure può presentarsi insieme ad altri disturbi, per esempio dolori addominali, flatulenza, bruciori all’ano, a volte anche febbre o vomito. In alcuni casi nelle feci possono comparire tracce di sangue.
Nella gran parte delle forme acute dell’adulto non sono necessari particolari accertamenti per la diagnosi. Tuttavia in talune forme acute dell’anziano e del bambino è necessario individuare il microrganismo coinvolto o escludere (nell’anziano) la presenza di una neoformazione (tumore). Per individuare il microrganismo coinvolto si ricorre alla coprocoltura (esame microbiologico delle feci), da eseguire presso un laboratorio di analisi che il medico stesso consiglierà. Nei bambini la coprocoltura è consigliata anche per intraprendere quanto prima possibile la terapia adatta. I batteri maggiormente coinvolti sono Salmonella spp., Shigella spp., vibrioni, E. coli; tra i virus sono più frequenti le infezioni da rotavirus, che in genere caratterizzano le enteriti dei lattanti e dei primi anni dell’infanzia. Le forme acute come quella del viaggiatore sono dette tossinfettive, e sono causate da stafilococchi, clostridi o parassiti (Entamoeba spp., Giardia spp., Schistosoma spp., elminti vari).
La diarrea ricorrente richiede spesso accertamenti di laboratorio o indagini strumentali, per escludere, prima di tutto, la presenza di sindrome del colon irritabile, patologia caratterizzata da disordini della defecazione e dolore addominale e con decorso benigno, alla base della quale non si rilevano alterazioni né del tessuto intestinale né da infezioni batteriche o virali. Questa malattia è molto comune e colpisce quasi tutti: donne, uomini, ragazzi e adulti. Nella sindrome dell’intestino irritabile in genere si possono riscontrare periodi di alternanza tra stipsi e diarrea.
Nelle diarree persistenti o croniche la causa va ricercata soprattutto tra le intolleranze alimentari (lattosio). Nel morbo celiaco il sintomo della diarrea non è isolato, ma si accompagna ad altri segni e, soprattutto, consiste nella risposta immunitaria dell’intestino a cause irritanti per la mucosa intestinale. Vi sono infine forme croniche su base infiammatoria (Crohn e rettocolite ulcerosa), che comunque richiedono indagini specialistiche e spesso invasive.
Cura | La dieta controllata è la prima cura che va adottata, insieme a un trattamento con probiotici (fermenti lattici) per ripristinare l’equilibrio intestinale fisiologico, essenzialmente costituito dalla presenza di un’attiva flora batterica nella quale convive un numero adeguato di batteri buoni in contrasto con un numero esiguo di batteri cattivi. Nella maggior parte delle forme acute è possibile che gli attacchi di diarrea si risolvano spontaneamente dopo 48-72 ore di digiuno e adeguata idratazione. Tuttavia, se i dolori addominali sono forti e persistenti e quando la diarrea colpisce bambini e/o anziani è sempre meglio ricorrere al medico, che dovrà in primo luogo stabilire la causa e pianificare le cure del caso.
L’antibioticoterapia è la terapia di prima scelta nelle forme causate da infezioni batteriche, deve essere prescritta dal medico dopo adeguati accertamenti e va comunque abbinata a un trattamento con probiotici. Esistono poi in vendita due tipi di antidiarroici: gli antipropulsivi, o antispastici (loperamide), che riducono le contrazioni dell’intestino permettendo un maggior assorbimento d’acqua, e le sostanze rigonfianti o adsorbenti, che hanno invece la funzione di assorbire l’acqua in eccesso presente nell’intestino. Qualora fosse il caso di utilizzare un antidiarroico è sempre meglio chiedere al medico.
Prevenzione e stile di vita | Ecco poche norme da osservare, specie in estate a casa nostra o sempre durante un viaggio in Paesi a clima caldo umido (Africa, Sud America, alcune aree del medio Oriente e la maggior parte dell’Asia), per la prevenzione delle forme acute di diarrea detta del viaggiatore:
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lavarsi le mani dopo essere andati in bagno e prima di toccare il cibo;
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mangiare cibi leggeri e ben cotti, verdura e frutta crude devono essere ben lavate in acqua domestica fresca e corrente o devono provenire da cucine igienicamente controllate;
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evitare le creme (dolci o salate) e i gelati artigianali a base di uova e di cioccolata, se non se ne conosce la provenienza e se sono stati preparati e conservati in ambienti non correttamente refrigerati;
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evitare i molluschi e i pesci crudi, anche se il pescatore li offre appena pescati e conditi con limone;
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evitare le bevande, alcoliche e non, specie se troppo fredde o provenienti da bottiglie che vengono servite già aperte;
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evitare di chiedere del ghiaccio per refrigerare una bevanda in un Paese a clima tropicale;
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consumare sempre i pasti principali in luogo possibilmente fresco e all’ombra;
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evitare di bagnarsi subito dopo un pasto troppo pesante, meglio attendere almeno 3 ore; se il pasto è a base di frutta e ortaggi freschi è invece possibile bagnarsi anche dopo 1 ora.
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