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15/02/2014 22:25:00

La fine dell'ultimo democristiano

di Leonardo Agate.  Per fortuna, non moriremo democristiani. L'ultimo democristiano, Enrico letta, é stato defenestrato. Dc fino al 1994, Ppi dal 1994, Margherita dal 2002, Pd dal 207. Ma é rimasto democristiano nell'indole. Mai un'idea nuova, che non gli sia stata fornita dagli altri, e che lui ha accettato quando é stato costretto per sopravvivere. Alla fine, é diventato presidente del Consiglio. Accompagnava il segretario del suo partito, Luigi Bersani, nei colloqui al Colle più alto. Era suo vice. Più che badare al resto, memorizzava il percorso per salirci da solo. C'é riuscito, e il suo superiore se n'é avuto tanto a male che lo hanno ricoverato all'ospedale. Ne é uscito le settimana scorsa, visibilmente infiacchito. Forse gli fa bene alla convalescenza vedere il suo ex pupillo travolto dagli eventi.
Lettanipote, dopo dieci mesi di insignificanza alla guida del Paese, é stato costretto a discendere mestamente dal Quirinale, dopo aver presentato le dimissioni. Il suo partito é ormai cosa di Matteo Renzi. Il Rottam'attore gliel'ha fatta bella. Un scherzo da preti. Fino a poche settimane addietro assicurava tutti che non aveva intenzione di sostituirlo Palazzo Chigi, ma in quattro e quattr'otto ci ha ripensato. Con un'inversione a U, ha riconosciuto che con Enricuccio al governo si viveva nella mota, e le riforme non si facevano. Tutti gli italiani vogliono una guida più efficiente. Quando Letta ha capito che il terreno gli stava per franare sotto i piedi, ha avuto un guizzo di energia, approvando alcuni decreti legge - "Svuotamento delle carceri", "Finanziamento ai partiti", "Salva Roma - bis" - che gli avrebbero potuto garantire un salvacondotto fino alla conversione in legge. Macché! nemmeno questo gli é riuscito. La conversione in legge, se ci sarà, avverrà sotto l'egida del suo successore.
Sono passati dieci mesi da quando Letta ha preso possesso della poltrona di Monti. Vi ricordate le larghe speranze sulle larghe intese? Si doveva subito approvare la nuova legge elettorale. Re Giorgio gliene aveva fatto raccomandazione. Ma ad oggi é ancora incardinata nel programma non attuato. Anche qua si trova un motivo valido. Se avesse fatto approvare la nuova legge nei primi mesi del suo governo, molti avrebbero chiesto di andare a votare per eliminare questo Parlamento di abusivi. Meglio allora, dal suo punto di vista, fare melina. Ma Renzi non ha potuto aspettare i tempi lunghi dei giochetti. La gente, di cui gode ampio consenso, avrebbe potuto stancarsi pure di lui. Così é finita la storia di Lettanipote, che pure, in un primo tempo, aveva alzato barriere contro l'avvicendamento. Aveva ruggito come un democristiano non ha fatto mai. Poi, il suo Dna ha avuto il sopravvento. Non é andato nemmeno al Nazareno per contrastare l'avversario. Ha accolto docilmente la decisione della Direzione nazionale democrat. Da buon democristiano spera in una nuova collocazione ai margini del potere. Se avesse dato battaglia, l'avrebbe persa, e con la sconfitta avrebbe perso la speranza di ottenere un posto con prebenda, che non si nega ai politici italiani trombati o decaduti.