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16/12/2012 05:13:03

Un casiṇ a Mazara del Vallo: si chiama Mizar, nuova frontiera del gioco d'azzardo in Italia

Poi venne il poker on line. Poi venne la liberalizzazione delle sale scomesse, per giocare sempre su tutto e su tutti. Adesso arrivano i casinò di nuova generazione. Si chiamano "gaming hall". La prima struttura di questo tipo ha aperto ieri a Mazara del Vallo. Ha una superficie di 700 emtri quadrati, e offre tutte le possiiblità di gioco ormai legalizzate in Italia, a cominciare dalle slot di nuova generazione. Si chiama Mizar e appartiene alla catena Lottomatica Better Slot.  I gestori parlano di "uno spazio elegante e confortevole che si prospetta come proposta integrata di giochi, condivisone ed intrattenimento ma anche come elemento valorizzatore del territorio e forza calamitante per il turista".

Il comunicato stampa di Mizar recita:

L’ingresso alla struttura è vietato ai minori di 18 anni, sono impiegati apparecchi di nuova generazione: roulette comma 6 e slot machine AWP e VLT, la giocata minima è di 50 cent, la massima di 20 euro. Il jackpot di sala arriva fino a 100 mila euro, quello nazionale fino a 500 mila euro.

Mizar è uno spazio di grande appeal: zona gioco, zona lounge, bar. Il posto giusto per trascorrere qualche ora anche semplicemente bevendo un drink in compagnia.

L’amministratore unico, dott. Sandro Contorno, ha dichiarato: ” La politica del Mizar nasce sul principio del gioco lecito e trasparente. Tutti i flussi, sia finanziari che di gioco, sono costantemente monitorati da Lottomatica ( che è la concessionaria dell’attività ) e dal Ministero delle finanze. “.

Secondo i Monpoli di Stato nel gioco d'azzardo in Italia c'è stata una crescita del 19,8 % in più rispetto al 2011. Le entrate erariali, invece, per i primi sette mesi dell’anno, sono diminuite del 10%. Ad affermarlo il direttore dei Monopoli di Stato, Luigi Magistro  “C’è uno spostamento verso i giochi che portano a vincite immediate e frequenti – ha spiegato – ma a una più ridotta quota di utile erariale”.

Caratteristiche delle slot di ultima generazione dette VLT (Video Lottery Terminals) o del gioco “10 e Lotto“, che hanno portato a una crescita di 51,2 miliardi di euro. Per i giochi tradizionali come il Superenalotto e il gioco del Lotto, invece, la contrazione ha portato a un calo delle entrate erariali che ammonta a 4,7 miliardi. Il fenomeno è determinato da “situazioni non preventivabili” ha affermato, “probabilmente legato all’uscita di ‘numeri ritardatari’, e la mancanza di jackpot rilevanti del Superenalotto (il numero 6)”. Le minori entrate erariali delle due categorie di gioco sono stimabili, in mancanza di una inversione del trend nei restanti mesi dell’anno, in circa 550 milioni di euro su base annua.

Riduzioni a due cifre anche per i giochi a base ippica, che registrano un -31,4% scendendo a 29 milioni di incassi e per i giochi a base sportiva e il bingo che registrano un calo del 10% e 13%, e quindi a una diminuzione degli incassi pari a 10 e 13 milioni. Boom per i giochi on-line (poker e casinò), che registrano un incremento del 1.746,5%. Si passa dai 2 mln incassati a luglio del 2011 ai 42 mln di quest’anno. In aumento le entrate da lotterie che crescono del 3,2% arrivando a 873 mln (+27 mln) e l’incasso delle slot machine (+44 mln), che arrivano a un totale di 2.410 mln.

Magistro ha ricordato anche che la Relazione della commissione Antimafia dell’anno scorso, sulle infiltrazioni mafiose del gioco, stimava la raccolta effettiva nel 2006 derivante dalle slot machine in 43,5 miliardi di euro, a fronte di una raccolta ufficiale di 15,4 miliardi. Cinque anni dopo, cioè nel 2011, la raccolta ufficiale degli stessi apparecchi “è stata pari a circa 45 miliardi”; quindi “è da ritenere che una parte consistente della raccolta illegale stimata per il 2006 sia stata gradualmente assorbita dalla rete ufficiale, la quale non solo garantisce gettito erariale ma, soprattutto, presenta il vantaggio di incanalare la gestione del gioco in un circuito controllato che consente di tutelare i minori ed i soggetti più deboli e di prevenire il rischio di infiltrazioni della criminalità, anche organizzata”.