Anzi negli ultimi mesi sembrano proprio i più titolati a risentire dell’ondata di disoccupazione, tanto che un livello così alto di laureati a caccia di un impiego non si registrava almeno dal 2004.
A pagare il prezzo più alto sono ancora una volta le donne e il Mezzogiorno. Insomma i numeri dell’Istat sul primo trimestre dell’anno certificano come gran parte di chi esce dalle università o dalle scuole di specializzazione poi vada dritto a casa. Inoltre molti si scoraggiano, rinunciano a cercare un posto e stanno così ai margini del mondo del lavoro, ricadendo nella zona grigia degli inattivi.
Di certo nei primi tre mesi del 2012 un contributo al picco di 2,8 milioni di disoccupati è arrivato proprio da chi ha investito risorse e tempo nello studio.
Naturalmente il rialzo dei senzaposto tra chi è dottore deriva anche dalla crescita del numero dei laureati,
che ha raggiunto quasi i 6 milioni.
Infatti sono in aumento anche gli occupati con i massimi titoli di studio, pari a 4 milioni 187 mila, ma il loro incremento annuo (+3,5%) è nettamente inferiore rispetto all’allargamento della disoccupazione.
Guardando più da vicino chi sono i laureati a caccia di un impiego, si scopre che la maggior parte, circa 200 mila (66%), sono under 35. Oltre ai giovani, un’altra componente ben rappresentata è fatta da donne (61%).
Mentre a livello territoriale è il Sud a segnare la cifra più alta di titolati a cui manca un lavoro (42,8%).
Un’altra parte di laureati va a rinfoltire l’esercito degli inattivi, coloro che né hanno un posto né lo cercano.
Sono, infatti, quasi un milione e mezzo le persone con il passaporto accademico che restano fuori dal mercato del lavoro, molti magari scoraggiati dalla difficoltà di trovare un impiego.
La disoccupazione quindi si sta riversando anche su chi ha la laurea e certificati post laurea: la zona colpita resta ancora delimitata ma preoccupa la forte spinta in avanti registrata nell’ultimo periodo, capace di far segnare record e di portare in un anno, passando dal primo trimestre del 2011 allo stesso periodo del 2012, la quota da 215 mila a 304 mila. Si tratta di un rialzo che supera il 40% e che fa della fascia dei dottori un’area a rischio. Forte è l’aumento dei senza posto anche tra i diplomati o chi possiede la licenza media, ma i decisi rialzi restano in linea con l’ampia crescita dei disoccupati, intorno al 30%.