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12/05/2016 06:25:00

Don Francesco Fiorino: “Un laboratorio cittadino per una Nuova Resistenza Popolare"

Don Francesco Fiorino lei è instancabile, ora si fa promotore di una “Nuova Resistenza Popolare”, di cosa si stratta?

Sappiamo cosa è stata la resistenza nel nostro Paese. Giovani, adulti, rossi, bianchi, di natura e ideologie diverse che hanno lottato contro il nazifascismo. Oggi, non so se c’è ancora il nazifascismo nel nostro Paese, forse qualcosa continua ad emergere  qua e là, ma è chiaro che ci sono tanti problemi, tante azioni contro la nostra libertà e dignità, dalla mancanza del lavoro, alla lontananza dei nostri politici  dalla vita concreta delle persone, all’abbandono, per certi versi, dei nostri Enti Locali dell’ascolto delle persone.  Ecco noi ci tentiamo, vogliamo creare uno spazio, lo abbiamo chiamato “Laboratorio Socio-Creativo”, dove le persone si possono incontrare liberamente e riflettere, ma anche impegnarsi e farsi sentire con gli strumenti della democrazia e della non violenza. Ne abbiamo bisogno, perchè non bisogna soltanto limitarsi alle lamentele e agli insulti volgari e sterili.

Ne avete subiti tanti di insulti?

L’ultimo referendum ne è un esempio.

Don Francesco Fiorino lei era per il NO?

Io ero per il No, perchè ritenevo inutile questo referendum. Sono stati spesi tanti milioni di euro per una questione che si doveva risolvere in altra maniera e se dobbiamo cambiare le fonti di energia in questo Paese dobbiamo farlo gradualmente.

Ci ha colpito il fatto che in quella occasione Padre Francesco Fiorino ha scoperto cosa significa andare contro. Ne hanno dette di tutti i colori.

Sì, hanno detto di tutto, purtroppo quando non si hanno più le “armi” della ragione, dell’intelligenza, del convincimento e dello scambio di pareri, si scade nella violenza, nell’insulto e nel prendere a male parole gli altri che la pensano in maniera diversa. Se questo è il nuovo che avanza, io ne ho paura di questo nuovo, che mi sembra più legato a movimenti del passato che la resistenza in Italia ha combattuto. Questo nostro spazio-laboratorio, invece, vuole essere un luogo d’incontro per persone che cercano di utilizzare tutti gli strumenti della democrazia e della partecipazione per incidere. Anche un luogo di formazione, della quale oggi non si parla più, anche nelle sedi in cui si dovrebbe. La democrazia se non è partecipativa, significa solo ridurre le persone a numeri, utili solo quando ci sono le elezioni. Ci sono tante situazioni nel nostro Paese che vanno cambiate ed ognuno di noi deve fare la sua parte.

Don Francesco Fiorino, l’appello per questa “Nuova Resistenza” è stato fatto nel giorno del doppio anniversario, quello del ritrovamento del corpo di Aldo Moro ucciso dalle Brigate Rosse, e quello dell’assassinio di Peppino Impastato ucciso dalla mafia. Proprio la figura di Peppino Impastato viene ricordata in un’atmosfera di grande smarrimento, perché il fronte antimafia vive settimane, se non mesi, di disorientamento. La vicenda di Pino Maniaci fa ancora male. Qual è l’opinione di Padre Fiorino, da sempre impegnato su questo fronte in maniera silenziosa e operosa. 

L’albero buono si riconosce dai frutti buoni. Purtroppo, si capisce che questa persona andava in altre direzioni. Qui si tratta di azioni  concrete che dimostrano il contrario dell’impegno che mostrava pubblicamente, c’era l’interesse personale. Oggi, purtroppo, prevale l’individualismo e il rifugio nel privato, che sono la negazione di quei valori per cui tanti italiani e tanti siciliani come Peppino Impastato e  Aldo Moro hanno donato la loro esistenza  per far emergere una società di persone libere che non si inginocchiano davanti a nessuno, che non si lasciano corrompere, che non fanno le cose mettendo delle bandiere che sono un paravento per fare i propri affari personali e arricchirsi. Ecco, noi, ed io come cittadino e cristiano, vogliamo continuare ad impegnarci,  pensando a quella frase di Gesù che dice “Dare a Cesare quel che di Cesare e a io che è di Dio”, usa il verbo dare, oggi molto sconosciuto. Oggi tutti vogliono prendere, vogliono essere tranquilli e avere le proprie comodità, ma senza metterci del proprio.  Voglio ricordare cosa diceva un grande siciliano, Padre Pino Puglisi: “Se ognuno di noi fa qualcosa allora si può fare molto”. Io spero che siano in  molti ad accogliere l’invito per domenica prossima, alle 18:30, nella sala incontri della Chiesa di Ponte Fiumarella. Parleremo di riforma costituzionale, di come cercare lavoro nelle nostre città e di come spingere le amministrazioni locali ad essere più veloci nel venire incontro alle esigenze e alle richieste dei cittadini.