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21/08/2013 04:42:00

Il futuro di Berlusconi non è a rischio. Per lui garantisce il Pd

 Gentile direttore, 

finalmente ci siamo: a breve Berlusconi verrà dichiarato non più senatore ed incandidabile. 

A meno che qualcuno, tipo il pd, non lo voglia salvare o il capo di stato Napolitano gli conceda la grazia, ma allora rischieremmo la guerra civile, non trova?

Andrea

Gentile corrispondente,

smorzo i suoi civili entusiasmi (civili di chi pensa che il motto non dovrebbe essere, in Italia, "fatta la legge, trovato l'inganno", ma "fatta la legge, basta applicarla"). Ieri c'era ad Erice Piero Grasso, presidente del Senato, ex magistrato, esponente del Pd. Ebbene, a margine del suo intervento alla conferenza degli scienziati riuniti ogni anno da Zichichi, Grasso ha risposto ad alcune domande dei giornalisti, alcune delle quali ovviamente riguardavano Berlusconi. Il Presidente del Senato, Grasso, dopo aver acconsentito alla nomina, quale rappresentante del Parlamento italiano a Bruxelles, di Antonio D'Alì, senatore trapanese del Pdl imputato per concorso esterno in associazione mafiosa, ha lanciato da Erice un altro assist a Berlusconi, e ha detto che, si, la sua condanna sancita dalla Cassazione (e che prevede pertanto ex lege la sua espulsione dal Parlamento) è una questione che "va affrontata", ma "senza rischi". Tradotto per noi poveri cristi significa che il Pd sta lavorando, ancora una volta, per trovare una scappatoia al Pdl. La scappatoia sarà questa: una discussione interminabile in sede di Giunta su come,dove,quando procedere all'espulsione del senatore Berlusconi, e poi qualche rilievo di incostituzionalità per perdere ancora tempo. Infine, se ciò non dovesse essere sufficiente, c'è sempre la possibilità di richiedere all'aula di decidere con il voto segreto. Nel frattempo saranno già passati, nell'ordine, l'estate, l'autunno, l'anno, il governo Letta... e qualche altra cosa i nostri si inventeranno. Eppure, per perdere meno tempo, basterebbe che lor signori del Pd/Pdl facessero un disegno di legge costituzionale, per cambiare una parolina alla Costituzione italiana e scrivere, una benedetta volta, quella che è la verità che tutti sappiamo, e cioè che la "legge è uguale per (quasi) tutti". 

Grazie dell'attenzione, e continui a seguirci.

Giacomo Di Girolamo



Editoriali | 2024-12-11 06:00:00
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