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01/01/2016 08:00:00

Le indagini sul Vescovo di Mazara. Don Civello scrive a Mogavero

Nuovi sviluppi sul caso degli ammanchi milionari nei conti della Diocesi Di Mazara. Don Antonio Civello, rettore della chiesa Maria Ss. delle Grazie di Marsala,  in una lettera inviata a monsignor Domenico Mogavero e al presbiterio ha chiesto al Vescovoriflettere sull’opportunità di rimettere il mandato episcopale a Papa Francesco. Nella lettera Don Civello, rivolgendosi al Vescovo, dice che «mettere insieme le nostre difficoltà ecclesiali con le sue vicende giudiziarie mi pare fuori luogo e infelice». Il riferimento è al fatto che Monsignor Mogavero alla vigilia di Natale ha inviato una lettera d’auguri ai fedeli e al clero di Mazara del Vallo, nella quale ha parlato di «profonde lacerazioni nella Chiesa locale da cui è afflitta da tempo». Don Civello chiede il Vescovo se in questi anni di episcopato ha fatto nulla per curare e sanare le ferite, oppure le ha accentuate. Monsignor Mogavero ha scelto di non replicare pubblicamente alle accuse di Civello.

La sensazione è che in realtà il malcontento all'interno della Diocesi, tra i preti, sia abbastanza diffuso. Anche perchè, in effetti, molti di loro sono stati nterrogati dal Procuratore Di Pisa (da oggi in pensione) e hanno fornito elementi utili all'indagine. 

L'indagine della Procura di Marsala  vede indagati Mogavero e don Franco Caruso (ex economo), oggi parroco a Santa Ninfa. Don Caruso fu rimosso da Mogavero due anni fa e con lui è stato revocato l’incarico anche a Sergio Sardo come consulente contabile. Al posto di don Caruso è stato nominato Rosario Tumbarello e come vice economo Giovanna Benigno. E sempre due anni fa il Vescovo ha pure nominato i periti Roberto Ciaccio e Gianfranco Sciamone per verificare la corretta applicazione della normativa canonistica e concordataria nella gestione della Diocesi. La relazione dei due periti, nella quale si evidenziarono condotte che avrebbero potuto integrare estremi di reato, fu trasmessa proprio da Mogavero alla Procura.

C'è un milione di euro del mutuo per la costruzione di tre chiese che non si sa che fine abbia fatto. Ci sono altri 570.000 euro di fondi dell'8 per mille che sarebbero stati destinati a ben altro che alle iniziative benefiche. C'è una moltitudine di conti correnti della Diocesi e una sorta di "conto protezione" nel quale transitano somme destinate a conti correnti privati. Ci sono inspiegabili prestiti per più di 225.000 euro concessi dall'economo della Curia a un sacerdote nel frattempo condannato per tentata violenza sessuale e sospeso a divinis che li avrebbe dissipati ai tavoli da gioco. E ci sono le testimonianze di diversi sacerdoti che hanno confermato ai pm che i bilanci della Diocesi erano in rosso anche a causa di alcune spese folli, come il regalo di 35.000 euro ad un parroco per l'acquisto di una macchina di lusso