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24/06/2016 06:40:00

Marsala. Omicidio Mirarchi. L'arresto di Girgenti, è caccia ai complici

Sono stati i tabulati telefonici, lo stub, e un alibi non proprio di ferro ad aver incastrato Nicolò Girgenti, il bracciante agricolo di 45 anni, ritenuto l’assassino del Maresciallo Silvio Mirarchi, colpito a morte il 31 maggio scorso in una sparatoria nelle campagne di Marsala, a Ventrischi.
Girgenti è stato arrestato mercoledì pomeriggio, dopo settimane di indagini serrate svolte dai Carabinieri del Comando Provinciale, con il supporto dei Ros, dei Ris di Messina, la squadra dei Cacciatori di Calabria, coordinati dalla Procura di Marsala.
Il caso però non è chiuso. Siamo solo all'inizio, infatti, di una vicenda complicata e lunga, dato che Girgenti era sicuramente almeno con un'altra persona, e i colpi che hanno ferito mortalmente Mirarchi venivano da due pistole diverse. Dettagli importanti emersi al Comando provinciale. Oggi per Girgenti è previsto l’interrogatorio di garanzia.
Gli investigatori  hanno raccontato le fasi delle indagini che hanno portato all’arresto di Girgenti e quanto accaduto quella notte del 31 maggio scorso, in zona Ventrischi.
E' stata anche la prova dello Stub ad incastrare Girgenti. Si tratta del tampone utile per la rilevazione delle tracce di polvere da sparo. Il ieri durante la conferenza stampa Ris di Messina ha sottoposto Girgenti allo Stub e ha trovato tracce di polvere da sparo negli indumenti che gli sono stati sequestrati prima che riuscisse a lavarli. Girgenti è stato da subito uno dei principali sospettati dell'omicidio di Mirarchi. Il giorno dopo è stato arrestato dai Carabinieri Francesco D’Arrigo, il gestore della serra in cui è stata trovata un maxi piantagione di cannabis afgana accanto il luogo del delitto.

Girgenti era socio "infedele", così dicono gli investigatori, di D'Arrigo. Nel senso che i due coltivavano insieme quella serra di marijuana, ma Girgenti, di notte trafugava con dei complici le piante per rivendersele. Ed era proprio quello che stava facendo in quella tragica sera. Mirarchi ed un collega stavano svolgendo in orario notturno un servizio di polizia giudiziaria, in un'altra zona. Hanno visto da lontano delle luci nelle serre, e si sono avvicinati per capire cosa succedeva. Si sono avvicinati, hanno sentito parlare in dialetto siciliano, hanno acceso le torce in dotazione, hanno intimato l'alt, qualificandosi come carabinieri, e da lì è partito il fuoco, che ha colpito mortalmente Mirarchi. "Le indagini sono partite subito - ha detto il Colonnello Stefano Russo - e sul territorio abbiamo trovato alcuni elementi che ci hanno fatto comprendere la situazione: i bossoli, delle fasce di canapa indiana che stavano per essere rubate. Abbiamo individuato la serra, e in più c'era un buco nella rete di recinzione. Abbiamo quindi arrestato il responsabile della coltivazione, D'Arrigo, per capire di quali elementi fosse a conoscenza. E da lì si è evoluta l'attività che poi ha portato all'arresto di Girgenti". Sentito subito dopo l’accaduto Girgenti ha detto che quella sera si trovava a casa, che era andato a letto presto. Ma sulla scena del crimine, oltre ai bossoli compatibili con i risultati del tampone, è stato trovato anche un mozzicone di sigaretta con il suo Dna.
Il Procuratore di Marsala Vincenzo Pantaleo ha confermato che Girgenti era già uno dei sospettati già dopo il delitto, e il suo alibi è stato smontato punto per punto, accertando non solo la sua presenza in zona, ma la sua partecipazione quale esecutore materiale dell'atto. "Era lì per rubare alcune piante al suo socio - ha detto Pantaleo - i carabinieri sono intervenuti, allarmati per i movimento e i rumori. L'appuntato Cammarata ha gridato: Carabinieri! E sono partiti i colpi verso Mirarchi. Perché, non lo sappiamo, ma la volontà omicida è stata univoca. Riteniamo che ci fossero altre persone, anche perché sono state utilizzate due armi di carattere diverso, e poi è stata sentita dai militari anche un'altra frase, di un'altra persona" . Girgenti stava anche pensando di scappare da Marsala, sentendosi forse braccato. Un altro indizio è quello del cellulare. E’ stato scoperto, in sostanza, che il cellulare di Girgenti nell’ora del delitto si trovava nella stessa cella del posto in cui è avvenuta la sparatoria.
L’omicidio del maresciallo della stazione di Ciavolo ha aperto le indagini sulle piantagioni di marijuana -ha detto ieri Pantaleo. In queste settimane sono state tante le piantagioni scoperti. Oltre 17 mila piante scoperte a Marsala negli ultimi giorni a Marsala.
Era lì per rubare alcune piante al suo socio - ha detto Pantaleo - i carabinieri sono intervenuti, allarmati per i movimento e i rumori. L'appuntato Cammarata ha gridato: Carabinieri! E sono partiti i colpi verso Mirarchi. Perché, non lo sappiamo, ma la volontà omicida è stata univoca. Riteniamo che ci fossero altre persone, anche perché sono state utilizzate due armi di carattere diverso, e poi è stata sentita dai militari anche un'altra frase, di un'altra persona"

Ora quindi si apre la caccia agli altri complici di Girgenti. “Avevamo detto che lo avremmo preso prestissimo e così è stato” ha dichiarato il ministro dell’Interno Angelino Alfano.