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26/01/2016 06:30:00

Giovanni Sinacori: "Il Pd poco chiaro sul caso Cimiotta. Ecco cosa avrei fatto io"

 Giovanni Sinacori, consigliere comunale dell'Udc a Marsala. In consiglio comunale durante l'ultima seduta è esploso il caso Cimiotta. I 5 stelle hanno chiesto le dimissioni del consigliere rinviato a giudizio per voto di scambio. Lui si è autosospeso dal Pd. Voi in consiglio non siete intervenuti, perchè? Qual è la vostra posizione?


Noi non siamo intervenuti in aula per evitare di alimentare un fuoco che non ci appartiene. Uno scontro a livello nazionale tra il Pd e i 5 Stelle non può interessare in una maniera seria la città di Marsala. Se cercavano questo proscenio per avere visibilità a me non interessava contribuire. Altra cosa è la faccenda che vuole ricondurre ciò che riguarda Cimiotta al caso Quarto.

Poi siete usciti con un documento. Voi siete garantisti, ma…?

Abbiamo stigmatizzato un comportamento che non abbiamo ritenuto sufficientemente chiaro da parte del Pd rispetto alla questione Cimiotta. Noi siamo garantisti sempre. Fino a quando una persona non è definitivamente condannata esiste la presunzione di innocenza. Questo è un principio che adottiamo sempre. Diversa cosa è l'atteggiamento che per certi versi ha avuto delle derive giustizialiste del Partito Democratico che ha fatto della sua selezione della classe dirigente un totem, buttandola in faccia agli altri.

Cosa non vi ha convinti dell’atteggiamento del Pd?

Il comunicato stampa del segretario comunale del Pd il sindaco Alberto Di Girolamo, controfirmato dal segretario provinciale Campagna, non ha chiarito la vicenda, dietro la quale c'è una persona. Bisogna fare chiarezza e i primi che la dovevano fare erano quelli del Pd, non noi. Se loro giudicavano un comportamento incompatibile con la carica istituzionale, un comportamento incompatibile con la carica di presidente della commissione bilancio. Volevamo sapere alcune cose che non abbiamo saputo da parte del Pd. Noi non mettiamo nessuno nel tritacarne, solo Cimiotta può decidere quali sono i contorni di una vicenda che verrà giudicata in un'aula di tribunale.

Se ci fosse stato un consigliere dell'Udc nella stessa situazione lei, da segretario comunale del partito, come si sarebbe comportato?

Nel momento in cui era emersa la questione avrei cercato di capire in maniera chiara e seria qual era la posizione del mio consigliere, che è una persona che io ho candidato.

E se fosse stato lei il consigliere indagato?

Avrei detto al mio partito “non ho fatto nulla, se voi mi credete mi credete sempre, se non mi credete non mi credete mai. O me ne vado subito o non me ne vado mai”. Ecco, non aspetterei che venga posto il problema da un altro partito, o che scoppi il caso a livello nazionale. Autosospendersi dal Partito e poi la nota dei due segretari che aspettano l'evolversi del processo e dicono “tornerà”. Cosa vuol dire? Il consiglere Cimiotta o è buono sempre o non è buono mai. E' un modo che non comprendo. La posizione del Pd non è stata di salvaguardia nei confronti del consigliere. La presidenza della commissione, se fossi stato al posto suo mi sarei autosospeso l'indomani della notifica dell'indagine.


E a questo punto uno si sospende anche da consigliere?

No, c'è differenza. Io vengo eletto da un numero di cittadini, la mia coscienza è a posto e non ho fatto nulla di quello che mi viene addebitato. Non mi dimetto da consigliere comunale. Però la moglie di Cesare non solo non deve essere colpevole ma neanche sospettata. Se gestisco una istituzione come la presidenza della commissione da quella mi dimetto o mi sospendo.