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27/03/2014 11:34:00

L'eliminazione delle Province

di Leonardo Agate.    Questo presidente del Consiglio, Matteo Renzi, mi piace sempre di più. E il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sempre di meno.
Il presidente Napolitano ha dichiarato che bisogna guardarsi da tagli in tutte le direzioni. Non poteva che riferirsi alle Provincie, dato che sono all'ordine del giorno. Il presidente del Consiglio, Renzi, ha ribattuto che ne é convinto, ma le Province devono essere eliminate. Il punto é che con il disegno di legge Del Rio, all'esame in queste ore al Senato, non vengono eliminate, ma sussistono senza che abbiano più importanti funzioni e senza che i loro presidenti e amministratori ricevano emolumenti. Per l'eliminazione definitiva occorrerà un provvedimento costituzionale, che dovrebbe approvarsi in seguito. Spero che Renzi ci riesca e rintuzzi le offensive. Che non vengono solo dalle opposizioni ma dal suo Partito e dai partiti alleati. Ieri in Senato l'assenza di una decina di parlamentari Pd e un'altra decina di Pdl ha messo sotto il governo in due votazioni, e altre due volte la maggioranza é riuscita a superare l'opposizione una volta per tre voti e una volta per quattro. Anche nell'opposizione più dura, quella del M5S, c'é stato un gruppo di assenti, per dire quanto la contrarietà all'eliminazione delle Province sia trasversale a tutti partiti, di maggioranza e di minoranza.
Si tratta di una lotta di potere fine a se stessa, dannosa per i cittadini. Già all'indomani dell'Italia Unita si cominciò a discutere se conveniva insistere con le Province, tipica istituzione della riforma napoleonica dello Stato. Ma passò la ragione tradizionalista e le Province rimasero e furono estese a tutto il territorio nazionale. Durante il fascismo, che era accentratore quanto altri mai, furono utili perché obbedienti al Duce. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, quando si trattò di formulare la nuova Costituzione, non mancarono i dibattiti sull'opportunità di mantenere le Province. Prevalse il gruppo di pressione provinciale e le migliori idee di architettura dello Sato andarono a farsi benedire. Togliatti fu decisivo. Con la sua forza politica e morale avrebbe potuto dare l'o.k all'eliminazione e invece pensava che era meglio non inimicarsi nessuno, aspettando di prendersi l'italia democraticamente con il voto. Poi, avrebbe fatto a modo suo, anche con le Province.
Ancora una vota si é discusso a lungo sull'eliminazione delle Province in occasione dell'istituzione delle Regioni ordinarie, nel 1971 - 1972. Concretizzandosi il nuovo ente regionale, le Province apparivano ai più intelligenti enti inutili. Se una funzione avevano avuto, di intermediari tra i Comuni e lo Stato, era venuta meno con il grande ente intermedio Regione. Nemmeno stavolta é prevalsa la ragione, ma gli interessi particolari sì, di quei politici che vi hanno visto una via di fuga in caso di malasorte nella competizione comunali, regionali o statali. L'ente restò come il salvagente di politici trombati o di politici emergenti. Nulla di politico, solo una casa di riposo o un asilo nido. Coscienti dell'importanza della loro ancora di salvezza, i politici fanno di tutto per salvare l'ente inutilissimo. In barba a ogni seria analisi che ne mostri l'inutile esistenza e la grande spesa.
Che Dio mi conceda di vedere l'eliminazione totale delle Province!