I lavori di restauro sono in fase avanzata in tutte le sue parti e proprio l’architetto Bianco ha illustrato al Vescovo (erano presenti anche il vicario generale don Giuseppe Undari, il capitano dei carabinieri Emanuele Fanara, il sindaco Felice Errante e il tenente della Guardia di Finanza Alfredo Terrone. «In questo monumento, decorato tra il 1574 e il 1580 dagli stucchi di Antonio Ferraro – ha detto l’architetto Bianco – si legge un significato latente o palese in ogni suo punto. Vi è un racconto che inizia dalla cappella del Rosario, che si trova a sinistra, prosegue nella parte centrale in cui San Domenico è raffigurato mentre annaffia un albero dal quale fuoriescono coroncine e prosegue nella navata a destra, nella Cappella del Crocifisso. Nella navata centrale, alta dieci metri, vi sono statue a sbalzo alte tre metri, mentre nell’arco di trionfo sono sviluppati i temi dell’Antico e del Nuovo Testamento in una maniera simbiotica ed eccezionale». Chiusa per anni dopo il sisma del 1968 ha subito danni a causa delle infiltrazioni della pioggia. Negli anni Ottanta vennero eseguiti restauri che permisero di ripararne le coperture e ne consentirono la riapertura parziale per il culto. Da allora l’albero di Jesse, la decorazione in stucco e gli affreschi non sono visibili perché sorretti da transenne e ponteggi. Ora i lavori di restauro e a dicembre, finalmente, l’apertura definitiva.