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03/08/2013 05:21:28

Giocavano in borsa le offerte dei fedeli

Dalle spesse mura del santuario paolano non sono partite, però, nè querele né segnalazioni.
«Denunce, al momento, noi non ne abbiamo ricevute, neppure dalla curia vescovile –  riconosce Bruno Giordano, il procuratore della Repubblica di Paola – abbiamo solo saputo qualcosa in forma del tutto confidenziale». E l’arcivescovo di Cosenza, monsignor Salvatore Nunnari precisa al Messaggero: «Non è mia competenza, né della Curia, intervenire perchè i Minimi fanno capo al loro Ordine religioso che ha la sua autonoma gerarchia, i frati dipendono da noi soltanto per le questioni liturgiche».
Eppure i fondi del santuario sono spariti, a quanto pare, svuotando, attraverso una gestione on-line, un conto aperto presso la Iw Bank del gruppo Ubi. Sarebbero stati acquistati titoli Juventus Fc, Mps, Mediaset, Luxottica, Fiat, Unicredit, Eni, Finmeccanica, Telecom e Tenaris. E svariate centinaia di migliaia di euro sarebbero finiti in bonifici a privati cittadini che nulla avrebbero a che fare coi Francescani e il loro santuario. Inizialmente il “tesoretto” di San Francesco, costituito dalle donazioni raccolte a partire dal Giubileo 2000, era depositato su due conti di Banca Nuova gruppo Popolare di Vicenza con sede a Campora di Amantea.

I PERSONAGGI
Può aver prosciugato le risorse finanziare l’ex-tesoriere, padre Franco Russo, smanettando on-line col computer? In tal caso avrebbe violato anche il diritto canonico che vieta espressamente agli ecclesiastici questo tipo di operazioni. Al centro della vicenda – in piccolo, un caso simile al crac- Maribor – è indicato un promotore finanziario, già in organico a Banca Nuova, Massimiliano Cedolia, noto per essere stato un esponente locale di Italia dei Valori e poi collaboratore dell’europarlamentare del Pd, Pino Arlacchi (che, però, precisa al Messaggero: «Da circa un anno ho chiuso ogni rapporto col dottor Cedolia»). La parola “truffa” la pronuncia solo ieri sera Padre Rocco Benvenuto, co-rettore provinciale dell’ordine dei Minimi: «La truffa esiste – ammette – ma le cifre citate non sono corrette, stiamo sotto il milione e mezzo di euro. E’ tutto tracciato, comunque, conto su conto, per questo non abbiamo ancora sporto denuncia. Qualcuno che si è approfittato di un nostro confratello». Ma poi il padre francescano aggiunge, sibillino: «Non è questa, però, la cosa più grave che è accaduta». E al mistero si aggiunge la suspense.

Gianfranco Manfredi in “Il Messaggero” del 2 agosto 2013