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09/03/2015 18:07:00

Undici insegnanti e sette genitori vogliono impedire la benedizione pasquale

 A Bologna, undici insegnanti e sette genitori si stanno opponendo a carte bollate per impedire che gli edifici scolastici siano benedetti dal prete in occasione della prossima Pasqua. Hanno assoldato quattro valenti avvocati, che ricorrono al Tribunale amministrativo regionale per impedire quello che, secondo loro, é un'offesa a chi non é cattolico. Violerebbe anche, secondo i ricorrenti, la Costituzione di questo nostro Stato laico, e non confessionale. Richiamano articoli della Grande carta, e ne traggono convinzioni e richieste.

Tra l'altro, la benedizione dovrebbe essere elargita in orario extrascolastico. Ma questo non basta ai ricorrenti. Non ha importanza, per loro, che non viene intaccato il numero di ore dedicate all'insegnamento, né che chi vuole può non andare alla benedizione. E' il principio che conta, secondo loro.

Mi sembra eccessivo che si arrivi a questo punto. Ma poiché a questo punto siamo, non resta che sparare le nostre povere pagine a difesa della nostra identità. Non cambieremo il flusso delle cose, ma almeno difenderemo i nostri diritti di popolo. Anche chi non é cattolico dovrebbe farlo.

Ci sono stati secoli, nel nostro Paese, in cui l'insegnamento dei rudimenti scolastici fu curato dalla Chiesa e dalla Compagnia di Gesù. Si può dire che era un insegnamento ad usum delphini, ma non si può negare che contribuì a dare una base di istruzione ai discenti. Il popolo sarebbe rimasto più ignorante, senza saper leggere e scrivere. Lo Stato unitario, dopo il Risorgimento, si costituì laico, e l'insegnamento divenne statale, e svincolato dalla dottrina della Chiesa. Ma perché togliere, come da alcuni anni é stato fatto, il crocefisso dalle aule scolastiche? La nazione italiana si caratterizza - unica al mondo - per essere stata la culla della religione cattolica. Nel bene e nel male, più nel bene che nel male, la Chiesa é stata per noi un presenza naturale, consolatoria. Un orgoglio, ed una forza che ha irradiato luce nel mondo. Il Cristo nelle scuole rimaneva per noi il simbolo di questo millenario legame con la Chiesa. E' stato tolto, e ai modernisti a tanto al chilo non é bastato. Ora, vorrebbero che nemmeno l'acqua santa sia aspersa sui muri, una volta l'anno.

Può darsi che i giudici respingano il ricorso, ma non c'é da sperarci molto. Un altro giudice, in un'altra occasione, ne accoglierà uno simile. E' l'andazzo, l'aria che tira. Calati iuncu chi veni la china. Siamo fuscelli piegati dal vento della modernità, del buonismo, dell'irriconoscenza, del politicamente corretto, del volemose bene, dell'amicizia pelosa, della pacca sulla spalla. Stiamo subendo un'invasione di extracomunitari, che avrà ripercussioni a breve e a lunga scadenza sulla nostra identità, e c'é chi pensa che impedire al prete di benedire la scuola, sia un atto di grande civiltà.

Siamo entrati in una fase storica simile a quella vissuta nel periodo della decadenza dell'Impero romano. Non più certezze, dubbi su ogni cosa, accoglienza bavosa dello straniero, dimenticanza delle nostre tradizioni.

Leonardo Agate

leonardoagate1@gmail.com