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05/11/2015 06:25:00

Teoria "gender" a scuola, polemiche anche a Marsala e Trapani. Marzano:"Che confusione"

E’ scoppiata in tutta Italia la polemica sulla cosiddetta “teoria gender” nelle scuole. Sono stati diversi i genitori di bambini che hanno protestato contro alcuni testi scolastici che, a loro avviso, avrebbero divulgato la supposta “teoria gender”. Ora, qui si parla di omosessualità, di diritti civili e tutela dei bambini. Una polemica che arriva fino alle nostre latitudini, a Marsala e Trapani, con diversi genitori, in alcune scuole, che hanno protestato nei confronti degli insegnanti e dei dirigenti scolastici. Una polemica legata alla presenza di frasi in alcuni testi scolastici che, questi genitori riterrebbero inopportune per dei bambini. Sono diversi i testi adottati nelle scuole trapanesi e finiti in altre città sotto accusa. Da “Acero Rosso” a “Piccolo blu e piccolo giallo”, “Il segreto di Lu”, "In famiglia". Sotto accusa i libri, sotto accusa insegnanti e dirigenti scolastici, sotto accusa anche il Governo e il Ministro dell’Istruzione Giannini. “Chi ha parlato e continua a parlare di 'teoria gender' in relazione al progetto educativo del governo Renzi sulla scuola compie una truffa culturale" dice il Ministro.
La polemica sui presunti libri gender è arrivata anche in provincia di Trapani. Si tratta di libri in cui, parlando di famiglia, ad esempio, si possono trovare i riferimenti a due mamme o due papà. Testi in cui affiorava la famiglia gender, la famiglia omosessuale. Ma cos’è la teoria gender, se esiste? Quali equivoci possono nascere e quali sono i pregiudizi?
Lo abbiamo chiesto a Michela Marzano, filosofa, deputata del Pd, ma soprattutto autrice di “Papà, mamma, gender” (UTET) che cerca di aprire un dibattito ‘laico’, anche se l’autrice è cattolica, sul gender. Il primo pericolo, e il primo problema è la confusione sul concetto stesso di gender. “Mi sono avventurata a raccontare il tema del gender a più persone possibili perchè c’è il rischio di fare un passo indietro di decenni su questa questioni. Bisogna partire dall’abc, e capire se esiste una teoria del gender”. Ed esiste? “Non esiste una sola teoria del gender. Ma stiamo parlando di studi di genere nati negli anni 70 e poi sviluppati negli anni successivi su problemi legati a discriminazioni di genere, violenze di genere, questioni legati al bullismo nei confronti di omosessuali, bisessuali e trans”.
Allora perchè è nata la polemica? “Perchè si è fatta confusione. Gender non è altro che la traduzione di genere, ma contrariamente ai fantasmi di chi se la prende con l'insegnamento del gender, l'educazione all'affettività e alla tolleranza nei confronti delle tante differenze non ha come scopo quello di spingere i "maschietti" a diventare femmine o le "femminucce" a diventare maschi. Esattamente come non si insegna a un eterosessuale a diventare omosessuale o a un omosessuale a diventare eterosessuale. Lo scopo è favorire il rispetto di chiunque, indipendentemente dalla propria identità e dal proprio orientamento sessuale”. Si parte da un punto. Tutti condanniamo l’omofobia, le violenze di genere, gli atti di bullismo. Ma è dall’educazione all’uguaglianza che comincia il percorso per non pensare più, in una società sempre confusa e che ragiona per stereotipi, che essere omosessuali è sbagliato. La Marzano parte dalla differenza tra sesso, identità di genere e orientamento sessuale. Il primo non è altro che la caratteristica biologica che distingue il maschio e la femmina. Il genere si riferisce a un complesso di regole, implicite o esplicite, ma anche stereotipi, sottesi ai rapporti tra uomini e donne. “E’ uno stereotipo di genere ad esempio il fatto che un bambino debba giocare con i soldatini e una bambina con le bambole”. Il genere si confonde spesso con il sesso, ma non è così. Poi arriva l’orientamento sessuale, che è l’attrazione nei confronti di una persona dello stesso sesso, di sesso diverso o entrambi.
La Marzano all’inizio della telefonata ce l’ha spiegato, è una situazione complicata, e proprio per questo si tende a polarizzare lo scontro senza analizzare di cosa si sta parlando. “Ho cominciato questo lavoro dopo alcuni video #nogender in cui si diceva che a scuola si insegna ai bambini che possono scegliere se essere uomo o donna, che si può cambiare sesso quando si vuole, che si può far sesso anche da piccoli. Allarmi non veri, che suscitano paura e ansia”. Cosa fare allora? “Spiegare che non c’è un orientamento sessuale giusto e uno sbagliato. Bisogna proteggere i bambini, tuttim ma soprattutto chi può essere soggetto a discriminazione attraverso l’educazione”. Ed è opportuno trovare in un testo per bambini il riferimento a due mamme o due papà? “Ma esistono, è la realtà - dice Marziano - Le famiglie arcobaleno ci sono. I bambini sono molto più aperti degli adulti, bisogna proteggerli da loro. Non solo è opportuno ma è necessario, perchè bisogna tutelare chi non può difendersi, bisogna far capire che l’omosessualità non è una malattia”.
Nella Buona Scuola, la riforma del governo Renzi, c’è qualcosa del genere? “C’era l’introduzione delle ore d’insegnamento per lottare le violenze di genere, per recepire convenzione di Instanbul, non solo misure punitive ma preventive a episodi di discriminazione e bullismo. Ma date tutte queste proteste rischiamo di paralizzarci”.