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14/06/2012 09:54:20

Marinai mazaresi sequestrati in Libia. Rilasciati, possono tornare a bordo


"Abbiamo appreso la notizia - racconta Piero Asaro, armatore di una delle imbarcazioni - dal presidente del Distretto produttivo per la pesca Cosvap, Giovanni Tumbiolo, che a sua volta l'ha ricevuta pochi minuti prima dal console italiano in Libia Guido de Sanctis. Siamo soddisfatti. Era dalle 12 di sabato scorso che gli equipaggi venivano trattenuti in caserma a Bengasi. Il nostro auspicio è che si proceda celermente anche con il rilascio dei marittimi e dei pescherecci".

09,00 - Passano i giorni e i 19 marinai mazaresi sequestrati in Libia sono sempre lì, con il morale sotto i tacchi.

 Ieri c'è stata una videoconferenza tra autorità libiche ed italiane, ma non si è concluso nulla. "Il console italiano Guido De Sanctis ci dice di stare tranquilli" hanno fatto sapere i marinai ai loro parenti. Chiedono di tornare nei pescherecci, anzichè stare nelle galere libiche, e nella telefonata giornaliera con i parenti hanno espresso il desiderio "di una docca, un cambiodi vestiti, e magari un piatto di pasta...".

La situazione dei pescatori è paradossale. Quattro di loro, sembra, si trovano sui tre pescherecci per tenere i motori accesi per alimentare le celle frigorifere dove è conservato il pescato dei giorni precedenti al sequestro, avvenuto giovedì scorso a 42 miglia dala costa libica. Nel corso degli interrogatori i marittimi, tra l'altro, si sono dovuti difensere dall 'accusadi avere attentato alla sicurezza nazionale della Libia.. Ieri sarebbe giunto nella capitale cirenaica il ministro della giustizia libico per seguire la situazione da vicino per conto del governo transitorio libico. Parlerà con il procuratore militare. In Libia risullta ancora difficile l'affermazione di un potere centrale in presenza di migliaia di uomini armati al comando di capo locale. In questo contesto, è probabile che il sequestro dei pescherecci sia il risultato di un'azione isolata, visto anche come è avvenuto l'assalto ai tre natanti. 

LA PESCA MAZARESE. L’Associazione armatoriale “Coldiretti Impresa Pesca Mazara”, in merito al sequestro dei tre pescherecci di Mazara del Vallo, “Antonino Sirrato”, “Maestrale” e “Boccia II”, è fermamente convinta dell’anomalia sui limiti della zona di mare interdetta alla pesca, imposti unilateralmente dalla Libia e che si estendono fino a 74 miglia dalle coste del Paese nordafricano. Pertanto “Coldiretti Impresa Pesca Mazara” chiede al Governo Italiano di fare definitiva chiarezza sui limiti delle zone di mare libiche interdette alla pesca, nello specifico molto discutibili, sia nel contesto dell’area geografica del Mediterraneo che dal punto di vista del diritto internazionale (acque territoriali sovrane e baie storiche). Invitando le Autorità libiche all’immediato rilascio dei pescherecci e dell’ equipaggio di Mazara del Vallo sequestrati nel porto di Bengasi, auspica inoltre una risoluzione amichevole del caso, anche per favorire un immediato futuro di cooperazione economica e professionale nel campo della pesca e delle attività connesse. “Coldiretti Impresa Pesca Mazara” sollecita infine il Distretto Produttivo della Pesca di Mazara del Vallo a continuare con tenacia e decisione il meticoloso lavoro di mediazione diplomatica a supporto delle competenti Autorità italiane e libiche, messo in pratica fin dall’inizio del sequestro dei tre natanti della marineria mazarese, per giungere ad una rapida liberazione dei marittimi e delle imbarcazioni.

CRISTALDI.  “Ho ricevuto oggi una delegazione degli armatori dei pescherecci Maestrale, Sirrato e Boccia II e dei familiari dei marittimi in stato di fermo a Bengasi che mi hanno espresso i sentimenti di angoscia per la mancata risoluzione positiva della vicenda. Gli stessi mi hanno consegnato una lettera che hanno inviato al Presidente della Repubblica appellandosi alla Sua rinomata sensibilità ed alla Sua autorevolezza internazionale affinché intervenga presso il Governo libico per la liberazione dei marittimi e dei natanti”.

Lo ha dichiarato il Sindaco di Mazara del Vallo, on. Nicola Cristaldi, al termine dell’incontro con gli armatori e familiari dei motopesca mazaresi Sirrato, Boccia II e Maestrale, fermati giovedì scorso da militari libici a circa 42 miglia dalla costa libica e condotti nel porto di Bengasi, dove si trovano attualmente.

“Nella lettera inviata dai familiari al Capo dello Stato – dichiara il Sindaco – viene sottolineato che i marittimi hanno sempre lavorato, buttando sangue, per meno di mille euro al mese per cercare di mantenere le proprie famiglie con dignità e che sono rinchiusi in carcere, accusati di reati di cui non si conosce né la portata né l’esatta definizione. I familiari dei marittimi, nella lettera, sottolineano inoltre il ruolo svolto dalla marineria mazarese che si è distinta in operazioni di solidarietà e di soccorso in mare e trovano paradossale che proprio questi marittimi insigniti di onorificenze per avere salvato decine di vite umane oggi si trovino in carcere in un Paese del quale – scrivono – vogliamo ancora ritenerci amici. Seguiamo costantemente l’evolversi della vicenda – conclude Cristaldi - fiduciosi che gli sforzi messi in campo dalle nostre Autorità diplomatiche possano produrre in tempi brevi gli effetti sperati”.