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19/02/2016 06:59:00

Gara per centri d'accoglienza a Trapani. C'è anche un'azienda coinvolta in Mafia Capitale

 Gara chiusa, si aprono le buste. E' la tanto attesa gara d'appalto per la gestione dei centri di accoglienza per migranti in provincia di Trapani. Si tratta di un bando da 2000 posti che riassegnerà i migranti già presenti sul territorio nei centri, che finora avevano lavorato in convenzione, senza aver vinto una vera gara. Il bando - in virtù delle indicazioni dell'Anticorruzione – è articolato e ieri, nei locali della Prefettura, è iniziata l'apertura delle «buste d'offerta». La gara è spalmata su quattro lotti. Il principio è quello di evitare ogni tipo di monopolio (come quello che la Procura di Trapani contestava a don Sergio Librizzi e alla coop Badiagrande) e per questo ogni centro potrà ospitare dai 20 ai 200 migranti e gli enti gestori non potranno candidarsi per più di 200 posti.

Sulla gestione dei centri, come noto, è in corso un'indagine articolata della Procura e l'obiettivo del bando è anche quello di anestetizzare ogni tipo di interesse criminale. In questo contesto ha preso il via l'esaminazione delle richieste inviate dalle cooperative. Alla chiamata sono giunte 31 richieste che a loro volta sono sviluppate in progetti specifici. La commissione è composta dal vicario prefettizio Concetta Caruso, dall'economo Maurizio La Rocca e dall'attuale segretario comunale di Vita e Santa Ninfa, Vito Bonanno. Una scansione accurata, fatta di referenze bancarie, dati sulla tracciabilità finanziaria, documentazione antimafia e allegati vari che successivamente verranno riversati in un sistema informatico.

Nella prima giornata la commisione ha verificato sei richieste di concessioni. Ci sono progetti su Alcamo, Castelvetrano, Castellammare del Golfo, Custonaci, Gibellina, Paceco e Salemi e tra questi spicca un faldone che si interseca con le indagini di Mafia Capitale. Il caso non è nuovo e stavolta si tratta dell'Rti (raggruppamento temporaneo di imprese) composto dalle cooperative Senis Hospes, con sede a Potenza, e Tre Fontane, con sede a Roma. Quest'ultima fa parte del gruppo La Cascina, coinvolta nell'inchiesta «Mondo di Mezzo» della Procura di Roma e tuttora viene attenzionata dagli investigatori. Le coop hanno richiesto l'assegnazione di quattro centri per un totale di 200 posti e la Commissione ha approvato la partecipazione. Poi sono arrivate le richieste delle cooperative Infomedia Catania, Solidalia, Solidaritetà e Serenità per un totale di 690 posti. La gara è appena iniziata e riprenderà stamane a partire dalle 10.30. L'interesse è notevole. In gioco c'è il superamento dello stato di emergenza. La dissoluzione di gestioni improvvisate (prive di requisiti minimi), di interessi criminali e di pagamenti macchinosi. Verso una gestione più umana.

Marco Bova
https://twitter.com/marcobova