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11/11/2013 06:45:00

E se il monumento a Garibaldi restasse incompiuto?

La notizia che i lavori al monumento a Garibaldi si sono di nuovo arenati, quando sembrava che dovessero procedere verso l'ultimazione, lascia ben sperare. Finalmente una notizia buona.
Il monumento all'Eroe dei due mondi risale a un progetto dell'architetto Emanuele Mongiovì, i cui lavori sono stati iniziati dopo la posa della prima pietra ad opera di Bettino Craxi, un quarto di secolo fa. Se i socialisti non avessero fatto la fine che hanno fatto sotto i colpi di Mani pulite, il monumento sarebbe stato completato. La storia é andata diversamente. Sia per la perdita di interesse verso i monumenti nella seconda metà del Novecento, sia per le difficoltà finanziarie crescenti per lo Stato, sia perché l'opera era stata voluta da un personaggio politico ormai esecrando e da un'amministrazione comunale socialista da osteggiare pure per quello che aveva fatto. E' stato scritto un libro da Giacomo Di Girolamo, Antonella Genna e Francesco Timo sulle disavventure del monumento. Avvenne anche che il Demanio, la Capitaneria di porto, l'Agenzia del territorio e la procura della Repubblica rilevassero, a distanza di anni dall'inizio dei lavori, che il suolo sul quale doveva essere completato il monumento non fosse idoneo geologicamente a sostenere un peso simile e non fosse stato legittimamente richiesto, e concesso dai titolari.
La mancanza del marmo bianco speciale che voleva il progettista, e non si trovava o costava troppo, fu il primo intoppo mentre i lavori procedevano. La mancanza di ulteriori finanziamenti e l'opportunità di non sovraccaricare con ulteriori pesi la base, fecero bandire un concorso per la modifica riduttiva del progetto. Le ultime comunicazioni ufficiali sono state che al posto delle alte alberature con vele di marmo, si innalzassero cavi d'acciaio per sostenere una particolare illuminazione.
A questo punto, sembra che solo la mancanza di finanziamento impedisca di completare l'opera. Ma da tutto il male che é venuto per il ritardo dei lavori, potrebbe scaturire il bene. A questo punto si deve prendere in considerazione ciò che prima non é stato capito. La visione del Canale di Sicilia, attraverso l'Arco di Garibaldi, é stata sempre un elemento essenziale del paesaggio marsalese. Guardando da via Garibaldi, dal quadrivio di Piazza Loggia tra via Garibaldi, il Cassaro, via Rapisardi, dalla sessa via Rapisardi si vede attraverso l'Arco l'azzurro mare. Uno spettacolo da non perdere a qualsiasi ora della giornata, sia che il mare sia calmo sia che sia agitato. Se la struttura venisse ancora alzata, lo spettacolo verrebbe diminuito o forse scomparirebbe.
Cambiare idea rispetto al passato non é facile. Per decenni si é imprecato contro la cattiva sorte o l'incapacità degli amministratori di ultimare l'opera. Decidere di non ultimarla più secondo il progetto, é una scelta che richiede coraggio. Ci sono ancora amministratori coraggiosi?

 

Leonardo Agate