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14/05/2014 07:27:00

Salemi. Elezioni. Venuti presenta squadra e programma, Armata gira per le borgate

I Grillini  con zappe, tosaerba e sacchetti Passando domenica mattina dalla piazza Martiri d’Ungheria, qualcuno, con un pizzico di malizioso compiacimento, mi confidava di auspicarsi un prolungamento della campagna elettorale. Al mio ovvio stupore mi rispondeva con l’indice della mano. Tra le aiuole, il candidato sindaco Nicola Trapani , con il suo gruppo di  “cittadini” di 5 Stelle, armati di zappe, tosaerba e vessillo, era intento all’opera di bonifica del piccolo spazio verde attrezzato. Lasciato all’incuria da anni dall’Amministrazione, con erbacce, rifiuti e l’impianto d’illuminazione devastato è diventato l’indecoroso biglietto da visita per chi entra in città. Dopo quello di Piazza Cusumano, questo è stato il loro secondo intervento. Considerato che tutti gli spazi verdi della città versano nelle medesime condizioni, (fatta eccezione per quello del quartiere di San Francesco di Paola  “adottato” da una simpatica e ironica signora del luogo), credo che non bastino questi ultimi quindici giorni che ci separano dal voto per completare l’opera. Ma, conoscendoli, credo che continueranno anche dopo.   …e, a pochi passi, Domenico Venuti ha presentato programma e squadra.   In una sala stracolma in ogni ordine e grado, come usava dire una volta, Domenico Venuti, il più giovane ( per età, ma non per esperienza politica) tra i candidati alla prima poltrona cittadina, ha tratteggiato, con il piglio che gli è ormai riconosciuto, il programma e presentato la squadra che lo sosterrà in questa avventura. Esperienza che, qualunque fosse il risultato, segnerà per lungo tempo la sua vicenda politica. Una scommessa, la sua, che ha accettato con determinazione, convinto di avere il sostegno di una grosse koalition, sulle orme di quanto si appresteranno a fare a  livello europeo i partiti del centro con i socialisti contro i vari populismi e i movimentismi. Oltre al PD, il suo partito, Venuti è infatti appoggiato dall’Udc, dalla formazione di Ruggirello dell’Art. 4 e dal Ps di Nino Oddo. Insomma, nel momento in cui gli altri contendenti, ad esclusione dei due del cento destra, rimarcano le distanze da ogni forma di “partito” e amano ripetere di essere solo rappresentanti di agglomerati della società civile, nel corso della kermesse elettorale, è stato invece più volte ribadito il contrario. E’ stato enfatizzato legittimamente il senso di appartenenza a partiti ben delineati. Del resto, è stato il modo di condurre la manifestazione a sottolinearlo. Tutto è andato in scena secondo antichi rituali. La platea, a volte mostrando insofferenza con un fastidioso chiacchiericcio di fondo, ha dovuto infatti attendere ben sessanta minuti, per ascoltare la voce di Venuti. Nelle elezioni comunali, si voglia o meno,  è il candidato sindaco a dovere avere per ragioni oggettive il ruolo primario della scena. Ma, a quanto pare anche il nuovo stile renziano trova difficoltà ad imporsi. E così, in osservanza a vetuste abitudini, chiamati dalla disinvolta e astro nascente del Pd Selenia Mirabile, prima sono saliti sul podio i tre segretari provinciali dei tre partiti della coalizione. Nell’ordine, Marco Campagna del Pd, Francesco Todaro dell’Art 4 e Lorenzo Cascio dell’Udc ( in corsa come consigliere comunale). Poi è stato il turno di ben quattro deputati regionali: Nino Oddo del PS, la marsalese Antonella Milazzo del Pd, Mimmo Turano, da sempre buon amico di Peppe Cascio di cui, senza nominarlo, nel suo intervento, ha tessuto sperticati elogi e assieme al quale, a metà della manifestazione, è stato visto allontanarsi; di Paolo Ruggirello, di cui è stata annunciata solo la presenza, e, dulcis in fundo, il capo del gruppo democratico all’Assemblea Regionale Baldo Gucciardi che, forse pensando ad un suo personale sogno sempre rinviato, lo vede oggi realizzato nella persona