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13/06/2013 04:05:28

"Ha fatto sfumare la cattura di Messina Denaro". Il Csm chiede il trasferimento di Messineo

Un'accusa fatta propria dal Csm, che viene dal Pm Leonardo Agueci.

Il caso della mancata cattura di Messina Denaro è esploso l'estate scorsa a seguito di un blitz che portò all'arresto di 47 presunti mafiosi nell'agrigentino.  Uno di coloro che sono finiti in carcere, Leo Sutera, di Sambuca di Sicilia (Agrigento) era sotto osservazione del Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri, che sperava così di coronare uno sforzo investigativo durato due anni, per arrivare al superlatitante di Castelvetrano  Matteo Messina Denaro, ultimo dei grandi boss ancora in circolazione. Prima che scattassero i fermi erano state tenute una serie di riunioni di coordinamento, per rinviare l'esecuzione dei provvedimenti, ma - come ha scritto Teresa Principato in una mail ai colleghi, in cui contesta apertamente il capo Messineo - la decisione era stata già presa: "Abbiamo saputo che il fermo sarebbe stato eseguito quella sera stessa e che le copie erano già pronte. Presumo quindi che gli organi di polizia giudiziaria fossero già allertati". Ad agire è stata la polizia che ha così finito per 'bruciare' una pista battuta dai "concorrenti" del Ros dei carabinieri. Ros che tra l'altro non è ben visto dalla Procura, a causa di rapporti che sono sempre stati molto tesi e che, a seguito dell'indagine sulla trattativa, sono ulteriormente peggiorati.  "L'operazione - scrisse Messineo in una nota con cui ha respinto le critiche - è pronta dai primi di maggio. Avevamo già dilazionato i termini, per consentire che andassero avanti le indagini su Messina Denaro. Ora ho ritenuto preminente, rispetto al possibile approfondimento della linea investigativa già da tempo in atto, l'esecuzione di un provvedimento doveroso, avuto riguardo alla gravità dei fatti accertati". Principato però continuò a criticare il procuratore per il metodo seguito: "Credo che questa sia stata una mortificazione della professionalità di ciascuno di noi e mi chiedo, con tutta onestà, a cosa servano le riunioni collegiali. Questo solo per dare un mio contributo alla discussione di ieri sera in ordine al metodo di gestione della Dda".

A Messineo vengono contestate tante cose. La Procura di Palermo è  "debole", gestita in modo non adeguato dal suo capo.  A Messineo vengono contestati i suoi rapporti privilegiati con l'ormai ex procuratore aggiunto Antonio Ingroia dal quale sarebbe stato "condizionato nella gestione dell'ufficio" tanto da creare un clima pesante tra i colleghi soprattutto riguardo al processo sulla Trattativa e sulla gestione del testimone Massimo Ciancimino. Nell' incolpazione, si inserisce anche il fatto che Ingroia tenne per 5 mesi le intercettazioni che riguardavano Messineo, prima di trasmetterle a Caltanissetta.

Un condizionamento che avrebbe mosso i suoi passi sin dalla nomina di Messineo, eletto grazie ai voti di Magistratura democratica, corrente di sinistra alla quale il procuratore non appartiene e che poi avrebbe "tollerato" i motivi di opportunità già legati alle vicende giudiziarie del cognato di Messineo, il cui nome è emerso più volte in indagini coordinate da Ingroia, e al processo a carico del fratello. In tempi più recenti, e in particolare in relazione al braccio di ferro con il Quirinale sulle intercettazioni delle telefonate tra il presidente della Repubblica Napolitano e l'ex ministro Nicola Mancino, Messineo è poi finito nell'occhio del ciclone insieme al pm Nino Di Matteo, anche lui sottoposto a procedimento disciplinare per una intervista a Repubblica nella quale ha confermato l'esistenza delle intercettazioni agli atti dell'inchiesta.

Ma il nuovo fascicolo a carico di Messineo era stato aperto dopo il caso Maiolini, l'ex manager di Banca Nuova, amico del procuratore e intercettato mentre parla con lui di un'inchiesta a suo carico aperta da un pm di Palermo. Intercettazioni rimaste nel cassetto di Antonio Ingroia fino a poco prima che il magistrato lasciasse la Sicilia per l'incarico Onu in Guatemala. Solo molti mesi dopo le intercettazioni imbarazzanti furono rese pubbliche e portarono all'iscrizione di Messineo nel registro degli indagati della Procura di Caltanissetta, per rivelazione di notizie riservate. Proprio nei giorni scorsi i magistrati di Caltanissetta avevano chiesto di archiviare il caso, ma per il Consiglio superiore della magistratura la vicenda resta da approfondire. E proprio ieri  il gip di Caltanissetta, David Salvucci su quel provvedimento si è pronunciato per l'archiviazione