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22/10/2014 06:50:00

Siamo entrati nel nuovo Tribunale di Marsala. Ecco com'è

Siamo riusciti ad entrare nel Nuovo Tribunale di Marsala. Una struttura quasi pronta ma ancora ci sono tentennamenti per il trasferimento. Lo abbiamo chiesto al Comune di Marsala, e con i dirigenti e gli ingegneri dell’impresa abbiamo fatto un giro. Per motivi di sicurezza non ci hanno lasciato fare foto e video. Vi raccontiamo com’è il nuovo Palazzo di Giustizia.


In questi giorni abbiamo raccontato che ci sono delle obiezioni al trasferimento. Che i presidenti del tribunale, negli ultimi anni, hanno evidenziato degli elementi che non renderebbero funzionale la nuova struttura. Un’opera però che è quasi pronta. Mancano alcune rifiniture, ci dicono, un paio di mesi di lavoro. Cominciamo dai numeri questo viaggio, all’interno del palazzo di Giustizia.
Ci sono 350 stanze. 5 aule per le udienze. La più grande è di 338 metri quadrati, le altre circa 200.
Il Tribunale è costato 15 milioni di euro circa, considerando anche il milione di euro per l’esproprio di alcune aree. Tutta la superficie calpestabile è di 13.850 metri quadrati dei quali 7018 per la procura e 6806 per il tribunale. Attualmente il tribunale di Piazza Borsellino, con gli uffici dislocati nei paraggi, palazzo Halley, e tutto, arrivano, complessivamente, a 11 mila metri quadrati circa. 2 mila in meno rispetto al nuovo Palazzo di Giustizia. Edifici che sono in affitto: costano ogni anno complessivamente 190 mila euro al Comune di Marsala, di cui solo una parte viene rimborsata dal Ministero della Giustizia
Tutta la struttura è di 61 mila metri cubi. L’ingegnere Gianfranco D’Orazio, dirigente del settore Grandi Opere del Comune di Marsala ha fatto un calcolo: con quello che è costato (considerato anche il milione di euro di esproprio) abbiamo una media di 250 euro al metro cubo, meno della metà dei costi dell'edilizia per i tribunali in tutta Italia. E poi c’è il parcheggio, 10 mila metri quadrati e 350 posti macchina in via Messina Orlando.
Questi i numeri di una struttura enorme che abbiamo visitato da cima a fondo.
Cominciando dall’area dove dovrebbero tenersi le udienze penali e civili. Dove dovrebbe andare il presidente con i suoi uffici e la zona destinata ai giudici.
L’ingresso non ha nulla a che vedere con quello dell’attuale tribunale. Ampi spazi con una cupola in vetro che sovrasta le due rampe di scale. Giù a, piano terra c’è l’aula d’udienza più grande. 338 metri quadrati, più grande dell’aula Paolo Borsellino dell’attuale palazzo di giustizia, subito in fondo appena si entra nella hall. Le colonne? Ci sono, ma non proprio al centro di aula. Stanno sulla destra, guardando il pretorio dei giudici. Sul retro la camera di consiglio dei giudici, con servizi. Poi c’è il gabbiotto per i detenuti che devono seguire le udienze, vi arriverebbero attraverso un percorso separato dall’ingresso principale. Una delle obiezioni era proprio sul percorso di sicurezza che avrebbero dovuto seguire i detenuti. La camionetta arriva direttamente dentro l’area del tribunale, lascia i detenuti davanti una porta d’ingresso secondaria, scendono, percorrono qualche metro e si accomodano nella stanza blindata e con vetri antiproiettili. Un altro percosso di sicurezza è per i detenuti che andranno ad aspettare le udienze che si tengono al primo piano. Un ingresso separato, e due stanze. Queste sono buie, senza finestre. Ma ci spiegano che devono essere così. Non devono esserci possibilità di evasione. Però c’è un bagno in ognuna di queste due stanze. Non sono le sole stanze senza finestre. Questa era stata un’altra contestazione all’opera. Ma, ci spiegano sempre i tecnici, che queste stanze senza finestra sono previste per sgabuzzini, archivi, stanze di servizio e per i gruppi elettrici, biblioteca e consultazione testi, ad esempio. In tutto sono una ventina. E le aule incriminate? Quelle con le colonne al centro? Sono due, da 100 metri quadrati ciascuna. Ognuna ha un pilastro proprio al centro. E due ingressi. Per questo, ci spiegano, si potrebbero dividere e farci due aule d’udienza per i processi monocratici. Per i tecnici anche lasciandole così, il pilastro non sarebbe di intralcio. Questo è uno dei nodi da sciogliere per il trasferimento del tribunale. Si sale su, dove ci sono le stanze destinate all’ordine degli avvocati, 4 in totale, con bagni e servizi.Negli scantinati c’è un enorme spazio aperto da destinare a deposito. In una stanzetta sono già arrivati alcuni documenti da Partanna e Castelvetrano.
E ancora altre stanze destinate a uffici e cancellerie. Si arriva all’area per la presidenza del Tribunale. Una sorta di appartemento, con ufficio, sala riunioni, bagno, sala d’attesa, ufficio di segreteria, e due ingressi separati. Più o meno identica a quella destinata al Procuratore della Repubblica, nell’altra ala dell’edificio. I due edifici sono comunque collegati tra loro da una passerella sopraelevata, e sono quasi identici nelle dimensioni: la Procura è di circa 200 metri quadrati più piccola. I tecnici, sia del Comune che dell’impresa che ha progettato e fatto i lavori, ci raccontano che nel corso degli anni hanno lavorato diverse volte sulla planimetria, sulle esigenze dei vari uffici (Tribunale, Procura, Pg, Forze dell’Ordine).
Tante trattative, un iter cominciato nel 2003. Un tribunale quasi pronto. Con avvocati e procura pronti a trasferirsi. Nei giorni scorsi in una riunione si è dettata la road map. La via è quella di affidarsi a un tecnico o a un team di esperti per studiare come risolvere l’empasse. Il tutto però deve essere fatto in economia. Come ha chiesto il commissario straordinario del Comune di Marsala, Giovanni Bologna. Se non dovesse andare a buon fine questo sondaggio, da tempo chiesto da Gianfranco Zarzana, presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Marsala, sembra che si trasferirà soltanto una parte. Le udienze rimarranno al vecchio tribunale. Tutto il resto nella nuova struttura. Per molti questa soluzione sarebbe più costosa. Intanto gli operai lavorano. “Mancano alcune rifiniture, dettagli”, ci dicono. “In un mese e mezzo, due mesi, abbiamo finito e possiamo consegnare l’opera”. E dopo? Sarà un affare di Comune e Tribunale pensare a utilizzare il nuovo Palazzo di Giustizia.

 



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