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07/06/2016 16:00:00

Caso Maniaci, nuovo divieto di dimora. Per ora il giornalista rimane a Partinico

Nuovo divieto di dimora nelle province di Trapani e Palermo per Pino Maniaci. Un mese fa, il provvedimento fu disposto per le estorsioni ai sindaci di Partinico e Borgetto (negata per quella all'assessore). Per l'accusa il direttore della storica emittente Telejato avrebbe ricevuto somme di denaro e agevolazioni dai sindaci al fine di evitare commenti critici sull'operato delle amministrazioni. In seguito, un errore nella notifica dell’udienza ha reso inefficace la misura. Ora il tribunale del Riesame ha accolto l'appello della Procura. Per il direttore di Telejato, da tanti anni simbolo della lotta alla mafia, scatta una nuova misura cautelare. Il tribunale ha accolto l'appello dei pm per l'estorsione all'ex assessore di Borgetto Gioacchino Polizzi, che il gip aveva invece ritenuto insussistente. Il provvedimento dei giudici, però, potrebbe non essere esecutivo nel caso in cui gli avvocati dell'indagato dovessero fare ricorso per Cassazione. Il divieto di dimora a quel punto scatterebbe definitivamente solo nel caso di conferma della Suprema Corte. Maniaci, tornato a lavorare da una settimana, per il momento può restare a Partinico. Secondo i pm Maniaci avrebbe fatto acquistare uno stock di magliette all'ex assessore Polizzi, in cambio di una linea soft della sua televisione sulle attività delle amministrazioni comunali. Si parla di duemila euro per la sponsorizzazione, oltre a 3 mesi di affitto della casa del giornalista, per fare sparire critiche e attacchi dai servizi del tg. C'è una telefonata in cui l'assessore si sfoga con il sindaco di allora (siamo nel 2013) Giuseppe Davì.

E sul nuovo divieto di dimora per Maniaci, c'è l'intervento dei legali del giornalista, Ingroia e Parrino che ritengono paradossale la decisione dei giudici. "Il caso Pino Maniaci si arricchisce di un nuovo evidente paradosso. Con un palese controsenso, infatti, il Tribunale della Libertà di Palermo ha deciso di ripristinare la misura cautelare del divieto di dimora nelle province di Palermo e Trapani”. Così i due legali, che spiegano: “Il controsenso sta nel fatto che la nuova decisione è stata presa in relazione a un’ipotesi di reato ritenuta dallo stesso Gip insussistente e meno rilevante di quanto non fossero le accuse per le quali era stata disposta la prima misura, poi venuta meno. In altri termini, Pino Maniaci è libero per i fatti ritenuti più gravi dalla magistratura palermitana mentre dovrebbe essere sottoposto a divieto di dimora per altri fatti che la stessa magistratura aveva ritenuto invece essere meno gravi ed insufficientemente provati. Non solo: una misura cautelare caducata, come nel nostro caso, può essere ripristinata solo in presenza di eccezionali esigenze cautelari, certamente non sussistenti nel caso di specie per ammissione dello stesso Procuratore Lo Voi. Un paradosso e un controsenso – concludono Ingroia e Parrino - che si traducono in una palese ingiustizia, visto che avrebbero come concreto effetto solo quello di impedire a Maniaci di fare il suo lavoro di giornalista a Telejato e, quel che è peggio, di far crescere il disorientamento e la sfiducia nella giustizia dei giovani di Telejato che rimangono stretti accanto a Pino”.