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15/05/2014 23:09:00

TRAPANI. IN DIRETTA LA SENTENZA PER L'OMICIDIO DI MAURO ROSTAGNO: ERGASTOLO

00,00 - Chiudiamo questa nostra diretta con un breve profilo biografico di Mauro Rostagno, giornalista assassinato dalla mafia. A domani per tutti i commenti, le reazioni ed i particolari:

Mauro Rostagno nasce a Torino nel 1942, i suoi genitori sono dipendenti presso la FIAT. Prima dell’esperienza universitaria viaggia molto: lavora in Germania, Inghilterra, manifesta in Spagna contro il regime franchista, si reca in Francia, dove subisce un provvedimento di espulsione. Tornato in Italia si trasferisce a Trento. Dopo le annate di dibattiti e manifestazioni studentesche, e dopo una serie di 30 e lode conseguiti agli esami universitari, decide di far contenta la madre e completare gli studi: nel 1973 si laurea in sociologia, la sua tesi è improntata sulla giustizia sociale da perseguire mediante un radicale sovvertimento della società e delle istituzioni, compresa la stessa università, e viene discussa in un’aula affollatissima, in un clima singolare e surreale. In quegli stessi anni Mauro Rostagno fonda (assieme ad Adriano Sofri, Giorgio Pietrostefani, Guido Viale, Marco Boato) Lotta Continua, movimento politico votato all’ideologia comunista, a favore del “potere operaio”.
Nel 1976, dopo lo scioglimento di Lotta Continua, Mauro si fa promotore dell’apertura a Milano del Macondo, un circolo culturale in cui confluivano svariate attività di rilevanza artistica, culturale e sociale, in assoluto uno dei primi centri sociali inaugurati in Italia. Dopo l’esperienza del Macondo Rostagno si reca in India, dove intraprende un percorso di crescita spirituale presso la comunità degli “arancioni” di Osho. Rientrato in Italia si trasferisce in Sicilia, in provincia di Trapani fonda il centro Saman, un luogo di aggregazione sorto con l’intento di divulgare gli insegnamenti appresi in India, ma che col tempo verrà trasformato in un centro di accoglienza e recupero di tossicodipendenti, tra i primi centri d’Italia, ennesima straordinaria dimostrazione della sua capacità pionieristica di rapportarsi con la contemporaneità.
Il 26 settembre del 1988 Mauro Rostagno viene ucciso in un efferato agguato architettato dai “poteri forti”, ovvero da una rete di personaggi molto influenti, che collega mafia, massoneria, p2, gladio, servizi segreti “deviati” ed esercito italiano. Proprio questi intrecci sono stati portati alla luce da Rostagno, il quale non ha mai avuto alcuna esitazione nel denunciare apertamente malaffari e soprusi, con nomi e cognomi, dai microfoni di RTC, un’emittente locale siciliana, per la quale Mauro collabora in qualità di caporedattore del telegiornale.

23,53 - Ripetiamo: c'è l'ergastolo per Virga e Mazzara.  E' arrivata alle 23.38 la sentenza della Corte d'Assise di Trapani del processo a carico del capomafia trapanese Vincenzo Virga e del sicario della famiglia mafiosa Vito Mazzara, accusati di essere rispettivamente il mandante e l'esecutore dell'omicidio di Mauro Rostagno, il sociologo e giornalista ucciso in contrada Lenzi, a Valderice  il 26 settembre 1988. Inflitta anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.

La Corte, presieduta da Angelo Pellino, era riunita in Camera di Consiglio dalle 12 di martedì scorso, nell'aula bunker del carcere di Trapani. Per i due imputati, entrambi detenuti per altre condanne, i pm della Dda di Palermo Gaetano Paci e Francesco Del Bene avevano chiesto la pena dell'ergastolo. Per la pubblica accusa, "il modus operandi seguito nel delitto Rostagno è quello tipicamente mafioso" e il movente sarebbe da rincondurre "all'attività giornalistica, destabilizzante della quiete criminale" che Rostagno conduceva dagli schermi dell'emittente televisiva locale Rtc. I difensori Stefano Vezzadini e Giancarlo Ingrassia, per Virga, e Vito e Salvatore Galluffo, per Mazzara, avevano invece chiesto l'assoluzione dei loro assistiti "per non aver commesso il fatto".

23,48 - Dopo 26 anni c'è una sentenza per l'omicidio di Mauro Rostagno. Ed è una sentenza pesantissima: ergastolo per gli imputati. Implicitamente si riconosce non solo la bontà dell'impianto dell'accusa, anche nei punti più controversi, ma che ci sono stati troppi depistaggi in questi anni, e tentativi di insabbiare un'indagine che sicuramente poteva essere fatta prima e meglio. Mauro Rostagno non è stato ucciso per un regolamento di conti all'interno della Saman, o per una questione di droga, o per gelosia. E' stato ucciso dalla mafia, perchè la sua informazione dava fastidio a Cosa nostra. La Corte ha anche stabilito la trasmissione degli atti in Procura per alcuni testimoni che si sono contraddetti in udienza e per i quali si procederà pertanto per falsa testimonianza. 

