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07/09/2016 06:10:00

Scrivono quelli della pubblicità sessista. Dicono che a Marsala siamo bigotti...

 Avendo letto in data 05/09/2016 un Articolo, di Tp24.it dal titolo “Pubblicità e dignità delle donne. I cartelloni osè a Marsala? Non ci sono più. Ecco perché”, che ci riguarda direttamente, non possiamo fare a meno di segnalare quanto sia, strumentale e fazioso, e per questo Vi chiediamo gentilmente di pubblicare questa lettera aperta in risposta.
In primo luogo, non capiamo dove sia lo scoop, visto che noi abbiamo subito risposto alla lettera IAP, dove spiegavamo il senso del cartellone che per noi (e non solo per noi) era e rimane, un semplice messaggio pubblicitario, e che comunque avevamo già deciso di togliere i cartelloni al termine del contratto, questo accadeva più di un anno fa; ora due sono le cose, o IAP non ritiene la rappresentante dell’Unione Donne Italiane di Trapani, nella persona di Valentina Colli ,un interlocutore attendibile, e quindi non gli ha comunicato la nostra risposta, oppure qualcuno, rendendosi a nostro parere anche un po’ ridicolo, a interesse a strumentalizzare ancora la cosa.
Ci sembra evidente che l’interesse primario della sedicente Unione Donne Italiane di Trapani, non era far rimuovere i cartelloni, ma far aderire i comuni prima di Marsala e adesso quello di Trapani al progetto Città libera, il motivo è presto spiegato, l’ente competente che autorizza l’installazione dei cartelloni in oggetto è l’ANAS, perché viene chiesto alle amministrazione dei comuni di intervenire, e non all’ANAS? incompetenza, o convenienza politica, fate Voi in entrambi i casi Valentina Colli non fa una bella figura.
Altra evidenza, è la Vostra faziosità, affermate di essere : “fermamente convinti che un messaggio pubblicitario debba attenersi a delle regole e non possa basarsi, come nel caso della pubblicità della Tekna, solo sull’attrazione del corpo femminile. Questa non è vera pubblicità, ma significa fare della donna un oggetto, un mezzo come un altro per ottenere un vantaggio economico. E', come abbiamo detto, la mercificazione del corpo femminile.” Tutte belle parole però anche Voi ve la prendete con l’amministrazione comunale di Marsala citando prima la Adamo e poi Di Girolamo, facendo lo stesso errore della Valentina Colli, e anche qui due sono le cose, o Voi scrivete a vanvera senza informarVi adeguatamente, oppure scrivete imbeccati da qualcuno, anche qui in entrambi i casi
non fate una bella figura.
Inoltre alla Valentina Colli concedete un virgolettato, dove veniamo trattati da Trogloditi, per noi invece solo un accenno ad alcune risposte, quelle che vi interessavano naturalmente, senza fare cenno alle nostre spiegazioni, che sopra abbiamo descritto, e anche al telefono Vi avevamo riferito, avevamo anche accennato del tentativo di sabotare il nostro sito WEB e pagina Facebook da parte degli educatissimi iscritti all’unione, con frasi da far arrossire uno scaricatore di porto, con tutto il rispetto per gli scaricatori di porto, ma questo sicuramente vi sarà sfuggito.
Abbiamo inoltre notato, che nella foto dell’articolo avete cancellato il nome della nostra azienda, per altro ripetuto più volte poi nell’articolo, e avete lasciato in bella mostra il decoltè, ammettiamo che questo ci ha divertito.
D’altra parte se l’Italia è al 72° posto per libertà di stampa, un motivo ci sarà, e credo vada ricercato nella qualità dei giornalisti.
Vi vogliamo dare noi una notizia da scoop, Stiamo pensando di avviare un progetto, lo chiameremo “ Città Libere…….dai Bigotti”, anzi no, avremo poi bisogno di qualche appoggio politico, meglio continuare a lavorare onestamente, e creare qualche posto di lavoro, credo che dare la possibilità ad una madre di poter mantenere e crescere con dignità i propri figli, sia la maggior dimostrazione di rispetto che si possa dare ad una donna, il resto sono chiacchiere da cortile.
Cordialmente
Franco Rao

Quando abbiamo visto il mittente di questa mail arrivata in redazione abbiamo pensato: ecco, finalmente la lettera di scuse per quella pubblicità offensiva. Con tre anni di ritardo, ma, pazienza. Rao,  o chi per lui, poteva scrivere: scusate, il nostro mediocre pubblicitario non aveva nessuna idea migliore che quella di un paio di tette in bella vista per vendere un paio di allarmi in più.  E invece si lancia su una serie di argomentazioni bigotte, senza senso - e un po' paracule -  sulle quali un buon analista potrebbe trarre facili conclusioni. A noi resta la consolazione di aver "liberato" la città da una cosa oscena: uno a zero e palla (quella di calcio, che qui capiamo che in fatto di allusioni non siete secondi a nessuno...) al centro. 
La redazione