di Venuti paralando di lui come di un  “grande interprete di una grande progetto politico”. Succede sempre così quando un maestro affida la missione al suo allievo prediletto. E tuttavia, prima di dare definitivamente la parola all’aspirante sindaco, il microfono è stato dato al giovane diciassettenne Vincenzo Lo Castro, omonimo nipote di un politico di lungo corso di autentica scuola democristiana (la sua prima esperienza da assessore comunale risale ai primi anni settanta, l’ultima con Sgarbi) e oggi approdato all’Art 4, ma con Leanza, ci ha precisato. Alle 11,15 la gente convenuta numerosa in una sala surriscaldata da una temperatura estiva, finalmente poteva ascoltare il tanto atteso discorso di Domenico Venuti. Che, iniziando col dire che gli applausi calorosi rivoltigli non intendevano omaggiare la sua persona ma la città di Salemi, è sembrato volesse dare al suo discorso  già il crisma dell’insediamento. Poi, consapevole di dovere attenuare l’impatto di apparato dato fino a quel momento,  ha precisato che la sua coalizione non è solo l’espressione del partitismo ma del migliore “civismo salemitano”, non risparmiando al contempo un micidiale fendente nei confronti delle liste civiche. “Spesso nelle liste civiche”- ha sparato- ambizioni personalistiche prive di un progetto di governo. Cosa che abbiamo noi. Con obiettivi ambiziosi, ha precisato. Dopo avere accennato succintamente ma efficacemente ai molti punti del suo programma ( finanziamenti europei, piani urbanisti, contributi a chi avvia attività nel centro storico, riqualificazione del personale comunale, tenuta dei conti in ordine, rifiuti, ambiente e falde acquifere inquinate) qualche frecciata l’ha rivolta a chi in questo momento “sta speculando sulla solidarietà, non si possono aprire case  ammuffite  per improvvisare  centri di accoglienza”. Il riferimento è alla situazione che si è creata a Salemi, a seguito degli sbarchi dei profughi africani sulle coste siciliane. Trecento circa di loro hanno trovato ospitalità nella nostra città. Un numero piuttosto esorbitante, in rapporto al numero degli abitanti. Tra l’altro, a quanto pare, i controlli da parte dell’Asp sono stati stranamente interrotti. Accennando, infine, al cosiddetto progetto delle case ad 1 Euro, ha promesso di recuperarlo e di volerne fare una cosa seria e non qualcosa di riservato solo a un “comitato di amici”. Infine il tocco poetico. Citando il grande poeta Nazim Hikmet, tra gli applausi scroscianti e con il pubblico in piedi, ha esortato tutti a non abbandonare il sogno e a concretizzarlo il 25 maggio.     …e nel pomeriggio …     Della presentazione della lista e del programma del candidato di Forza Italiae della lista “Salemi nel Cuore” Nicola Gucciardi, avvenuta nel pomeriggio di domenica, nulla possiamo riferire. Essendoci seduti in prima fila, così come abbiamo fatto nelle assemblee degli altri candidati che hanno riservato alcuni di questi posti ai rappresentanti della stampa, siamo stati invitati dalla presidenza ad alzarci con toni arroganti. Eravamo colpevoli di avere occupato il posto riservato ad uno dei due assessori designati. Un piccolo dettaglio. La sedia era libera e non recava la scritta “riservato”, come usa in questi casi. Siamo usciti dalla sala, felici di andare a gustare un bel gelato al pistacchio. …ma Gianni Armata preferisce le borgate e le periferie Il Candidato della Lista Civica “Salemi che Cambia” Giovanni Armata, dopo l’apertura ufficiale della settimana scorsa, sta setacciando silenziosamente, com’è nel suo stile, ( una volta qualcuno lo definì “l’uomo dal passo felpato”) la città in lungo e in largo. E’ stato, assieme ai due assessori designati Rino Marino e Luigi Loiacono, due volte nella Contrada San Ciro, e a Pusillesi, sua borgata d’origine, dove è stato accolto festosamente da quasi tutta la gente del posto. Oggi pomeriggio sarà nella Zona Nuova, proprio davanti il Parco Robinson, nella via Biagio Amico.  

Franco Lo Re