23,43 - I due imputati, Mazzara e Virga sono stati condannati all'ergastolo per aver ucciso il giornalista Mauro Rostagno. La Corte d'Assise di Trapani ha emesso la sentenza di primo grado un paio di minuti fa. Confusione in aula. Chi piange, chi si lascia andare a manifestazioni di gioia. Tutti circondano Maddalena Rostagno (oggi è anche il suo compleanno) e Chicca Roveri. Adesso c'è una sentenza che lo dice - ma i trapanesi lo sapevano già da tempo: Mauro Rostagno è stato assassinato dalla mafia. 

23,40 - ERGASTOLO PER GLI IMPUTATI, MAZZARA E VIRGA. LA CORTE ACCOGLIE LA TESI DELL'ACCUSA. 

23,39 - Non si capisce se sia stato o no un nuovo falso allarme. Certo è che c'è molta attesa in aula. 

23,35 - In uscita. I giudici sono in uscita. L'atmosfera in aula si fa improvvisamente tesissima. 

23,33 - Ancora niente. Nessun rumor su uno scampanellio a breve. Nè trapelano indiscrezioni. Vale la pena ricordare che sull'omicidio Rostagno è stato aperto un altro fascicolo, in Procura, a Palermo. C'è un'indagine, a carico di ignoti, tesa ad individuare i mandanti del delitto. 

23,25 - Ancora niente. Se passerà la mezzanotte, è probabile che tutto venga rinviato a domattina. Sono diversi i punti controversi della vicenda, per quanto è emerso dal dibattimento. Ad esempio, replicando al pm della Dda di Palermo Gaetano Paci che li aveva accusati di aver introdotto delle suggestioni nel processo nell'ultima udienza i difensori si sono soffermati sulla circostanza del mancato riconoscimento fotografico di Mazzara da parte di due testimoni oculari, le sorelle Emilia e Silvana Fonte, che la sera del delitto videro la Fiat Uno con a bordo i killer. Della convocazione delle donne in questura nel 2010 non fu redatto alcun verbale. "Alle Fonte fu mostrata la foto di Mazzara e non fu riconosciuto -ha evidenziato il legale del presunto sicario, Vito Galluffo- Senza pudore alcuno, non è stata fatta alcuna verbalizzazione. E' stata scritta una pagina triste su questo delitto e sulla giustizia. Siamo stati noi della difesa -ha sostenuto Galluffo- a fornire prove certe e serie e non ipotesi congetturali come quelle dell'accusa". 

23,17 - In aula Maddalena Rostagno e Chicca Roveri, il giornalista Rino Giacalone, che ha seguito minuto per minuto il processo sin dalla prima udienza, coadiuvato dal collega Marco Rizzo e in un paio di occasioni anche dal nostro Carlo Rallo. In aula anche i rappresentanti dell'associazione Trapani Cambia, che scrivono su Facebook: "Ci siamo. Siamo qui, in attesa della sentenza di primo grado del processo Rostagno. Ventisei anni dopo, nella stessa città che lui ha raccontato ogni giorno. Glielo dobbiamo. Gli dobbiamo il nostro impegno per cambiare questo territorio. Perché bisogna scegliere di stare dalla parte giusta".

23,15 - E' tutto molto strano, perchè la sentenza era attesa per le 21. Invece da due ore si attende invano. La camera di consiglio è stato molto lunga, oltre 48 ore. Anche perchè i giudici hanno dovuto valutare il punto più controverso, la perizia balistica. Il processo è a carico  del capomafia trapanese Vincenzo Virga e del sicario della famiglia mafiosa Vito Mazzara, accusati di essere rispettivamente il mandante e l'esecutore dell'omicidio di Mauro Rostagno, il sociologo e giornalista ucciso in contrada Lenzi, a Valderice  il 26 settembre 1988. La Corte, presieduta da Angelo Pellino, è riunita in Camera di Consiglio dalle 12 di martedì scorso, nell'aula bunker del carcere di Trapani.

Per i due imputati, entrambi detenuti per altre condanne, i pm della Dda di Palermo Gaetano Paci e Francesco Del Bene hanno chiesto la pena dell'ergastolo. Per la pubblica accusa, "il modus operandi seguito nel delitto Rostagno è quello tipicamente mafioso" e il movente sarebbe da rincondurre "all'attività giornalistica, destabilizzante della quiete criminale" che Rostagno conduceva dagli schermi dell'emittente televisiva locale Rtc. I difensori Stefano Vezzadini e Giancarlo Ingrassia, per Virga, e Vito e Salvatore Galluffo, per Mazzara, hanno invece chiesto l'assoluzione dei loro assistiti "per non aver commesso il fatto".

23,10 - Aula stracolma a Trapani, dove da un momento all'altro dovrebbe uscire la Corte d'Assise e pronunciare la sentenza di primo grado per l'omicidio di Mauro Rostagno.